Andrea Gualchierotti, scrittore, ci parla del suo ultimo lavoro: “I Principi del Mare”, dei suoi sogni e dei suoi progetti. L’intervista.
Intervista allo scrittore di narrativa fantastica Andrea Gualchierotti

Andrea Gualchierotti è uno scrittore di narrativa fantastica, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni. In particolare, per le Edizioni Il Ciliegio, Andrea Gualchierotti è autore, assieme a Lorenzo Camerini, dei due volumi de “La saga   di Atlantide” (“Gli Eredi di Atlantide” e “Le guerre delle Piramidi”). Mentre il nostro autore in solitaria ha firmato i romanzi di fantasy mediterraneo “La stirpe di Herakles” e il nuovo “I principi del mare”.

Ha pubblicato inoltre numerosi racconti e romanzi brevi a tema fantastico per altri editori, fra cui Watson Edizioni, Elara, Delos Digital, HomoScrivens, Psiche&Aurora, Tabula Fati  e Idrovolante Edizioni.

In questa interessante e stimolante chiacchierata Andrea ci racconta del suo ultimo lavoro: “I Principi del Mare”. Ma il nostro autore ci svela anche i suoi sogni come uomo e come scrittore, nonché i suoi prossimi progetti. Ecco l’intervista.

I principi del mare” e gli altri libri

Ciao Andrea, presentati pure ai nostri lettori: parlaci di te, di chi sei e di cosa ami fare, insomma, presentati pure ai nostri lettori…

«La presentazione iniziale! Credo sia la parte più difficile di ogni intervista! Scherzo ma non troppo, nel senso che – al di là della mia attività di autore – credo di essere un quarantenne come tanti. Ossia un uomo che ama i gatti, il metal e quando può scappa per viaggiare verso la sua adorata Grecia, la mia seconda patria d’elezione. Oltre a questo, non mi vergogno di essere anche il classico topo di biblioteca che accumula libri e passa il tempo a leggerli. Quasi sempre, si tratta di romanzi fantastici o saggi di storia antica, materiale da cui proviene parecchio di quel che poi inserisco nei miei romanzi. Insomma, puoi immaginarmi con il “chiodo” addosso, il gatto sulle ginocchia e un bel malloppo da 500 pagine fra le mani. Se mi immagini così, nel 99% dei casi, è la visione corretta!»

Il rapporto con la scrittura

Che evoluzione ha subito il tuo stile di scrittore. Come è cambiata la sua prospettiva a partire dalla tua prima opera arrivando sino all’ultima secondo te?

«Quando ho iniziato, non immaginavo che in seguito avrei scritto qualcosa oltre al mio primo romanzo “Gli Eredi di Atlantide”. “Gli Eredi di Atlantide” è stato firmato a quattro mani insieme al fraterno amico Lorenzo Camerini. Per entrambi, era un esordio e un salto nel buio. Tutte e due ci abbiamo lavorato consapevoli che già una buona pubblicazione poteva considerarsi un obiettivo duro da raggiungere. Viceversa, proprio quel manoscritto è stato l’inizio di un cammino che dura tutt’oggi. Di acqua sotto i ponti ne è passata, e com’era sperabile le ingenuità dei primi passi sono alle spalle. Non così, a dirla tutta, i modelli di riferimento, che non mi vergogno di dichiarare quanto siano stati importanti per l’elaborazione di uno stile personale. Infatti, tutte le grandi penne della narrativa popolare statunitense, tra gli anni ‘30 e ‘60, hanno influito sulla ricerca di una prosa accessibile ma colta. Utilissimi, sono stati oltre ai romanzi anche i tanti racconti che ho pubblicato in varie raccolte e antologie durante gli anni. Questi ultimi, in effetti, mi hanno permesso di trattare tematiche nuove e approcciare cambiamenti stilistici altrimenti più difficili da elaborare. In quest’ottica, vedo proprio “I principi del mare”, appena uscito, come il punto di arrivo di un certo mio modo di scrivere. Il prossimo lavoro, posso già dirlo, avrà uno stile molto diverso, per quanto sempre “mio”».

