
E se giungesse una carta a indicarti la strada che hai sempre voluto percorrere, ma non ne hai mai avuto il coraggio? In scena mercoledì 20 marzo al Teatro Golden di Roma lo spettacolo Le carte danzanti di Maria Strova. Un invito a non cercare la perfezione, ma a captare le sensazioni che parlano a tutte noi.
Le carte danzanti è uno spettacolo scritto e diretto da Maria Strova. Una produzione Omphalos in scena mercoledì 20 marzo 2024 alle ore 21.00 presso il Teatro Golden in Via Taranto, 36 a Roma. Il progetto nasce dal lavoro ventennale della scrittrice e coreografa Maria Strova sulla creatività. Cura la direzione artistica il regista colombiano Juan Diego Puerta Lopez. Mentre la coordinazione è seguita da Martinica Ferrara danzatrice di rilievo che dirige il Teatro del Respiro insieme a Maria Strova.

MARIA STROVA
Direttrice italo-colombiana del Teatro del Respiro, il mondo di Maria Strova è il Teatro e la Danza Orientale. Ha studiato Danza Classica molto presto in Colombia con maestri russi, in particolare con Vladimir Akopov del Balletto Moiseyev. E con il coreografo Ugo dell’Ara della Scala di Milano con cui ha lavorato per l’Opera e i balletti dell’Aida, La Vedova Allegra, Ballo di Maschere. Ha lavorato nello show di Ellen Burstyn, direttrice dell’Actors Studio, ha recitato accanto a Don Johnson in Free Fall, l’ultimo episodio della serie Miami Vice. Ha lavorato con Quentin Tarantino nel suo primo film, Le Iene.
Com’è nata idea delle carte danzanti?
Mentre insegnavo danza orientale nei miei seminari e le allieve dovevano danzare di fronte ad altri o dovevamo andare in scena vedevo molte difficoltà che le accomunavano: paure, blocchi, sensazioni corporee invadenti… e iniziai a bisbigliare loro dei suggerimenti all’orecchio per incoraggiarle a non soccombere e dare la parte più importante di loro stesse alla paura ma di permettersi di brillare e di sentire il corpo potente come loro stavano scoprendo attraverso la danza. Suggerivo di abbandonarsi a quella libertà e di giocare, di non ascoltare il giudice interiore ma usare la loro inventiva prendendosi il loro tempo, respirando.
Poi iniziai a creare delle carte con delle frasi che sono proposte per improvvisare una danza con il corpo e da li è partito il progetto editoriale. Molto di questo lavoro è basato sulla mia esperienza come attrice negli USA, in particolare il lavoro con il regista Peter Flood dell’Actors Studio di New York dove imparai a non dividere la mia esperienza di attrice: quello che ero in scena e quello che portavo io come Maria: c’era sempre la possibilità di creare una connessione. Quello che sentivo io, sentivo il personaggio e non dovevo fingere per interpretare un ruolo. Da li il gioco delle Carte Danzanti, che chiede a chi gioca di danzare amando il momento, la vita che hai davanti con le sue opportunità e non quello che pensi ci dovrebbe essere nella tua testa. Il gioco permette la ricerca, l’originalità, aiuta la personalità ad emergere e ci aiuta a sentirci forti nelle proprie scelte. Tornare bambini e dare tutto per l’opportunità di giocare liberi.
Crede che la creatività e la potenza femminile siano ancora un mondo da esplorare?
Credo che la danza orientale vada vista in una prospettiva di potenza femminile. E la valorizzazione del corpo della donna è molto importante per aiutare donne, bambine e adolescenti a “sentirsi”. A non vivere ascoltando un giudizio esterno costante e pesante di come devono essere. Quale tipo di corpo sia giusto, se sia sexy o meno ma attraverso la creatività della danza si può scoprire la bellezza e la potenza del proprio corpo. E dell’immaginazione per definire se stesse: cosa sono come donne e come si vogliono rapportarsi con il mondo e con i temi legati al loro corpo.
