Scrivi quando arrivi è un gruppo WhatsApp di auto-aiuto nato dall’idea di una studentessa che grazie al passaparola ha aggregato centinaia e centinaia di ragazze.
Samia Outia, 22 anni, questo il nome della studentessa veneta di Giurisprudenza a Bologna che ha creato il gruppo di auto-sorveglianza su WhatsApp: Scrivi quando arrivi. L’idea è nata per tutte le donne che non si sentono al sicuro quando camminano per strada. mentre si torna a casa da sole si può scrivere o parlare al cellulare finché non si arriva a destinazione. Affinché in caso di pericolo l’interlocutore si attivi per chiamare i soccorsi.
Come funziona?
Per iscriversi alla chat, si può inviare un messaggio diretto (DM) su Instagram alla pagina @scriviquandoarrivi con il proprio numero di cellulare, la città in cui ci si trova, e si entra automaticamente nella community, dopo attente verifiche sull’identità di chi chiede protezione. La chat è attiva giorno e notte. Una Community eterogenea che conta a oggi più di 400 iscritti nel gruppo solidale di Bologna da cui è partita l’iniziativa che si è ampliata a Milano, Firenze, Roma, Perugia, Napoli, Trieste, Modena e Bergamo con l’intento di estendersi a tutto il Paese.
Perché abbiamo paura?
L’idea di Samia, come lei stessa ha raccontato in diverse interviste, è nata a seguito di alcuni casi mediatici di forte impatto emotivo, come il femminicidio di Giulia Cecchettin e i casi di violenza sessuale registrati a Bologna. Lei e le sue amiche, infatti, si sentono particolarmente insicure da tempo. Da qui la scelta di creare un movimento di vera e propria sorveglianza, pubblicizzandolo con dei volantini nelle università: «Hai paura di tornare a casa da sola? Anche io».
Non solo Scrivi quando arrivi.
Quella di Samia è l’ultima di tante iniziative in atto grazie alla geolocalizzazione e ai numeri d’emergenza. Altra app è Viola Walkhome che è un servizio di videoaccompagnamento, attivo 24 ore su 24, per tutti coloro che cercano compagnia quando tornano a casa la sera. L’applicazione videoregistra, in caso di emergenza, la chiamata in corso con i volontari selezionati e, in caso di violenza, allerta immediatamente alle forze dell’ordine. Si tratta di un servizio gratuito, attivo su territorio nazionale ed europeo. Poi c’è l’app del 112 Where are U con cui è possibile effettuare chiamate di emergenza, allertando polizia, carabinieri o ambulanze. L’app rileva la posizione tramite Gps, anche quando la rete dati non è disponibile (in questo caso, la posizione viene trasmessa via sms). Lo stesso Dipartimento per le Pari Opportunità, dal 2006, ha reso attivo il numero antiviolenza 1522 disponibile h24, per richiedere aiuto a un operatore.
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Foto di copertina di Andrea Piacquadio
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