La felicità degli altri

Attenzione, l’articolo contiene SPOILER. Possiamo davvero gioire per la felicità degli altri? Questo è il grande dilemma di fronte al quale ci pone questo stuzzicante film francese del 2020 con Vincent Cassel, Bérénice Bejo, Francois Damiens e Florence Foresti. Il film si può vedere su Raiplay, che è stato di recente incluso nelle app visualizzabili su Sky. La storia ha come protagonisti due coppie di amici: Lea e Marc, Karine e Francis. Inizialmente questo gruppo è molto equilibrato, del resto si tratta di amicizie di vecchia data. A un tratto Lea, la più riservata della compagnia, rivela agli altri di aver iniziato la stesura di un romanzo (incoraggiata da un grande scrittore) e l’equilibrio del gruppo inizia a sgretolarsi.

L’equilibrio del gruppo si rompe

La notizia, infatti, dà il via ad una serie di tentativi da parte degli altri tre di essere altrettanto creativi quanto la loro amica, scrittrice in erba. Non appena Lea riceverà la proposta di pubblicazione dalla più grande casa editrice francese, quegli equilibri che si stavano sgretolando si rompono del tutto. Il suo libro poco dopo diventerà un Best-Seller e la sua vita cambierà del tutto. Karine, la sua amica del cuore, inizierà a sentire una profonda invidia. A completare il quadro non mancherà la reazione prevedibile di Marc, fidanzato di Lea, che si sentirà sminuito: ora è Lea a guadagnare più di lui, ad avere successo, ad essere circondata da persone colte e interessanti. Per Marc non resta che andar via di casa, quella casa dove ormai si sente a disagio.

Un ritratto crudo ma raffinato delle dinamiche reali dell’amicizia

“La felicità degli altri” colpisce per il ritratto crudo di quelle che sono le dinamiche reali dell’amicizia, spesso compromessa da gelosie e invidia. I sentimenti narrati sono riprodotti autenticamente. Talvolta ci si immedesima nel personaggio di Lea, che viene travolta da questo successo improvviso, mentre in altri momenti ci si identifica con Karine, che dopo aver fallito come scrittrice, si appassionerà alla corsa diventando una brava maratoneta. Subiranno lo stesso destino anche gli altri. Marc, costantemente frustrato per essere superato al lavoro dai suoi colleghi molto più giovani, e infine anche in casa sua dalla stessa Lea. Francis, marito di Karine, che sulla scia della nuova voglia creativa di sua moglie, si improvviserà scultore, musicista, coltivatore di bonsai e infine cuoco. Un’arte, quella culinaria, nella quale troverà la sua piccola dimensione.

Il talento non è un dono per tutti

Questo film offre diverse sfumature d’interpretazione personale. Ci si ritrova a domandarsi se quelli degli amici di Lea possano definirsi dei veri fallimenti. In fondo è una storia vecchia quanto il mondo: ci sono i mitici dei dell’Olimpo e poi esistono i semplici esseri umani. Non a tutti è concesso di possedere un talento più unico che raro, e qualora dovesse accadere che un nostro amico ne sia dotato, dovremmo gioire per lui e rispettarlo, in quanto un talento così grande è un dono di madre natura, o per chi lo preferisce, un dono di Dio.

Chi si contenta gode

Che gli dei facciano il loro mestiere e gli esseri umani continuino a vivere in semplicità! Per questo alla fine del film ci si accorge che i traguardi raggiunti dai tre amici, sono forse piccoli, ma pur sempre apprezzabili. Come si dice “chi si contenta gode”, ed è realmente così che va la vita. Chi gioisce dei propri risultati, anche i più modesti, e riesce al contempo a rallegrarsi di quelli altrui, è un essere umano perfetto e completo. Un film da vedere!

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Buona visione.