La pandemia ed il lock down

Raccontaci di come hai trascorso tu la pandemia ed il lock down gli scorsi anni. Quale idea hai partorito in quel contesto?

«Dei primissimi tempi di quel periodo così infausto, ricordo la sensazione di incredulità. Da un giorno all’altro, eravamo finiti in uno scenario da film catastrofico, con annessa sensazione di fine del mondo imminente. Conscio di non poter far poi molto e con la fortuna di avere la mia famiglia vicino, mi sono dedicato alla scrittura. Infatti, proprio nella prima metà del 2020 ho lavorato a “I principi del mare”, il mio universo-rifugio a tutti gli effetti. Paradossalmente, ma non troppo, scrivendo le traversie dei miei personaggi, ero io a trovare un po’ di serenità. Intellettualmente, sono stato moltissimo dentro la storia di Alkas, l’ho vissuta con molta intensità proprio perché il mondo. Il “fuori”, in quel momento era un limbo di incertezze».

Il ruolo della scrittura

Come definiresti la funzione della scrittura nella tua vita oggigiorno?

«Non so se il termine “funzione” sia il più adatto a spiegarne il ruolo. Diciamo però che è una delle mie attività principali, un impegno quotidiano su più fronti. Mi spiego meglio: oltre che occuparmi di narrativa, scrivo anche saggistica, articoli per riviste di vario tipo. Quindi in un modo o nell’altro la parola scritta è sempre presente nelle mie giornate. In ogni caso, la soddisfazione di una buona sessione di scrittura resta una delle sensazioni migliori che si possa provare, secondo me».

Avere un compagno di scrittura

Hai scritto romanzi sia come autore che come co-autore. Quale ritieni che sia la differenza di approccio tra i due modus operandi e tu quale preferisci personalmente?

«Avere un compagno di scrittura per me non è stato né facile né difficile, semplicemente un dato di fatto. A Lorenzo mi uniscono i gusti, il background di letture e di interessi, oltre a un’amicizia quarantennale. Ma il progetto che ha dato vita ai due romanzi che abbiamo scritto insieme è stato reso possibile dalla comune visione del risultato. Entrambi, infatti volevamo dare alla luce romanzi d’avventura con un taglio che univa vecchio stile a stimoli nuovi. Storie avvincenti legate ai grandi miti, scritte con uno stile a cavallo tra epicità e pulp, proprio come quelle dei nostri autori preferiti. Quando qualche anno fa ho scritto da solo “La stirpe di Herakles” ero consapevole di godere di una libertà maggiore. Tuttavia, anche che la sfida era tutta sulle mie spalle. Una sorta di secondo esordio, possiamo dire».

L’ambientazione dei romanzi

Leggo che nei tuoi romanzi ti piace abbinare ambientazioni esotiche alla suggestione degli enigmi delle ere arcaiche. Come mai? E da cosa trae origine questo tuo gusto?

«Io scrivo narrativa fantastica, quello che comunemente è definito fantasy. Il fantasy è un genere che per alcuni è solo evasione, in realtà è la voce del Mito nei nostri tempi, adattata alla modernità. Qui da noi, ma ovviamente in tutto il bacino del Mare Nostrum, si sono susseguite culture diverse e pittoresche. Queste culture hanno dato vita a miti senza tempo, lasciandoci leggende di una grandezza fastosa. Se devo scegliere il tema per una nuova storia, preferisco scavare tra i pilastri dei grandi sepolcri micenei, dove il passato sembra chiamarci. Penso sia una via più originale, e alla lunga più fruttuosa. All’estero la cultura italiana ed europea è sempre apprezzata; che senso ha non puntare su quanto abbiamo di meglio e che ci caratterizza?»

I Principi del Mare”: la trama

Di cosa tratta “I Principi del Mare” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?

