L’aria prenatalizia è carica di bellezza, attesa, magia e riflessione. Si riflette su cosa mettere a tavola, cosa regalare e a chi, cosa scrivere nei biglietti, quali film vedere, ma anche cosa leggere per entrare il più possibile nell’atmosfera natalizia.
Tra le letture, non dobbiamo assolutamente dimenticare le poesie. Brevi attimi simili a grandi respiri.
Leggere una poesia è come premere il tasto “pausa”, prendersi una boccata d’aria nel tran tran quotidiano che in particolare prima del Natale può diventare davvero (troppo) stressante.
Se non sapete cosa scrivere in un biglietto, se volete regalare un attimo di serenità ad uno sconosciuto, se non avete idee per i segnaposto, ecco qua: prendete una di queste classiche poesie, stampatele o (meglio!) scrivetele a mano su un foglio di carta da arrotolare. Potete poi lasciarle sul piatto dei vostri ospiti, o dentro una pallina di Natale appesa al vostro albero, ma anche sul sedile di un autobus, su una panchina… insomma: le poesie sono da sempre doni dei poeti all’umanità e come tali devono essere diffusi e condivisi.
Se non volete o non potete condividere fisicamente questo dono, leggete e tenete per voi queste cinque poesie.
Alcune di esse le avrete certamente studiate a scuola, vi saranno rimaste impresse, o forse le avete già sentite da qualche parte e avevate bisogno di rileggerle.
Gli autori sono in ordine cronologico, in base al loro anno di nascita.
Er Presepio
di Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri
(Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950)
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Nella notte di Natale
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli
(Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957)
Io scrivo nella mia dolce stanzetta,
d’una candela al tenue chiarore,
ed una forza indomita d’amore
muove la stanca mano che si affretta.
Come debole e dolce il suon dell’ore!
Forse il bene invocato oggi m’aspetta.
Una serenità quasi perfetta
calma i battiti ardenti del mio cuore.
Notte fredda e stellata di Natale,
sai tu dirmi la fonte onde zampilla
Improvvisa la mia speranza buona?
È forse il sogno di Gesù che brilla
nell’anima dolente ed immortale
del giovane che ama, che perdona?
Natale
Giuseppe Ungaretti
(Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970)
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.
Buon Natale
Dino Buzzati Traverso
(San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972)
E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.
E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa’ piano, Bambino, se puoi.
Natale
Alda Giuseppina Angela Merini, nota semplicemente come Alda Merini
(Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009)
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
Che il sacro fuoco della poesia ci faccia compagnia in questi giorni di avvento, buone feste!
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