Durante le vacanze, si sa, prendere qualche chilo è facile: aperitivi, cene, gelati in spiaggia e chi più ne ha più ne mangi.

Altrettanto facile non è, ahimè, perderli. Questo perché il peso guadagnato durante un momento di spensieratezza e felicità ormai terminato, ha l’unico scopo vitale di ricordarti quanto tu non ora lo sia più. Insomma, le vacanze vanno via, il peso no. Questo è quanto.

Dov’è che sbagliamo? Partiamo dal principio:

Appena rientrati, i primissimi pensieri che facciamo sono i più carichi d’aspettativa, quelli in cui prometti a te stesso di iniziare con la carica giusta per conquistare il mondo, quelli pieni pieni di buoni propositi. Tra questi, quello di riprendere il controllo della propria alimentazione e pregare di farlo davvero.

La preghiera è forse, tra i propositi, quello che può tornare più utile, perché le aspettative di supremazia saranno, in circa 60 secondi, sbaragliate dall’onorevole istinto di mangiare un cinghiale.

I secondissimi pensieri saranno dunque sostituiti dalla voglia irrefrenabile di togliersi qualche altro sfizio culinario, perché se il rientro è già così pieno di stress, non serve infliggersene altro privandosi di carboidrati, zuccheri semplici e cinghiali.

E tutto sarà così perfettamente giustificabile da ritenere lo sconveniente comportamento non solo idoneo, ma anche avveduto: il cibo è fonte di felicità e, se sei felice, il rientro dalle vacanze sarà un po’ meno infelice.

terzissimi pensieri sono la chiave della porta verso l’auto-distruzione: ecco che arriva la brillante constatazione di avere davanti a sé un intero lungo anno per rimettersi in forma. Che fretta c’è di ricominciare così presto la dieta, se la prossima prova costume è ancora così distante? Così fino a Natale, poi Pasqua e poi a Maggio/Giugno/Luglio puoi mangiare solo aria.

Come evitare tutti questi errori? Non pesarsi affatto e fingere che non sia mai successo nulla.