Miriam D’Ambrosio è l’autrice di “Folisca” pubblicato da Arkadia edizioni nel 2022, la storia di una prostituta nella Milano pre-guerra, assassinata nell’omertà quasi generale. L’intervista
Miriam D’Ambrosio e la sua vita
Miriam D’Ambrosio, l’autrice di “Folisca” è nata a Sora. La scrittrice ha trascorso i primi 4 anni di vita a Napoli, poi ha vissuto a Pescara, Roma e ora abita a Treviglio. Oggi, Miriam insegna Italiano e Storia in un Centro di Formazione Professionale.
Miriam, laureata in Lettere, ha collaborato per molto tempo con alcune testate nazionali, occupandosi specialmente di teatro.
Miriam D’Ambrosio ha scritto diversi libri: “Fuori non è così” (Barbera, 2014), “Giuda mio padre” (Luigi Pellegrini Editore, 2016), “L’uomo di plastica” (Epika Edizioni, 2018). Infine, nel 20122 arriva “Folisca” pubblicato da Arkadia edizioni.
Nello specifico, il suo ultimo libro, “Folisca” narra di Rosetta Andrezzi, in arte Rosetta di Woltery, è la storia di una prostituta nella Milano pre-guerra. Questa donna coltivava l’ambizione di divenire una cantante e che invece fu assassinata, giovanissima.
Ho deciso così di intervistare Miriam D’Ambrosio, l’autrice di questa opera coraggiosa al femminile per conoscere altri particolari della sua opera.
La storia di “Folisca”
Ciao Miriam, di cosa tratta il tuo ultimo lavoro, “Folisca” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?
«Il mio ultimo romanzo si ispira a una storia vera, quella della giovane sciantosa Rosetta Andrezzi. Di questa storia mi sono innamorata qualche anno fa, seguendo una guida turistica milanese che raccontava, durante un percorso dedicato alle case chiuse di Milano, vari aneddoti. La breve vita di questa ragazza, figlia della ligera della malavita locale, che tenta (e in parte riesce) il suo riscatto sociale mi ha preso l’anima».
Chi era Rosetta Andrezzi e perché hai scelto di narrare la sua storia?
«Folisca è un atto d’amore verso qualunque creatura indifesa. Io ho incontrato lei e ho voluto darle voce».
L’amore per la verità
Quanto amore occorre per la verità al fine di rievocare e riaccendere la “scintilla” di una vicenda (come tu hai fatto con la storia di Rosetta mediante la tua ultima opera)?
«L’amore per la verità è essenziale, come è giusto restituire voce e giustizia, anche se tardiva, a chi non l’ha avuta».
In “Folisca” possiamo osservare anche una versione inedita e forse sorprendente di colui che sarebbe passato poi alla storia come il “duce”. Quanti sono, secondo il tuo parere e la tua esperienza, i fatti a noi sconosciuti che avrebbero la facoltà di ribaltare e cambiare diametralmente le nostre opinioni su quella che poi è diventata la “storia ufficiale” e cosa occorre per poterli scoprire e riportare alla luce?
«Nel romanzo c’è un Benito Mussolini giovane, ancora socialista, direttore de “l’Avanti!” Realmente fu l’unico a non credere alla versione ufficiale della Questura di Milano e ad aprire un’inchiesta sul pestaggio di Rosetta, sentendo vari testimoni oculari della vicenda. Di fatti sconosciuti su vari personaggi storici ce ne sono certamente parecchi e credo che riguardino quasi tutti una dimensione più privata. Non si tratta di ribaltare opinioni: è che ogni essere umano ha molti aspetti, molte sfumature. Il Mussolini che incontriamo in queste pagine è un uomo che cerca la verità, si oppone alle istituzioni, contrasta il potere, quel potere che lo divorerà».
Perché leggere “Folisca”?
«Mi auguro che lo leggano in tanti, dal momento che una storia deve nascere per questo, per entrare in altre vite e parlare a loro».
Chi ti auguri maggiormente, invece, che lo possa leggere?
«Un desiderio ce l’ho: vorrei che fosse portato in scena o che diventasse un film. La storia di questa ragazza che, con una grande forza e un sicuro talento, vuole emergere, vivere onestamente della sua arte (ma qualcuno le ricorda che non può volare troppo in alto perché è dal basso che viene) è, disgraziatamente sempre attuale».
Il prossimo 25 Febbraio sarai a Napoli a presentare “Folisca” alla libreria Ubik. Hai detto a tal proposito del capoluogo campano: «spero di riuscire a raggiungere Napoli per presentare il libro, voglio tornare a guardare quel mare col quale ho mosso i primi passi». Quanto potrai dirti felice allora quel giorno?
«Napoli è nel mio cuore, incastonata come pietra. È la città che Rosetta avrebbe dovuto raggiungere per esibirsi al Gambrinus e vedere il mare per la prima volta. É la città dove io ho respirato per quattro anni, all’inizio della mia vita».
Tra i tuoi prossimi progetti rientrano anche altri libri?
«Quando un’altra storia mi toccherà il cuore, tornerò a fare ricerche, se necessario, e a scrivere, a raccontare».
Rivelaci un tuo sogno come donna e un tuo sogno come scrittrice …
«Un sogno l’ho già detto ed è quello di vedere la storia di Rosetta incarnata. Per il resto, vorrei continuare a coltivare legami autentici, a narrare le storie di quelli considerati gli ultimi della fila. Poi, da ex bimba napoletana, vorrei percorrere più spesso le vie di Napoli, abbracciando tutte le sue anime».
There are 3 comments on this post
Comments are closed.