Scoprire da vicino che cosa significa studiare una disciplina come Storia dell’Arte. Aspetti formativi, umanistici, tecnici e personali. Le esperienze di due studentesse e l’obiettivo di raccontarlo attraverso i loro preziosi spunti di vita
ARTE E VALORI – Spiegare i valori di una disciplina come l’arte avrebbe bisogno di una serie prolungata di articoli. Impossibile dare una definizione del concetto di bello, gli aspetti evolutivi della creatività umana, la costruzione delle emozioni e la dimensione storiografica della materia. Non basterebbero le righe di questa dashboard digitale e non è una cosa del tutto scontata ribadirlo.
Il vero messaggio di questa idea è far parlare chi dedica il suo tempo professionale e sociale a una disciplina così vasta. In questo caso chi è nella fase più fertile dell’incontro con la materia. Due studentesse, i cui sogni e la cui visione del futuro mai è così importante per dare un colore vivace agli aspetti più iconici e suggestivi dell’arte e della vita stessa.
Spazio a Vanessa Barelli e Silvia Vicario
ARTE E VALORI – Le protagoniste di questa idea sono Vanessa Barelli e Silvia Vicario, a cui come redattore di Pink Magazine mando un caloroso abbraccio e un sentito grazie per aver accettato l’invito. Una proposta per una nuova sfida, raccontare le prospettive, i sogni e le difficoltà che l’arte riserva. Ma soprattutto il coraggio, la determinazione e la passione che servono per completarsi sul fronte professionale e umano.
Vanessa è una studentessa all’ultimo anno degli studi triennali del corso Storia e tutela dei beni artistici, presso l’Università degli Studi di Firenze. A causa del periodo pandemico è costretta a studiare a Roma a distanza. Il suo grande sogno è concludere la triennale nella massima città toscana e intraprendere un percorso di restauro proprio lì.
Silvia ha completato gli studi triennali del corso Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico e Archeologico nel 2020 presso l’Università Roma Tre. Attualmente è a un passo da concludere il ciclo magistrale in Storia dell’Arte. Il suo grande sogno è concludere gli studi e un domani poter lavorare come guida turistica.
Approfondiamo con l’intervista il concetto di arte nella vita di una studentessa.
Che cosa rappresenta nella tua vita l’arte? Ti andrebbe di raccontare il tuo primo approccio?
Vanessa.
È stata sempre una costante perché a casa con la mia famiglia si è sempre respirata. È sempre stata valorizzata la cultura in generale, fino a curare l’aspetto specifico dell’arte in sé. Sono cresciuta intorno a libri, la maggior parte di questi legati al mondo dell’arte. Ti svelo una cosa, già quando avevo quattro anni aprivo questi testi e li guardavo con occhi diversi, fino a riprodurre proprio i disegni. Quindi da quando ho possibilità di ricordare, c’è sempre stata. Un amore e un interesse così forte da farmi chiedere a mio padre di portarmi ad una mostra di Paul Gauguin. Avevo solo otto anni.
Silvia.
Non è stata un amore predestinato. Nel senso, non sono nata e amavo già l’arte alla follia. Quando ero piccola non era così, però c’è un momento fondamentale nella mia vita. Il momento in cui ho capito che potesse esserci un interesse risale ai tempi della scuola. Era una visita ai Fori Imperiali e la cosa che pensai mentre ero lì fu attrazione verso qualcosa che avrei potuto approfondire in futuro. I pensieri andarono sul piacere nel fare la guida turistica, quanto potesse essere bello spiegare le opere agli altri. Quello è il momento in cui ricordo che questa potesse essere la scelta giusta per me. In seguito con la scuola continuai a studiare Storia dell’Arte e lì pensai che fosse la cosa migliore da fare.
Che cosa diresti a chi vuole scegliere un curricolo di studi simile. Quali sarebbero i punti di forza, ma anche deboli per fare una panoramica completa della materia?
V.
Innanzitutto c’è da dire che deve essere una scelta consapevole, come tutte le facoltà del resto. Non può essere di certo una scelta di ripiego tanto per intraprendere un percorso universitario. A proposito di questo vado subito al punto debole. La debolezza di questo ambito è proprio la mancanza di lavoro, non si lavora o molto poco in generale. Una di queste mancanze è dettata proprio dalle istituzioni che investono poco.
Scusa se ti interrompo a riguardo. Una soluzione in merito a questa difficoltà? (n.d.r.)
Non è una cosa facile, il problema principale è che non si assume. Troppe persone con reddito di cittadinanza, o gli stessi musei che chiudono o lavorano solo su prenotazione. Inizierei ad assumere persone, ma per farlo occorre investire. Non è scontato o banale ripeterlo, ma qui in Italia le risorse non mancano. C’è un potenziale enorme. Per arrivare a questo obiettivo bisogna cambiare la considerazione che si ha di questo lavoro e questo ambiente. Bisogna cambiare l’approccio che sia ha delle persone. Combattere la sottovalutazione di questa disciplina. Bisogna cambiare la concezione già che c’è nelle scuole. Storia dell’Arte ha come punti di forza importanti, la ricostruzione storica della nostra società. Occorre metterla nei primi piani, come materia importante. Si tratta di un processo molto lento, ma fatto questo, si potrà cominciare ad investire realmente. Concludo sottolineando il punto di forza più grande della materia. L’arte è internazionale e ha gli occhi del mondo su di essa.
