Generazione mute: i giovani non usano più le suonerie. E non solo…

Il cellulare ormai è un diario, amico e collegamento con la realtà virtuale e quotidiana. Le nuove “generazione mute” fotografano, condividono, chattano e creano manifestazioni on line.

Generazioni mute è stato il titolo di giornali e agenzie di stampa. Nuovo nome per Giovani adulti, che come i loro predecessori divengono oggetto di studio per usi e costumi. Riflesso di una parte della società.

Sicuramente sono passati i tempi degli SMS, squilli e suonerie più personalizzabili possibile. Storia vecchia insomma come le persone che  usavano cellulari grandi come una pochette che trillavano e non prendevano. Ma senza andare troppo indietro nel tempo, in rete esiste la top ten delle suonerie più usare. Dagli adulti. I giovani ormai snobbano suonerie, suoni di notifiche e tutto ciò che emette un suono. Che non sia un video.

Sensor Tower

Secondo i dati delle società di analisi Sensor Tower le installazioni di app relativa alle suonerie è passata dai 4.6 milioni del 2017 ai 3.7 milioni del 2020. Come riportato dall’Ansa.

L’indagine è stata svolta nel Regno Unito e il calo è imputabile alle abitudini degli utenti più giovani che oramai preferiscono la chat alle telefonate. Meglio ancora se lo scambio di messaggi avviene nel silenzio o al limite ricorrendo alla vibrazione. Una precedente ricerca di Ofcom ha scoperto che i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 24 anni – etichettata come “generazione mute” – preferiscono i messaggi alle telefonate.

Gli esperti di Sensor Tower hanno spiegato al Daily Telegraph che, dal momento che adolescenti e ventenni trascorrono così tanto tempo incollati ai loro telefoni, non è davvero necessaria una suoneria per avvisarli di una chiamata in arrivo. E sottolineano come l’ascesa della tecnologia indossabile, in particolare tra le donne, agevoli le notifiche o l’arrivo di chiamate con le vibrazioni sul polso.

La precedente ricerca Ofcom ha riferito che il 36% della fascia di età compresa tra i 16 e i 24 anni ritiene che i messaggi siano il metodo di comunicazione più importante, mentre solo il 15% afferma che lo sono le telefonate.