La nostra epoca è decisamente caratterizzata dalle grandi innovazioni tecnologiche e dalla comunicazione veloce, per metterci al riparo dal caldo ricorrere all’aria condizionata ormai è alla portata di tutti. Personalmente non la amo particolarmente e avendo la fortuna di vivere in una casa antica, di quelle con i muri spessi mezzo metro, ritengo di poterne fare a meno; ciononostante, qualche sera fa avevo amici a cena e uno di loro mi ha chiesto se avevo un ventaglio; ovvio che si! Ho tirato fuori dal cassetto la mia “collezione” di ventagli, offrendone uno per ciascuno ai miei ospiti. L’uso di questo strumento da parte dei maschi presenti ha suscitato qualche ilarità e qualche battuta che ci ha portato a parlare del linguaggio del ventaglio.
Il ventaglio fin dal XVIII secolo è un vero e proprio strumento di comunicazione, che si esprime attraverso un linguaggio vero e proprio legato alla gestualità che ne accompagna l’utilizzo.
Per meglio capire, contestualizziamo rapidamente il momento storico in cui l’uso del ventaglio era di moda: uomini e donne nei secoli passati, soprattutto in pubblico, non potevano avere approcci confidenziali e tanto meno intimi come oggi, pertanto, dovevano escogitare dei sistemi di comunicazione, che spesso erano affidati a terzi, come l’invio e la consegna di più o meno brevi missive ma sempre, con il rischio che fossero intercettate da severi genitori, gelose sorelle o fratelli costretti a vigilare sull’onore della famiglia. La ricerca di sistemi per comunicare e sedurre approfittarono della moda per trovare nuove espressioni, fra gli oggetti di moda l’uso del ventaglio ispirò alle dame e ai cavalieri una serie di gesti grazie ai quali potevano inviarsi dei messaggi ben precisi. Non si sa con precisione quando iniziò questa intrigante comunicazione ma sappiamo che la prima codifica di questo linguaggio risale al 1760 grazie al marchese Caraccioli che ne scrisse in un suo libro; inoltre, si narra che ai primi dell’Ottocento furono gli spagnoli, famosi per la fabbricazione dei ventagli, che contribuirono a diffondere in tutto il mondo questo stuzzicante sistema di comunicazione fornendo, con ogni ventaglio, un foglio con le spiegazioni di questo linguaggio dei segni che contribuì anche a un incremento delle vendite e alla lunga durata della moda di questo affascinante oggetto ancora in voga fino alla metà del secolo scorso.
Ecco perché nei giochi di comunicazione e sopratutto di seduzione il ventaglio divenne un mezzo assolutamente necessario e nessuna lo lasciava a casa, non le grandi dame ma nemmeno le camerierine, le contadine, le donne che lavoravano…
In occasioni mondane come feste da ballo o cerimonie, ma anche nelle passeggiate per strada o nei parchi, il ventaglio non era solo ornamento di moda adatto a tutte le donne ma un necessario strumento di comunicazione, una sorta di smart phone ante-litteram. Dietro al ventaglio si celavano le espressioni del viso, i rossori, i sorrisi, le conversazioni private o “sconvenienti” è tutta una serie di messaggi, vediamone alcuni:
▪ Sostenere il ventaglio con la mano destra di fronte al viso: seguimi.
▪ Sostenerlo con la mano sinistra di fronte al viso: vorrei conoscerti.
▪ Coprirsi per un po’ l’orecchio sinistro: vorrei che tu mi lasciassi in pace.
▪ Lasciarlo scivolare sulla fronte: sei cambiato.
▪ Muoverlo con la mano sinistra: ci osservano.
▪ Cambiarlo alla mano destra: ma come osi?
▪ Lanciarlo con la mano: ti odio!
▪ Muoverlo con la mano destra: voglio bene ad un altro!
▪ Lasciarlo scivolare sulle guance: ti voglio bene!
▪ Mostrarlo chiuso e fermo: mi vuoi bene?
▪ Lasciarlo scivolare sugli occhi: vattene, per favore.
▪ Far scivolare un dito dell’altra mano sui bordi: vorrei parlarti.
▪ Appoggiarlo sulla guancia destra: si.
▪ Appoggiarlo sulla guancia sinistra: no.
▪ Aprirlo e chiuderlo lentamente e ripetutamente: sei crudele!
▪ Abbandonarlo lasciandolo appeso: rimaniamo amici .
▪ Sventagliarsi lentamente: sono sposata.
▪ Sventagliarsi rapidamente: sono fidanzata.
▪ Appoggiarsi il ventaglio sulle labbra:baciami!
▪ Aprirlo molto lentamente con la destra: aspettami.
▪ Aprirlo molto lentamente con la mano sinistra: vieni e parliamo.
▪ Colpirsi la mano sinistra con il ventaglio chiuso: scrivimi.
▪ Chiuderlo a metà: non posso.
▪ Aperto completamente coprendo la bocca: non ho un uomo.
▪ Aperto davanti al viso lasciando scoperti solo gli occhi: ti amo! (*)
* Cit. “Il linguaggio del ventaglio“, Focus storia, n.122 dicembre 2016, pag. 28
Angela Arcuri
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