Debutto nazionale per lo spettacolo Lenny. Ipotesi di un omicidio al teatro Ghione di Roma il prossimo ottobre. Intervista al regista Avallone in esclusiva per Pink Magazine Italia.

Lenny era un celebre comico statunitense, quali sono i toni dello spettacolo? Tragicomici come la vita di Lenny Bruce? Ne parliamo con il regista dello spettacolo Antonello Avallone che interpreterà anche il ruolo del protagonista, il famoso comico dall’anima ribelle Lenny Bruce.

Antonello Avallone, a breve ti vedremo sul palco del Teatro Ghione di Roma per il debutto di “Lenny- Ipotesi di un omicidio”, attesissimo spettacolo in cui curi la regia e interpreti il ruolo del protagonista.

Non si può dire che “Lenny” sia uno spettacolo completamente comico: noi raccontiamo la vita di un attore comico, ma che ha affrontato problemi molto grandi come la tossicodipendenza e i continui arresti a causa di ciò che diceva nei suoi monologhi nei club. L’epilogo è certamente tragico perché Bruce muore, e noi ipotizziamo che sia stato un omicidio, come suggerisce il titolo.  Al contempo lo spettacolo è pieno di vitalità, di canzoni, di battute comiche, è uno spettacolo pieno di colore ed eleganza e che, nonostante non si concluda con un lieto fine, trasmette tanta voglia di vivere.

Il grande amore della vita di Lenny Bruce fu la spoglierellista Honey Harlow, come era il loro rapporto?  

Lenny e Honey erano veramente molto innamorati ma la loro relazione era piuttosto complicata. Honey era una donna estremamente bella e appariscente e quando ha detto sì a Lenny, lui è diventato un uomo pieno di energia perché sapeva di avere accanto una donna meravigliosa. Nonostante questo si tradivano vicendevolmente: lui perché era alla continua ricerca di conferme e lei perché era tossicodipendente dato il suo passato burrascoso.

Tradire, per entrambi, non voleva dire innamorarsi di altre persone ma trovarsi sotto effetto di una dose e andare a letto con la prima persona che passava di lì, magari senza nemmeno sapere chi fosse. La loro vita era completamente sballata: andavano a letto alle 4 del mattino e magari si svegliavano alle 4 del pomeriggio.

Però l’amore era forte a tal punto che, quando Lenny fu minacciato ripetutamente per ciò che diceva nei suoi show, cominciò ad avere paura delle conseguenze che avrebbero avuto questi continui attacchi. Noi ipotizziamo che la sua scelta di lasciare Honey sia dettata dal fatto di non volerla coinvolgere ulteriormente e di non metterla in pericolo.

Lenny ha sempre dichiarato che con Honey si erano scambiati una promessa d’amore che però non si è compiuta nel tempo. Insieme hanno avuto una figlia, Kitty, che oggi fa l’attrice e ha 69 anni.

Parlaci di questa “Ipotesi di un omicidio?”

Noi non raccontiamo la storia di Lenny Bruce come tutti la conoscono, noi facciamo un’ipotesi, una nostra interpretazione dei fatti e l’ipotesi è che Lenny sia stato ucciso. Dobbiamo pensare che Lenny era strafottente, non mollava: se la sera veniva arrestato durante il suo show per oscenità in luogo pubblico perché faceva battute sul razzismo e sulla sessualità, passava la notte in prigione, la mattina pagava la cauzione, usciva e la sera andava a parlare male di quelli che l’avevano arrestato, che comunque stavano in sala.

Era una persona scomoda. Nel film di Bob Fosse con Dustin Hoffman, Lenny muore nel bagno di casa sua dopo un overdose, nello spettacolo la morte avviene nel night dove lui si esibiva più spesso e muore sì per un’overdose, ma di una dose appositamente tagliata male per ucciderlo.

Cos’è che tormentava Lenny al tal punto da gettarsi nella droga?

Lenny diceva di sapersi controllare e che gli piaceva drogarsi. E poi era molto semplice all’epoca: nei locali girava tantissima droga ed era facile trovarsi nella condizione di provare o comunque farsi tentare. Non c’era un tormento vero e proprio semplicemente ci stava in mezzo ed era inevitabile farsi travolgere.

Hai una lunga e brillante carriera, cosa ti manca, quali altri personaggi vorresti interpretare e quali storie vorresti dirigere?

Mi piacerebbe tantissimo fare Profumo di Donna, Scent of a woman, nella versione americana, quella con Al Pacino. Un film davvero affascinante che non so se riuscirò mai farne una versione teatrale, trovo incredibile questa storia di un uomo pieno di sé, un presuntuoso, che all’improvviso perde la vista. Interpretare un uomo cieco a teatro sarebbe una bella sfida.

Ci sono altri progetti a cui stai lavorando?

Mi sono talmente innamorato di questo progetto che deve ancora vedere il suo primo giorno di vita, che non ho avuto occhi e testa che per lui. Debutteremo al Teatro Ghione a Roma l’8 e il 9 ottobre, poi ci sposteremo al Teatro Nino Manfredi di Ostia per due settimane a novembre ed infine a maggio 2026 saremo al Teatro Gioiello di Torino. Ma non ci fermeremo qui, è mia intenzione portarlo in molti altri teatri in giro per l’Italia.

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