Hilary Mantel ci regala un affresco inedito e interessante di un periodo della storia francese che ha lasciato il segno. Stiamo parlando del romanzo La storia segreta della Rivoluzione francese per Fazi Editore.

Il romanzo offre una calma ed elegante narrazione delle vicende chiave della rivoluzione francese, immergendoci nel mondo dei suoi protagonisti. Le pagine iniziali si descrivono con neutralità i personaggi principali. Fatta eccezione per la regina Maria Antonietta, un personaggio che appare distante dal popolo francese non solo per la sua discendenza asburgica, ma soprattutto per il suo apparente disinteresse per il bene comune e per il lusso sfrenato, che ha contribuito al declino economico e sociale della Francia.

La regina è una ragazza egoista, volitiva e poco istruita. Bionda e di colorito roseo, è bella perché a diciotto anni lo sono quasi tutte le ragazze; ma la sua alterigia asburgica dal mento prominente comincia già a battersi per i vantaggi che le accordano le sete, i diamanti e l’ignoranza.

Dopo la caduta della monarchia, diverse fazioni lottano tra loro, accusandosi reciprocamente di controrivoluzione. Sono particolarmente affascinanti i dialoghi interiori e con gli altri di Robespierre, un uomo integerrimo, forte e con forti principi e valori morali ed etici che potrebbero essere considerati antiquati anche per l’epoca. Questo lo ha reso oggetto di molte avversioni, poiché egli perseguiva una società più equa e giusta, senza mai cedere compromessi. In un certo momento, preferisce evitare le persone, ad eccezione di casi eccezionali. Ha un carattere risoluto e risponde senza farsi intimorire.

1791: diciotto mesi di rivoluzione e saldamente sotto il dominio di una nuova tirannia.

Un’intrigante biografia romanzata

Quindi La storia segreta della rivoluzione francese di Hilary Mantel può essere considerato una biografia romanzata dei personaggi coinvolti. Hilary Mantel colpisce per la sua abilità nel farci conoscere i personaggi individualmente, attraverso una descrizione avvincente ma anche attraverso il loro modo di esprimersi. Questo ci permette di comprendere il loro punto di vista e la loro esperienza, poiché è il protagonista stesso a raccontare e a descrivere il suo mondo. L’autrice dedica molto spazio ai personaggi e alla loro vita privata, politica e, in alcuni casi, anche professionale. Mi ha particolarmente colpito la descrizione delle emozioni di Danton, delle sue paure e delle sue notti insonni, che lo rendono un essere umano nonostante il suo straordinario coraggio.

Ciò che rende unico il libro è il modo in cui l’autrice affronta la rivoluzione francese, con uno sguardo e un punto di vista differente dagli altri testi sullo stesso argomento.

È la prima volta che leggo qualcosa che racconta le gesta dei rivoluzionari francesi dal loro punto di vista, con un’attenzione alle loro esperienze personali. L’autrice, inoltre, si focalizza anche sulle vite dei loro familiari, su ciò che provavano e su ciò che facevano. Dell’evento storico della rivoluzione francese si legge solo quanto necessario per collegarlo alle vite di coloro che hanno combattuto contro la monarchia.

Questo deve essere stato un libro estremamente complesso da scrivere, sia per la ricerca di fonti storiche e documentazioni attendibili sia per il gran numero di personaggi coinvolti. Penso sia straordinariamente difficile tenere a mente tutto ciò che è stato scritto precedentemente e, pertanto, è facile cadere in errori di memoria.

Un libro dai risvolti storici e sociali

In conclusione, la lettura di La storia segreta della rivoluzione francese è stata interessante, permettendoci di comprendere dal punto di vista storico e sociale come le masse si muovono quando sono affamate e spaventate.

L’essenziale è capire il pane: epicentro della speculazione, cibo su cui si fondano tutte le teorie di quel che avverrà poi. A quindici anni di distanza, il giorno in cui cadrà la Bastiglia, a Parigi il prezzo del pane sarà il più alto degli ultimi sessant’anni. Dopo vent’anni (quando sarà finito tutto) una donna della capitale dirà: «Sotto Robespierre scorreva il sangue ma la gente aveva il pane. Forse per avere il pane è necessario spargere un po’ di sangue».

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