Proprio in questi giorni al Giffoni Film Festival si è tenuta la presentazione del tanto atteso film “Il Re Leone” (remake del classico Disney, in uscita nelle sale il 21 Agosto 2019), nel quale il bravissimo Stefano Fresi doppia uno dei due personaggi simbolo del lungometraggio: Pumbaa – invece, Edoardo Leo presta la voce al fortissimo Timon.
Ho visto molti video dell’evento e – come al solito – Stefano Fresi non ha lesinato sulla gentilezza e sull’umanità che da sempre lo contraddistinguono nel panorama artistico nostrano.
L’affermato attore, nato a Roma nel 1974, da tempo è presente nel panorama cinematografico e teatrale, regalando al pubblico personaggi perfetti e forza recitativa; raggiungendo in poco meno di un decennio il giusto posto, tra gli attori più consolidati. Di lui si parla sempre per la sua professionalità e garbo, per forza recitativa e per la sua musica; infatti Fresi si affaccia alla settima arte anche componendo colonne sonore – come nel cortometraggio “L’amore non esiste” per la regia di Massimiliano Camaiti (2009) e “Il mago di Esselunga” regia di Giuseppe Tornatore (2011).
Un artista caparbio e sfaccettato, che osserva il mondo con gli occhi curiosi di chi, nella vita ha scelto di far parlare la sua arte e la sua educazione.
Ho avuto il privilegio di vederlo al teatro Eliseo a Roma nel riadattamento de “Sogno d’una notte di mezza estate” con la regia di Massimiliano Bruno, messo in scena lo scorso anno e di cui celo un ricordo vivo e bellissimo , dove l’attore interpretava magistralmente il fantastico Bottom. Quella magnifica interpretazione ha fatto sì che consolidassi la mia voglia di seguirlo e di aspettare con gioia i suoi lavori.
Dal “Secco” personaggio che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, nel film drammatico di Michele Placido, “Romanzo Criminale”(2005), Stefano Fresi ne ha fatta tanta di strada, sempre in salita e senza mai far avvertire la stanchezza o il sacrificio. Confermando le sue doti in “Smetto quando voglio”, dove i sorrisi e il successo al botteghino della trilogia cinematografica, diventata un cult – l’hanno proiettato verso nuovi orizzonti lavorativi (meritando anche una candidatura ai David di Donatello per miglior attore non protagonista), fino ad arrivare a interpretare il monaco Salvatore nel rifacimento televisivo de “Il nome della Rosa” con John Turturro, andato in onda su Rai1 nell’inverno scorso. Ora la nuova sfida è il doppiaggio di Pumbaa e delle risate che, so già, ci donerà tra sfumature di toni vocali e risate goliardiche.
Stefano e la musica, Stefano e la recitazione due lati della stessa medaglia dove, da tempo, Fresi non ha paura di giocare e mostrarsi, sempre attento alla sua privacy e ben cosciente della sua capacità.
Felice di osservalo gustarsi il giusto successo, in lui vedo sempre un artista in grado di planare leggero , col sorriso a fior di labbra tra gli applausi e i riconoscimenti, come chi ha scalato una grande montagna e arrivato in cima, si gode il meritato panorama. Senza aver paura di ricominciare a camminare per cercare nuovi sentieri ed orizzonti, senza aver paura di fare della propria arte una perfetta scelta di vita.
Mirtilla Amelia Malcontenta
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