Lei è Fiammetta Rossi insegna scrittura creativa nelle scuole elementari e medie, cura una rubrica radiofonica dedicata ai libri per DeejayFoxRadio e collabora con il MassaCarraraNews.  È appena uscito il suo nuovo libro, intitolato, “Il fantasma del cambusiere” per Delos Digital. L’intervista.
Chi è Fiammetta Rossi , autrice de “Il fantasma del cambusiere”

Lei è Fiammetta Rossi, nasce a Roma, trascorre la sua infanzia in Sud Africa ma poi torna in Italia e si laurea in Economia e Commercio. Oggi Fiammetta insegna scuola creativa nelle scuole elementari e medie, cura una rubrica radiofonica dedicata ai libri per DeejayFoxRadio e collabora con il MassaCarraraNews.
Lei si definisce “pazza, ma organizzata”, non farebbe altro nella vita che scrivere, infatti, ha scritto diversi racconti d’appendice pubblicati nella collana de il Giallo Mondadori, una raccolta di favole dal titolo “Ancora nonna”! (Kimerik 2014), e i romanzi per ragazzi: “La strana bottega del signor Balaji” (Leucotea 2018), “Breinen e il segreto della Fonte” (Il seme bianco, 2019) e “200 ORE” (Delos Digital, 2022).
È appena uscito, inoltre, il suo nuovo libro, intitolato, “Il fantasma del cambusiere” per Delos Digital.

La vita in Africa

Hai trascorso l’infanzia in Sud Africa ma poi sei tornata in Italia, cosa ti è restato di quella esperienza e soprattutto di quel continente?


«Mi sono rimasti ricordi indelebili e bellissimi. Forse perché ero piccola e mi pareva tutto immenso, verdissimo e pieno di animali. Ricordo che quando facevamo le gite fuori Pretoria (dove abitavo) bastava allontanarsi di poco per vedere le zebre. Certo poi c’era l’apartheid, erano gli anni ’70. Quella l’ho vista bene anche se non la capivo. So solo che giravamo per la città con i documenti con sopra scritto “As a white persone” così potevamo prendere gli autobus per i bianchi e andare nei negozi per i bianchi, senza problemi. Crescendo sono rimasti i momenti belli, quelli passati con i miei amici europei, i vicini di casa erano dei fantastici portoghesi. Ma c’erano anche gli olandesi e gli inglesi e tantissimi altri italiani. Tante storie incredibili da raccontare. Mi è rimasto un senso di spazio infinito e di libertà che non ho mai più provato».

Le passioni e gli hobby

Presentati pure ai nostri lettori: parlaci di te, di chi sei e di cosa ami fare, insomma, presentati pure ai nostri lettori…
«In poche parole? Sono una pazza scatenata con una fervida immaginazione! Vedo storie ovunque, pure quando sono in fila alla cassa. Dopo tanti anni, che ho trascorso tra contabilità e bilanci ho preso carta e penna e mi sono buttata in quest’avventura. L’ho detto: sono pazza. Ma organizzata. Sono articolista per il “MassaCarraraNews”, ho una rubrica in radio, faccio editing e insegno scrittura creativa nelle scuole elementari e medie. Nel tempo che mi rimane, scrivo. Di tutto, letteralmente. Anche se mi sto specializzando nel romanzo storico. Che poi è la mia passione assieme ai gialli».

Ti dedichi a tante attività, tra le quali la letteratura, la radio e la scrittura, insomma, puoi essere considerata una comunicatrice a tutto tondo, quale è però l’attività che senti di più affine a te o quella che ti rispecchia di più?

«Adoro scrivere. Farei solo quello. Racconti, storie, gialli, narrativa… tranne horror e fantascienza, direi che mi piace scrivere di tutto. Anche leggere, va di pari passo, perché leggere è fondamentale».

il percorso fino a “Il fantasma del cambusiere”

Che evoluzione ha subito il tuo stile di scrittrice e come è cambiata la sua prospettiva a partire dalla tua prima opera arrivando sino all’ultima secondo te?


«Ogni libro è migliore del precedente. Si cresce, si matura, si impara a dosare meglio la personalità di un personaggio o a creare la giusta tensione in una storia. Il ritmo, poi, è fondamentale e io l’ho acquisito scrivendo racconti per i concorsi. È difficile rendere una storia in poche battute, se ci riesci (indipendentemente da come va il concorso) sei sulla buona strada. E poi ho fatto diversi validissimi corsi di scrittura creativa, sia alla scuola Holden che con Francesco Trento e con Franco Forte, che considero il mio mentore».

