Di Morgana si dicono molte cose: che era una fata, una potente strega con poteri sovrannaturali, una guaritrice, nonché sorellastra di re Artù alla corte di Camelot. Esistono innumerevoli versioni del mito, così come diverse riproduzioni letterarie e televisive che la vedono protagonista. Quella più diffusa la vede come pupilla di Merlino, da cui apprende le arti magiche, ma la cui spasmodica gelosia nei confronti della gloria del fratello la spinge a ordire un complotto con Sir Mordred, cavaliere della Tavola Rotonda, per spodestare Re Artù dal trono.

Le più note versioni del Ciclo Arturiano la collocano quindi dal lato degli antagonisti, persino nel celebre cartone animato targato Walt Disney, La spada nella roccia, la sua figura è sostituita dalla Maga Magò, una bizzarra e potente strega che affronta Merlino in un duello all’ultimo incantesimo. Ma anche nella serie televisiva britannica Merlin, trasmessa per la prima volta nel 2008 dalla BBC e da diverse piattaforme di streaming, è il nemico per eccellenza, inizialmente alleata nelle prime stagioni della serie, cederà in seguito al potere dell’oscurità.

In questo romanzo di Sabina Colloredo le viene restituita una voce del tutto nuova. Una bambina che nacque in una notte di luna piena, accompagnata dalla sue fedele civetta che pronunciò il suo nome per la prima volta, accudita dalla sua balia Eunice che non manca di farle notare con affetto le sue stranezze.

Con i genitori e le sorelle ha ben poco in comune, da sempre esclusa per via dei suoi modi strambi e della sua folta chioma di capelli neri che le incornicia il viso, amplificando il suo fascino sinistro.  Ma Morgana non ne fa un cruccio anzi: cerca in tutti i modi di dare ascolto a quelle voci che iniziano a palesarsi fin dalla sua infanzia. Finché un giorno, dopo aver tenuto testa ad un lupo nel bosco, capisce di essere una strega con il dono della Vista. Una Cassandra in chiave mitologico-medioevale.

“E anche il grande Uther in fondo mi temeva, perché gli uomini diffidano di ciò a cui non sanno dare un nome: i poteri invisibili e la magia delle donne.”

A Morgana viene affidata una grande responsabilità, quella di prendersi cura del fratellastro Artù, nato dal secondo matrimonio della madre con Uther Pendragon, e destinato a grandi cose. Un compito che assolve con dedizione e affetto fino a che, ormai adolescente e pronto a concludere la sua formazione altrove, le loro strade si dividono temporaneamente.

“Sai che non posso decidere io. Ho un destino e devo affrontarlo, che mi piaccia o no. Sei stata tu la prima a ripetermelo, da quando sono nato.”

“Ti ho detto anche altre cose.”

“Per esempio?”

“Che il destino si può plasmare con la volontà.”

Solo allora Morgana decide che è giunto finalmente il momento di conoscere sua zia Viviana, da tutti conosciuta come la Dama del Lago. Viene così accolta nella nebbiosa e magica terra di Avalon insieme ad altre sacerdotesse, sotto gli occhi di una rassegnata Eunice che sognava per lei un matrimonio felice e una famiglia numerosa. Ma in fondo Morgana non ha mai fatto mistero della sua natura, né del cammino a cui si è sempre sentita destinata.

La sua strada tornerà a incrociarsi un’ultima volta con quella del suo amore non corrisposto, Merlino, e con quella di Artù, della regina Ginevra e dei fedeli cavalieri della Tavola Rotonda. Ma il fato è già stato scritto, e da ogni fine non può che nascere un nuovo inizio.

Una rivisitazione moderna che mostra la Fata Morgana sotto un’altra luce: una donna sicura di sé, libera, capace di provare affetto per i suoi cari, senza però snaturare la propria essenza per compiacere gli altri. In questa affascinante versione targata Giulio Perrone Editore, arricchita dalle splendide illustrazioni di Lucia Scuderi.

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