La creatività aiuta a definire un’identità femminile, per me definire cosa sia essere una donna è una ricerca che dura una vita e cambia. In quel cambiamento posso crescere e definire meglio il mio mondo, cosa mi piace e cosa trovo inaccettabile. Per esempio l’erotismo della danza è vitale per la donna se è definito da lei stessa e non da una manipolazione altrui o dallo sguardo maschile che fa del suo corpo oggetto da sfruttare. La creatività dona la libertà di esplorare e vivere tutti gli aspetti del femminile e di giocare per creare connessioni interessanti. Noi facciamo uso di veli, ali di Maria, candele, ventagli oggetti che ci suggeriscono un modo di muoverci e di danzare sensuale, legato al movimento sinuoso. Ma ben ancorato a terra del corpo.

Com’è possibile in questo momento storico liberarsi di certi pesi e vivere la propria esperienza di vita in libertà?
È una ricerca di vita questa, credo che vivere in armonia con se stessi sia come un faro che dovrebbe guidarci. E se a volte ci perdiamo sta li per ricordarci la strada e che il percorso può essere un mare tempestoso e difficile di navigare. Questa domanda mi fa pensare alle Ali di Maria, uno strumento per la danza che ho creato nel 2007 in ricordo a mia nonna che m’insegno a vivere amando la natura le piante, le farfalle e le persone! Ogni volta che insegno danza con mia figlia Martinica ai gruppi usando “le ali”, immagino di cercare la libertà.
Il corpo di una donna diventa facilmente una gabbia.
E solo lo lavorandolo con amorevole dedizione come può essere nello studio della danza, si può sentire la sua forza e bellezza. Le ali ci insegnano a dare il tempo necessario, cosi che possano dispiegarsi per fare le figure più intricate e non usare la forza. Ma usufruire dal tocco dell’aria perché la danza sia leggera e possa creare sculture nello spazio. Ci insegnano a prendere tempo per creare e a dare il tempo allo svolgersi della danza e della vita, a non correre sempre.
La libertà di volare suggerisce che serve presenza e disciplina per essere liberi. E che libertà non è poter sempre “fare come mi pare”, ma poter scegliere cosa vale la pena di amare e lavorare infaticabilmente per dare voce alla nostra scelta. Come artista dedico la mia vita alla valorizzazione della donna attraverso la danza e la parola al teatro. E vivo questa mia scelta con passione ed impegno. Il mio lavoro come regista e scrittrice punta in quella direzione e le Carte Danzanti sono un proseguimento ludico di questo impegno. Un aspetto importante nella propria ricerca di senso e libertà penso sia dare peso a quello che sentiamo e crediamo. E questo comporta saper dire no più spesso a richieste, etichette e stereotipi che sono normali nella nostra cultura e vita quotidiana ma non ci fanno bene!
Aver coraggio di guardarsi dentro per scoprirsi anche diverse delle aspettative di un mondo che non è gentile con il corpo e la voce delle donne. Invece cercare la nostra felicità e forza dove il corpo sa danzare con gioia e slancio e la paura non ferma la sua espressione.
Lo spettacolo.
Le danze utilizzano il linguaggio della Danza Orientale, del Flamenco Arabo, della Danza dei Veli e della Tribal Fusion. Coreografie di: Maria Strova, Martinica Ferrara Strova, Barbara Gervasi, Giada Somenzari, Antonella Sciahina.
La Musa Bisbiglia: Livia Lupattelli. Bambina: Alice Di Giorgi. Danzatrici: Allegra Falbo, Antonella Apolloni, Assia D’Anna Galluccio, Chiara Amadio, Chiara Lo Verme, Cinzia Cotellessa, Clarisa Gil, Claudia Gambacorta, Eliana Cacciatore, Elisa Pierleoni, Federica Semprebene, Francesca Salandri, Francesca Trezza, Fulvia Bracali, Giulia Coletti, Isabella Leone, Laura Comandini, Martina Buccheri, Michelle Fugazza, Nadia De Marco, Nadia Slimani, Regina Vivan, Sarah Debbaghi, Sara D’Acchille, Vittoria Iavicoli.
Info e Prenotazioni
Tel. 0670493826 info@teatrogolden.it
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