Noi, Capi dello Stato e del Governo e Alti Rappresentanti, riuniti al Quartier Generale delle Nazioni Unite di New York dal 25 al 27 settembre 2015 per la celebrazione del settantesimo anniversario dell’ONU, oggi abbiamo stabilito i nuovi Obiettivi globali per lo Sviluppo Sostenibile.
Così recita il primo punto dell’introduzione dell’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sottoscrisse nel settembre 2015.
L’Agenda 2030
Immaginate di essere nel 2015 e di avere un’agenda sotto mano dove appuntare degli Obiettivi da raggiungere entro 15 anni. Obiettivi comuni che inglobano interessi collettivi volti alla salvaguardia non solo di piccoli agglomerati ma del pianeta intero. Considerata l’emergenza climatica, i conflitti e le discriminazioni tra popoli e genti, le disuguaglianze sociali e l’estrema povertà in cui versano alcuni angoli della terra, si è reso essenziale mettere nero su bianco quali sono gli obiettivi su cui lavorare per promuove la prosperità e lo sviluppo e proteggere l’intero pianeta, la nostra casa.
Gli obiettivi
- 1 Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
- 2 Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
- 3 Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
- 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
- 5 Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze
- 6 Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie
- 7 Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
- 8 Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
- 9 Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
- 10 Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni
- 11 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
- 12 Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
- 13 Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
- 14 Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
- 15 Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre
- 16 Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile
- 17 Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile
A che punto siamo?
Questa è una bella domanda. Non stiamo messi così bene, a sentire e a guardare le immagini che ci arrivano dai telegiornali e dai giornali (anche se basterebbe osservare fuori dalla finestra o spostarsi di regione o nazione). Ghiacciai che si sciolgono, mari che s’innalzano, mancanza di acqua potabile, siccità, incendi, desertificazione, conflitti vecchi e nuovi (vedi l’Afghanistan). A guardare da lontano ciò che accade attorno a noi e a leggere gli obiettivi sopra riportati si arriva alla conclusione che siamo ben lontani da molti di essi. Lontanissimi. Purtroppo, però, c’è da dire che la pandemia covid è stata, e lo è tuttora, un enorme ostacolo. Una sorta di grosso e imponente segnalibro, se vogliamo adottare una metafora, che ha fatto vacillare l’intera Agenda.
Adattarsi e ricostruire?
Nel 2015 nessuno avrebbe mai immaginato ciò che si sarebbe scatenato nel mondo cinque anni dopo. Come nei peggiori film, o incubi, il virus ha completamente stravolto le vite di tutti. Ma mentre ci rintanavamo nelle nostre case in attesa di una soluzione, ancora in atto, il tempo è trascorso, il mondo sembra essere mutato ancora e alcune delle problematiche già evidenti prima, come il tasso di povertà nel mondo e la disuguaglianza, sono peggiorate visibilmente allontanandoci da quelle intenzioni che, se attuate alla lettera, davvero renderebbero il mondo un posto più civile e vivibile. Serve dunque, forse, una revisione degli obiettivi? O magari basterebbe semplicemente adattarsi e ricostruire. Non fermarsi, almeno. Perché dentro questa immaginaria Agenda ci siamo incastrati tutti.
Come la pandemia covid19 impatta sugli obiettivi dell’Agenda 2030
Va da sé che il raggiungimento degli obiettivi è stato rallentato per molteplici motivi. Osserviamone alcuni:
Obiettivo 1: calo della povertà. Purtroppo, e non soltanto in Italia, molte attività sono state costrette a licenziare il personale. Da qui ne consegue subito un calo vertiginoso dei redditi. Sono nati nuovi poveri, dunque, sommati a quelli di un’emergenza che si era già vista negli anni precedenti.
Obiettivo 3: salute e benessere. La pandemia ha dimostrato le falle del nostro sistema sanitario. Nelle aree più povere del mondo, poi, questo è quasi totalmente inesistente. Ed è proprio in quelle aree che è più difficile tenere sotto controllo il virus. La salute e il benessere per tutti, dunque, resta al momento un’utopia.
Obiettivo 4: istruzione di qualità. L’acronimo DAD già riecheggia nell’aria. Moltissimi studenti sono stati penalizzati dallo studio da casa poiché non tutti, ancora, dispongono delle necessarie tecnologie per seguire i corsi e le lezioni via internet. L’istruzione, dunque, al momento non risulta equa per tutti.
Obiettivo 6: acqua disponibile per tutti. Fin dalla sua funesta avanzata, uno dei primi consigli che ci è stato fornito per difenderci dalla diffusione del virus è stato quello di lavarci bene e spesso le mani. Ma in una pandemia mondiale, dove non tutti ancora dispongono di risorse di acqua potabile, come si fa ad attuare un tale semplice gesto?
L’obiettivo 13, ridurre l’impatto sull’ambiente, merita un discorso differente. Se da una parte la pandemia ha distolto quasi completamente l’attenzione sul discorso clima, dall’altro i frequenti lockdown che hanno confinato l’uomo tra le mura domestiche, hanno riconsegnato spazi, e anche città, alla fauna selvatica. Immagini di animali che scorrazzano per vie asfaltate ci sono giunte da tutto il mondo e più volte abbiamo osservato la natura cercare di riprendersi quei luoghi che l’uomo le ha sottratto. Ma adesso che l’economia, i viaggi, le riaperture hanno ripreso a pieno ritmo il discorso sull’ambiente deve tornare tra i primi da affrontare.
Guardare avanti
Nel 2015 nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto negli anni successivi. Ma se è vero che la consapevolezza ci fa agire con maggiore slancio, allora non crediamo che questi obiettivi siano impraticabili da raggiungere. Va magari cambiato il linguaggio, rapportato ai temi che viviamo. Vanno stanziati nuovi fondi, aiuti economici. L’uomo ha dimostrato un incredibile senso di adattamento, costretto a ricalcolare priorità e abitudini. Possiamo dunque sperare di applicare lo stesso senso di adattamento anche verso i 17 obiettivi dell’Agenda 2030.
Un cambiamento si può ancora auspicare. Il mondo, costretto da cause maggiori, lo ha già dimostrato.
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