Il nuovo live action della Disney, Mulan, ha fatto molto parlare di sé a dire il vero sin dal momento in cui sono partite le riprese.

Il film è risultati in effetti controverso sotto molti punti di vista, sociale, politico, scelte di trama e via dicendo. Inoltre, ad aggiungere il carico da mille, è stata la scelta della Disney di proporlo in modalità VIP.

Ora, siamo chiari, tutti noi ci aspettavamo che il film non fosse incluso nell’abbonamento standard. E anche sul fatto che, data l’emergenza Covid-19, proporlo nelle sale sarebbe stato un tantino complesso.

Il problema, però si è presentato nel momento in cui è stata annunciata la cifra. Il costo dell’accesso VIP è pari a €21,99 che, giustamente, ha fatto levare un sopracciglio all’utente pagante. E non pochi sono stati quelli che sotto il post di Disney stesso hanno affermato di ricorrere ad altre vie.

Ma a parte queste diatribe, il film sembra nemmeno essere stato molto apprezzato dal pubblico ed in particolare dalla fetta dei nostalgici. Facciamo un breve re-cap e vediamo insieme perché.

Mulan – Trama

L’acclamata regista Niki Caro ci fa rivivere l’epopea della leggendaria guerriera cinese nel nuovo “Mulan” Disney: una giovane donna impavida rischia tutto per amore della sua famiglia e del suo paese, diventando uno dei più grandi guerrieri che la Cina abbia mai conosciuto.

Addio Mushu.

L’iconico spirito guida è stato letterale tagliato fuori dalla trasposizione del live action. Sicuramente l’intenzione della Disney era quella di dare più spessore al personaggio di Mulan. Renderla una donna che non ha bisogno dell’aiuto di nessuno per realizzare le proprie ambizioni. Del resto, la Mulan di questo film possiede già le doti necessarie per essere una guerriera, ma ne parleremo dopo.

Tornando sulla figura di Mushu, possiamo dire, senza ombra di dubbio, che conferiva un aspetto comico all’interno dell’opera a cartoni. A tutti noi della vecchia generazione, Mushu ha fatto ridere. Ci ha intrattenuti con il suo modo di fare a volte chiaramente egoistico. Eppure, in fondo ai nostri cuoricini, tutti sapevamo bene quanto fosse affezionato a Mulan.

Mushu era un po’ come il fratello maggiore, quello scemo sì, che però si farebbe in quattro per proteggere la propria “bambina”.

La sua assenza è stata chiaramente percepita all’interno del film che, lo ripetiamo, prende una linea più seria.

L’assenza di Shang e il Qi

Un altro personaggio che viene meno all’interno del nuovo live action è quello di Shang. In questa versione che vuole apparire più femminista, più incentrata sulla figura di Mulan, non trova posto nemmeno il generale Shang. Sostituito, in parte, da un semplice soldato, anche lui non riesce a spuntare i severi tagli dell’opera.

Come già abbiamo accennato precedentemente, questa Mulan, non ha realmente bisogno di una guida che le dica cosa fare. E nemmeno di un uomo. Tanto che nemmeno si fa troppo accenno alla storia d’amore. Questa rimane molto marginale e, come era già stato fatto per Maleficent, nemmeno ha una vera e propria funzione narrativa.

È molto probabile che questo sia stato un altro elemento che abbia fatto storcere il naso alla vecchia guardia. Dopotutto, quante impavide donzelle si erano innamorate di Li Shang? E sì, lo so che siete lì, alzate la manina. Non siate timide.

Il Qi e lo spirito del guerriero

Uno dei motivi collegati alla sparizione di Shang è proprio quella di donare a Mulan lo spirito del guerriero, chiamato, all’interno dell’opera Qi. Ora, se proprio vogliamo essere onesti al 100% dovremmo anche ammettere che il concetto di Qi è leggermente diverso da come viene presentato nel film, tuttavia non è questo il nostro scopo.

Possedere le abilità del Qi, significa per Mulan, essere già completamente in grado di combattere come una guerriera. Le manca, certo, la teoria e forse la tecnica, ma possiamo dire che possiede una sorta di istinto naturale. Insomma è una sorta di dono che possiede sin dalla propria nascita e che non dovrebbe fare altro che sviluppare.

Unico problema: è una donna.

Perché è questo il punto della vicenda. L’arte della guerra è una prerogativa maschile. Per cui una donna dovrebbe stare a casa ed essere una buona moglie. E quindi badare ai figli, certo. Ma è un qualcosa in cui Mulan non riesce ad identificarsi. Tuttavia è costretta a reprimerlo. Tuttavia solo quando sarà pronta a liberarlo potrà rendersi conto che era proprio il tipo di forza di cui l’esercito cinese aveva bisogno.

Niente canzoni per Mulan

Anche questo particolare non ha destato particolare entusiasmo nel pubblico.

Siamo stati abituati, nella nostra infanzia, a film che erano pieni di canzoni memorabili. E molti di noi, sentendole anche solo di sfuggita, non potrebbero fare a meno di cantarle. Ci saremo aspettati quantomeno le note di Riflesso. E, a dire il vero, le note ci sono. Purtroppo però non sono cantate, se non nei titoli di coda. Fa sentire la sua assenza anche Farò di te un uomo, che viene sostituita con una semplice frase pronunciata dal generale.

Anche qui, dunque, i nostalgici sentono la ferita bruciare e il coltello girare nella piaga.

Sicuramente il perché di questa scelta è da ritrovare nella linea più seria, come abbiamo detto all’inizio, che si vuole dare all’opera. E forse, a dirla tutta, anche al format più simile a quello della cinematografia di origine asiatica.

Tuttavia pare che nemmeno il pubblico asiatico ne sia particolarmente convinto in quanto il film presenta diverse inaccuratezze storiche.

Oltre questo, vi è inoltre anche un altro grave problema.

La questione politica e le dichiarazioni di Yifei Liu

Un’altra questione su cui è giusto fare almeno un accenno, anche perché altrimenti il discorso potrebbe diventare eccessivamente lungo, è la questione politica che affligge Hong Kong e i suoi rapporti con la Cina.

Senza troppe digressioni, diciamo che la popolazione di Hong Kong, da qualche anno a questa parte, sta lottando per i propri diritti. E non solo dal punto di vista politico, anche da quello che riguarda il loro essere umani. Diverse etnie sono represse dal governo centrale cinese. Inoltre sono molti i diritti che la popolazione di Hong Kong rischia di perdere nella fusione con la grande Cina.

Gli scontri hanno ottenuto risposte molto violente dalla polizia di Hong Kong che ha assalito anche quei rivoltosi che avevano un atteggiamento pacifico.

Yifei Liu, l’attrice che ha interpretato Mulan, ha appoggiato con un Tweet l’atteggiamento repressivo della polizia di Hong Kong. Lei che, naturalizzata americana, gode già dei diritti per cui la popolazione sta manifestando. Questo le ha attirato contro di lei (e di Disney stessa) le ire non solo della popolazione di Hong Kong, ma anche quelle di tutti coloro che, giustamente, ritengono che i diritti umani siano un qualcosa di fondamentale per il vivere civile.

Da qui è nato il trend atto a boicottare gli incassi del film. Mulan avrebbe lottato con i manifestanti e non certo contro di loro.