«La trama si avvia lì dove finisce quella, ben più famosa, dell’“Odissea”. Al suo ritorno a Itaca, Ulisse stermina i pretendenti, i famosi Proci che intendevano prendere il suo posto come re e marito, togliendogli Penelope. Non solo, vorrebbe eliminare anche i parenti di questi nobili tutto sommato non del tutto colpevoli. Io ho immaginato la fuga di uno di questi giovani principi, Alkas, braccato da Ulisse, e della sua ricerca di salvezza sulle coste di Epiro. Una fuga che però è solo l’inizio, per lui, di una vicenda di intrighi e incontri soprannaturali che lo porteranno a diventare un altro uomo. Un viaggio interiore quanto fra le onde del Mediterraneo antico, a quell’epoca ancora in gran parte inesplorato. Lo scopo era di ricreare le suggestioni della grande narrativa d’avventura: scoperta dell’ignoto, fascino di luoghi magici, seduzione di incontri con donne bellissime. Questo detto molto in breve!

L’ispirazione per “I principi del mare”

Riguardo invece all’ispirazione, il tutto è nato proprio da una serie di viaggi in Epiro, che ancora oggi è una regione periferica della Grecia. In antico, Epiro era addirittura selvaggia e semibarbara, piena di santuari isolati sui monti, foreste buie e tribù particolari. La magia di quei luoghi è stata la scintilla per immaginare come dovessero apparire nei giorni del tramonto della civiltà micenea. Ulisse, che nel romanzo ha l’insolito ruolo di “cattivo”, ha poi incrociato davvero quelle rotte, almeno stando a Omero. Itaca infatti è vicinissima, e proprio in quelle terre esiste tutt’ora l’antico tempio sotterraneo del Nekromanteion. Lì, dove secondo il mito egli sarebbe sceso a interrogare i morti sul suo destino. Una paurosa galleria buia dove ho trovato il coraggio di scendere proprio non troppo tempo fa! Con tante tracce di Ulisse in giro, era quasi inevitabile che finisse per entrare anche nella mia, di storia.»

Progetti, sogni e programmi futuri

Tra i tuoi prossimi progetti rientrano anche altri libri?

«Certamente. Come accennavo, il romanzo appena uscito è in realtà stato scritto nel 2020. Già da tempo sono al lavoro su una nuova storia, di taglio e argomento completamente diversi, però. Niente mitologia, stavolta, e personaggi fortemente in chiaroscuro, ambigui. Ma non rinuncerò a una cornice storica particolare, che ovviamente non svelo!»

Tra le altre cose ti occupi anche di recensioni letterarie. Ci dici i titoli di tre libri che hai amato e che bisogna necessariamente leggere?

«Un tempo ero molto meno indeciso, di fronte a domande come questa. Oggi, tuttavia, mi sono reso conto dell’impossibilità di stabilire titoli imprescindibili se non inquadrandoli in un percorso di lettura dove trovino il loro senso speciale. E però una domanda è una domanda, e quindi rispondo! “Il deserto dei Tartari”, di Buzzati, forse il più grande romanzo italiano del secondo Novecento. Il “ciclo dei racconti di Conan”, di R.E. Howard, l’apice dell’avventura fantastica di ogni tempo. “Il principe” di Machiavelli, il più grande trattato su cosa siano il potere e la natura umana».

Rivelaci un tuo sogno come uomo e un tuo sogno come scrittore …

«Come uomo, il mio obiettivo è dimostrare sempre ai miei cari quanto gli voglia bene. Ed è un lavoro in cui non è possibile fermarsi mai, e che dura tutta la vita. Come scrittore, non mi dispiacerebbe vedere un giorno l’adattamento cinematografico di alcune mie storie. Diventerebbero inevitabilmente qualcosa di diverso da quello che ho creato io. Eppure, allo stesso tempo, molte persone in più potrebbero conoscere – e si spera apprezzare – il frutto della mia immaginazione».

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