Ljdia Musso, fotografa, performer e curatrice di mostre ed eventi d’arte, oltre ad aver realizzato diverse mostre personali di fotografia documentaria, è la fondatrice del format di eventi “Caffè Fotografici”. L’intervista.
La formazione

Si chiama Ljdia Musso, è nata a Catanzaro ed è laureata con il massimo dei voti in scienze della comunicazione, poi specializzata in comunicazione e marketing della moda e dei beni di lusso e in comunicazione visiva e fotografia.

Si è formata nelle città di Roma (UniRoma3, Istituto Cervantes), Barcellona (CCPB), Marsiglia (Alliance), Parigi (IFA Paris, Histoire de parfum) e Milano (IED Milano).

Il suo lavoro oggigiorno

Oggigiorno, a parte che come fotografa, Ljdia Musso è una stimata professionista molto nota e conosciuta anche come performer e curatrice di mostre ed eventi d’arte.

Si è oltretutto classificata come finalista ed. 2020 al Photo Festival España, all’interno della sezione “descubrimiento”.

Ha realizzato, ancora, ben dodici mostre personali di fotografia documentaria (“progetto Marginalità” dedicato alla rappresentazione di invisibili) e ha preso parte, ottenendo svariati premi, a molteplici collettive di pittura e fotografia sul piano internazionale.

Il progetto “Caffè fotografici”

Oltre a ciò, la nostra Ljdia è anche la fondatrice del recente e innovativo formatCaffè Fotografici“, che organizza eventi online e offline, mediante i quali si prefigge di promuovere in modo gratuito gli altri artisti.

L’insegnamento

Infine, per non farsi mancare nulla, Ljdia Musso è impegnata anche sul fronte dell’insegnamento, preparando numerosi corsi e workshop, destinati alla conoscenza e all’approfondimento della disciplina fotografica, fornendo, per concludere, servizi di consulenza in materia di comunicazione e marketing.

A questo punto, quindi, non ci resta che conoscere meglio questa artista eclettica e instancabile con questa bella chiacchierata.

Come nasce la sua passione

Come nasce la tua passione per la fotografia?

«La mia passione per la fotografia nasce dall’osservazione del mondo intorno a me e dalla voglia di catturare momenti e emozioni attraverso l’obiettivo della macchina fotografica.

In seconda battuta arriva il primo progetto fotografico marginalità ritratti di invisibili con cui ho cercato di cambiare lo sguardo di chi guarda a determinate realtà in primo luogo il mio, io ero la prima destinataria di quel progetto.

Ho scoperto il potere delle immagini di plasmare il nostro sguardo e cambiare le nostre idee sulla realtà e da allora non ho più abbandonato i linguaggi visivi».

La sua attività congeniale

Ti dedichi a tante attività, tra le quali la fotografia, eppure, sei anche performer e curatrice di mostre ed eventi d’arte, insomma, puoi essere considerata una artista a tutto tondo, quale è però l’attività che senti di più affine a te o quella che ti rispecchia di più?

«Sono un’artista a tutto tondo, ma sento che l’attività che mi rispecchia di più è quella di docente, perché mi permette di esprimere la mia passione e di trovare nuove fonti d’ispirazione attraverso lo scambio.

Come docente riverso nei miei corsi tutto quello che il mio percorso di formazione e cerco di stimolare la creatività attraverso un approccio multidisciplinare, coinvolgendo diverse discipline, forme d’arte e punti di vista».

Il problema del genere

Quali le questioni da affrontare, quali benefici e quali le difficoltà per una donna artista?

«Le donne artiste soprattutto in Italia affrontano ancora oggi molte difficoltà legate alpregiudizio di genere, alla mancanza di pari opportunità e alla discriminazione.

Ma la difficoltà principale che io sto incontrando è quella di essere una libera professionista e di aver fatto della fotografia non un’attività secondaria, come la maggior parte delle persone, ma la principale, da cui deve provenire anche il mio reddito.

La remunerazione in particolare è sempre complicata. E qui voglio lanciare una piccola provocazione, non è affatto volgare o sconveniente chiedere di essere remunerati per l’attività che si svolge. Sia essa una visita medica, un servizio fotografico o una campagna di comunicazione.

C’è anche una maggiore attenzione e sensibilità verso le tematiche femminili, che possono rappresentare un’opportunità per le donne artiste di esprimere la loro voce e la loro visione del mondo.

Il rischio dietro l’angolo nella sfida verso l’eliminazione di disuguaglianze socio-culturali ed economiche di genere è quello della strumentazione e del politically correct».

Esposizioni e premi prediletti

Quale è l’esposizione che hai “sentito” maggiormente “tua”?

«L’esposizione che ho sentito maggiormente “mia” in questo periodo è stata la mia personale al Punk Tank sia perché rappresenta uno spazio che per me è una seconda casa sia perché ho ricevuto una bellissima accoglienza che mi ha fatto confermare di aver adottato Napoli di essere stata adottata a mia volta da questa città».

Quale è il premio che ti ha soddisfatta maggiormente e quale è quello che vorresti ricevere e che non hai ancora ricevuto?

«Il premio che mi ha soddisfatta maggiormente è stato un premio di fotografia etica che mi ha permesso di devolvere un premio in denaro ad una comunità per “senzatetto”. In realtà non mi interessa in modo particolare ricevere un premio.

Il premio più bello che potrei ricevere e avere così tanti iscritti ai miei corsi da poter creare una scuola di fotografia cosa sarebbe davvero un bel riconoscimento e tutto l’impegno che ci metto nel condividere il mio sogno con gli altri».

Il sogno di “Caffè fotografici”

Cosa rappresenta per te “Caffè Fotografici” e cosa vorresti rappresentasse per il contesto sociale?

«”Caffè Fotografici” rappresenta per me un’opportunità di incontrare altri fotografi, scambiare idee e collaborare su progetti comuni. Vorrei che rappresentasse per il contesto sociale napoletano e catanzarese un luogo di incontro e scambio culturale, dove la fotografia possa essere un mezzo per conoscere e raccontare il mondo intorno a noi».

Sogni e progetti personali

Rivelaci un tuo sogno come donna e un tuo sogno come artista.

«Il mio sogno, come donna, è trovare nuove sfide con cui confrontarmi.

Come scriveva Oriana Fallaci in un mondo “fabbricato dagli uomini e per gli uomini” essere donna è molto difficile eppure, proprio perché si tratta di un percorso a ostacoli, diventa un’esperienza affascinante, una sfida che stimola la creatività e la crescita.

Come artista, il mio sogno è di realizzare progetti fotografici che abbiano un impatto positivo sulle persone e sulla società».

  Illustraci i tuoi prossimi progetti.

«I miei prossimi progetti includono corsi e workshop di fotografia, in cui mi concentrerò sul tema delle identità e sulla costruzione di una narrazione personale di Napoli. Vorrei anche organizzare una mostra fotografica sugli stessi temi.

Sto portando anche avanti una indagine sulla rappresentazione della donna attraverso le arti visive e mi farebbe piacere pubblicare un libro sulla mia ricerca in questo campo.

I progetti in cantiere sono tanti e mi dovrò dividere tra Napoli e Catanzaro.

Spero che questi progetti coinvolgano un numero sempre maggiore di persone, condividere e fare rete è fondamentale».