In stand-by. Sembra essere la formula più giusta per esprimere come ci sentiamo in questo periodo. Sembra che le nostre vite siano state messe in pausa, in casa, rinchiuse e impacchettate per poi essere “riavviate” in tempi migliori. Sembra come se noi stessi ci stessimo preservando in un congelatore in attesa di tornare alla normale funzionalità. Ibernati noi, ibernati i nostri stati d’animo.

Ma, durante questo periodo di dura e necessaria quarantena, che fine fanno i nostri progetti? I nostri sogni? Le nostre emozioni? Le nostre vite? Eppure, pánta rheî,“tutto scorre”. Tutto si muove e cambia. Deve essere così.  

Come ravvivare le proprie emozioni assopite dalla quarantena?

La soluzione è un buon libro: come, per esempio, Stati d’animo di Beniamino Sidoti. Un opuscolo di viaggio, sì, perché l’autore ha immaginato che tutte le emozioni siano Stati e Regioni da percorrere e visitare. Cartoline di viaggio che prendono il nome delle emozioni e degli stati d’animo, appunto: Silenzio, Fantasia, Rabbia, Purificazione, Passione, Solitudine, Invidia, Generosità, Desiderio, Durezza, Crescita, Fine, Mancanza, Menzogna, Rinascita, Speranza, Dissipazione, Malinconia, Errore, Necessità, Nutrimento, Libertà, Gioco, Paura, Felicità.

Così, come una mappa geografica, le parole di Sidoti, conducono il lettore a esplorare i sentieri più nascosti della morfologia interiore.

Il lettore viene sospinto verso la terra del desiderio, respinto dal paese della durezza, accolto nel borgo della necessità, abbandonato tra le strade della menzogna.

Viaggiare nel paese Speranza

L’itinerario di viaggio di Sidoti non prevede una lettura lineare e tradizionale, certo, perché non possiamo costringerci a provare un’emozione in un preciso momento. Così, il lettore, saltellando con occhi liberi e con il cuore leggero, può scegliere in quale Stato soffermarsi e lì visitare il proprio io.

Circondati da tanta negatività a causa dell’emergenza sanitaria, che ne dite di iniziare dalla Speranza?

“Allora, lascia che te lo dica: il paese di Speranza esiste. E’ solitario, intimo, appare all’improvviso: sta dentro una grande grotta, dentro un cratere profondo, in fondo a una dolina – qui c’è un microclima particolare, che fa crescere piante che non potrebbero cresce a queste latitudini dell’anima.

C’è un calduccio che riscalda il cuore, e ti fa vedere le cose diversamente, a questo serve la speranza.”

E se è vero, come diceva Marcel Proust, che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”, allora, durante questa quarantena, non resta che augurare a tutti una buona lettura e buon viaggio…