S.
Direi la stessa cosa per qualsiasi ambito, non solo formativo, ma nell’ambito della scelta in generale. Storia dell’Arte è una cosa molto particolare, molto sottovalutata. Lo percepisci quando rispondi alla domanda “che cosa fai nella vita o che cosa studi”. Ad ogni mia risposta, lo sguardo degli altri cambia, quasi come a non prendermi sul serio. Questa cosa è brutta e rasenta uno dei lati più negativi. Non può funzionare così, perché uno dei punti di forza più rilevanti dell’arte è che riguarda ancora tutto ciò che ci circonda. La realtà intorno a noi è tutto un frutto di storia ed eventi che hanno un peso importante per noi. Non dico che tutti dovremmo saperli, ma un minimo di basi. Esiste molta gente che passa sotto opere millenarie senza sapere neanche cosa sia. L’unico pensiero è immortalare il monumento e metterlo sui social. Fine. La faccenda è triste perché in realtà è importante conoscere. Il consiglio grande è scegliere ciò che piace veramente, altrimenti non avrebbe alcun senso. Bisogna scegliere qualcosa che realmente appassiona e può aprire anche un futuro. A prescindere consiglio questo curricolo, ma sempre con i piedi per terra. Esiste quella parte negativa e bisogna prenderla sotto esame.
Un’opera e un’artista che ti ha segnato e perché?
V.
Come artista posso dirti Caravaggio. Sin da bambina ho subito il suo fascino. Il tutto viene dal suo modo di dipingere, dando all’opera la fisionomia di una fotografia. Inoltre percepisco l’artista come un rivoluzionario nella pittura attraverso le luci, l’utilizzo di gente comune come modelli. Lo avverto come la rivoluzione in persona. Caravaggio è l’artista che ho sempre ammirato più di chiunque altro. L’opera invece siamo all’opposto anche per periodo storico (ride n.d.r.). Può sembrare banale e molto spesso citata, ma è la Notte stellata di Van Gogh. Sin da bambina ho avuto una grande attrazione perché quando la guardavo sembrava che questa si muovesse. Se Caravaggio per me rappresenta la parte pratica, quella oggettiva nel rappresentare lo stupore, Van Gogh si pone in maniera opposta. L’artista non sembra avere niente di oggettivo, percepisco proprio il suo malessere, la sua interiorità. La notte stellata è la propulsione di emozioni concentrate in esse. Ecco quale movimento vedo nella Notte stellata, una propulsione di emozioni in moto.
S.
Non saprei dirti. Devo ammettere che non amo soffermarmi su qualcosa, preferisco nel mio approccio generalizzare. Non credo che debba esserci per forza qualcuno a cambiare le cose. Dovremmo essere tutti quanti insieme a dare un messaggio nuovo e diverso. Quindi non c’è nessuno che da solo potrebbe imprimere il pugno e cambiare le cose da zero. Nessuno fa niente da solo, c’è bisogno della collettività, altrimenti si è uno contro miliardi. Figuriamoci in questi tempi moderni, in cui ogni messaggio sociale deve passare come insistente. Un po’ come Frida Kahlo usata e riusata per slogan femministi con parole pensieri che lei non ha neanche mai detto. Ma ce ne sono diversi di personaggi trasformati per scopi di lucro e tendenza. È proprio per questo che non amo trovare una figura univoca, ma ampliare il percorso a tanti che possono darmi una visione completa su quello che sto studiando e analizzando.
Un augurio forte e un messaggio per chi legge Pink Magazine
ARTE E VALORI – Vanessa e Silvia sono due ragazze con una sensibilità e uno spirito di iniziativa notevole. L’amore per questa disciplina si intravede già dalle prime righe di questa intervista. Il loro vissuto e le loro esperienze sono regali preziosi da custodire e su cui riflettere. Nonostante le diverse difficoltà non intendono mollare e affrontano il loro percorso con la stessa passione di sempre. Che sia questo l’atteggiamento giusto per cominciare a dare il giusto risalto a una materia così vasta e ricca di valori umanistici e tecnici.
Il grande augurio che è doveroso fare è che possano raggiungere e arrivare dove vogliono, come tutti i giovani che sognano ad occhi aperti ogni giorno.
A tutti le lettrici e i lettori di Pink, questo che segue è un pensiero per il nuovo anno. Possa ogni vostra nuova avventura e aspirazione tramutarsi in un viaggio ricco di eventi, conoscenze e valori. Magari proseguendo sempre al nostro fianco.
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