E se bastasse poco per risolvere tanti problemi come quello della fame in certe zone notoriamente afflitte dalla mancanza di cibo? E se bastasse poco a tutelare le coltivazioni del mondo globalizzato dai sempre più frequenti cambiamenti climatici che le devastano? A queste domande risponde l’agroecologia.

L’agroecologia è un metodo sostenibile con cui praticare l’agricoltura. Si tratta di un sistema di produzione del cibo che imita la natura e i suoi naturali processi. Di agroecologia si sente ancora poco parlare, ma questa potrebbe portare l’uomo a compiere un altro grande passo in questa direzione verde che con tanta fatica sta intraprendendo.

Agroecologia

Sfruttando la biodiversità e riciclando le risorse e i nutrienti, l’agroecologia permette di accrescere la produttività, controllare gli agenti infestanti ed eliminare i prodotti chimici con cui troppo spesso il pianeta viene avvelenato.

La FAO ha individuato, in questo sistema di produzione, dieci punti fondamentali. Tra questi, particolare attenzione va data alla localizzazione delle colture. La globalizzazione e quell’avere tutto e subito a cui si è abituati ha regalato all’uomo diete squilibrate e malattie cardiovascolari, mentre l’agroecologia punta a una produzione delle colture locali più salutari.

In questo modo si ristabilisce una connessione diretta (e a km 0) di produzione e consumo del cibo. Forse questo potrà non sembrare interessante a chi ha il supermercato sotto casa. Ma il pensiero deve essere sempre rivolto a popoli per i quali le merendine e i prodotti in scatola sono una mera illusione.

Diversità

Facile coltivare prodotti locali, poi arriva un’ondata di maltempo, o la siccità, ed ecco fatto che il raccolto è da buttare.

L’agroecologia risolve anche questo problema coltivando insieme più colture contemporaneamente. La promiscuità di specie diverse accresce la produttività e protegge il raccolto complessivo.

L’agroecologia, infatti, ha come base quella di far crescere piante anche molto diverse tra loro, tutte assieme (tutte ovviamente adatte al tipo di terreno, alla zona, etc). In questo modo le piante che crescono più alte, o con le foglie più larghe, possono far da scudo a quelle sottostanti. Il raccolto, in caso di insolite tempeste sempre più frequenti, potrebbe essere non totalmente da buttare.

In agroecologia è importante accettare compromessi. Si può perdere una parte di raccolto ma si riesce a tutelarne un’altra. E questo principio vale anche per i sistemi infestanti. Quante volte sentiamo dire la parola disinfestante?

L’agroecologia vuole che il contadino riesca a trovare un equilibrio ecologico, ovvero a creare un habitat naturale in cui gli agenti infestanti convivono con il raccolto. Per esempio, la presenza di rane, uccelli e altri predatori aiuta a controllare tutti quegli agenti che potrebbero distruggere la coltivazione.

Stop agli sprechi

Questo millennio è quello del tutto e subito. Si vuole le fragole a gennaio? Che problema c’è: basta andare al supermercato, lì c’è tutto!

Ma quanto, di quello che finisce nei carrelli della spesa, viene realmente consumato? Non c’è bisogno di ricordare che gli sprechi alimentari sono molto elevati. Troppo, per un pianeta sull’orlo del collasso e che ha bisogno di abbassare emissioni e consumi.

Con l’agroecologia si crea un’economia circolare e anche solidale. L’agroecologia collega direttamente produttore e consumatore con una produzione proporzionale ai bisogni. Così facendo si hanno prodotti freschi, si riduce lo spreco di cibo e i consumi d’energia per i trasporti.

Per saperne di più

L’agroecologia è molto altro ancora. È efficienza e resilienza, è condivisione e unione. La Soils, Food and Healthy Communities promuove questo stile di vita in molti villaggi africani (e non solo) soggetti a carenza di cibo e problemi di malnutrizione.

Nel corso degli anni sono stati condotti esperimenti sociali per coinvolgere tutta la comunità (non solo le donne) è il risultato è stato un progressivo miglioramento delle condizioni di vita generali di adulti e bambini.

L’agroecologia dimostra che è possibile coltivare in maniera sostenibile e questo potrebbe essere un grande passo avanti in un mondo che ha sempre più bisogno di accortezze se vuole essere salvato. Siamo noi esseri umani a decidere del nostro destino su questo pianeta, non sarebbe quindi il caso di provarci?