Emily in Paris, la serie su Netflix è alla sua terza stagione.
Lily Collins torna nella terza stagione di Emily in Paris con un nuovo look, ma l’effetto Shi tzu da frangia non risparmia neanche lei, che vorrebbe ricordare Audrey Hepburn, ma finisce con l’apparire una Andrea Sachs che non ci ha creduto abbastanza.
La terza stagione della serie parte lenta.
Nella seconda puntata Emily rende omaggio ancora una volta a Audrey con uno stile “Sabrina”, e tende a farlo più volte durante la stagione, ma forse risulta un po’ too much.
Sempre nel secondo episodio ho trovato grazioso l’espediente della pubblica serenata di Emily ad Alfie, suo attuale fidanzato, sul palco di una festa di piazza in piena Parigi. E Lily figlia d’arte (lo sapevate che Lily è figlia nientemeno che di Phil Collins?) mostra una vocalità decisamente piacevole.
Nella terza stagione Emily torna alle origini e riprende a curare la sua pagina Istagram Emily in Paris.
Gli outfit restano decisamente kitsch e continuano sullo stile della seconda stagione, molto lontani dalla bellezza della prima, nonostante la mano esperta di Patricia Field, una delle stylist cinematografiche più famose nel campo, la stessa di Sex And The City, per intenderci.
Sylvie, il capo di Emily, in passato elegante e sofisticata, vorrebbe apparire più sexy con un nuovo power look, ma non le riesce, indossando capi che a mio parere non le si addicono e stonano con la sua fisicità.
L’unica rivelazione della stagione per me è stata Camille, amica di Emily e fidanzata dello Chef, lo smidollato e indeciso Gabriel, di cui ho apprezzato lo stile e l’evoluzione del personaggio. Camille, infatti, finalmente tradisce a sua volta ed esce da una relazione non sense, piena di orgoglio, in un cliffhanger finale.
La serie in queste nuovi i dieci episodi resta sempre molto leggera e godibile, facile e piacevole da guardare tutta di fila in un paio di giorni al massimo.
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