Il lock down e l’ispirazione perIl fantasma del cambusiere”

Raccontaci di come hai trascorso tu la pandemia ed il lock down gli scorsi anni. Quale idea hai partorito in quel contesto?


«Vivo in campagna, anzi, in mezzo alle risaie della Lomellina, a due passi dal fiume Ticino e circondata dal bosco. È stato un periodo di silenzio paradisiaco anche se attorno a noi c’era la bufera. Ho letto moltissimo e ho imparato a fare il pane (la pizza no, mio marito mi ha vietato di riprovarci). È in questo contesto che ho raffinato “Il Fantasma del Cambusiere” e lavorato a “200 ORE”, romanzo young adult, entrambi pubblicati subito dopo la pandemia.

Come definiresti la funzione della scrittura nella tua vita oggigiorno?


«È un’oasi di serenità. È come meditare. Quando scrivo sono nel mio elemento».

La trama

Di cosa tratta “Il fantasma del cambusiere” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?

«L’ispirazione ce l’ho avuta leggendo la grandiosità di “Moby Dick”, ma adoro anche l’umorismo di Oscar Wilde, così ho unito le due cose. “Il Fantasma del Cambusiere” è un mystery thriller storico ambientato nel 1874 in un villaggio di pescatori scozzesi. Qui vive Julian Moore. Anzi, il fantasma di Julian Moore. Lui era un ottimo cambusiere sulle baleniere ma è morto assassinato proprio in casa sua. Da allora sono passati 10 anni senza che riesca ad allontanarsi troppo da casa. In vita era scorbutico e misogino, dopo l’omicidio il carattere è pure peggiorato.

Piccolo spoiler de “Il fantasma del cambusiere”

Un giorno, dopo la consueta passeggiata al faro torna a casa per scoprire che è stata affittata a una donna e a suo fratello di 10 anni. E ci rimane malissimo! Lì per lì pensa di cacciarli via, dopotutto lei è una femmina e pure inglese quindi lui scrupoli proprio non ne ha. Non ne aveva da vivo con le donne, figurarsi da morto.

I colpi di scena de “Il fantasma del cambusiere

C’è solo un problema: Margareth, la nuova inquilina, è in grado di sentirlo. Non era mai successo prima e quando lo scoprono per poco non prende un colpo a tutti e due. A lasciare la casa, Margareth non ci pensa nemmeno; è testarda, senza soldi e in pericolo. Qualcuno minaccia di ucciderla. Qualcosa lega il fantasma alla donna. Di sicuro c’è un segreto nella vita di Lady Margareth e un mistero attorno alla morte violenta di Julian Moore. Entrambi dovranno imparare a far conto uno sull’altra per riuscire a convivere e, soprattutto, a far luce sui troppi enigmi che li circondano».

I personaggi de “Il fantasma del cambusiere”

Quanto hanno i protagonisti delle tue opere di tuo e quanto Julian Moore e Lady Margareth somigliano a personaggi realmente conosciuti nella tua vita?


«Di me in questo romanzo c’è l’umorismo e la capacità di far fronte a eventi “strani” con pragmatismo. Mi piace l’ironia e penso che, a volte, bisogna saper tirar fuori un romanzo leggero e far ridere il pubblico, distrarlo dalla quotidianità, insomma. Il fantasma del cambusiere nasce senza l’obiettivo di fare morale o dare lezioni. Solo regalare un paio d’ore d’evasione. Se strapperò un sorriso, avrò raggiunto l’obiettivo. Per il resto non conosco donzelle in difficoltà, tantomeno fantasmi. Questa volta è tutta farina della mia fantasia».

Sogni e progetti futuri

Tra i tuoi prossimi progetti rientrano anche altri libri?

«Sì, ed è un elenco lungo, lunghissimo!»

Rivelaci un tuo sogno come donna e un tuo sogno come scrittrice …

«Il sogno come donna è dimagrire! Non dico avere un fisico da modella (figuriamoci, non ho mai nemmeno sfiorato la taglia 42!) però 10 kg li perderei volentieri. Come scrittrice… facile: vendere un milione di copie!»

Link per l’acquisto: Il fantasma del cambusiere