In questo periodo, un po’ tutti stiamo trascorrendo tanto tempo in cucina, dedicandoci alla preparazione di dolci e manicaretti.
In questo periodo, un po’ tutti stiamo trascorrendo tanto tempo in cucina, dedicandoci alla preparazione di dolci e manicaretti.
Perché cucinare è diventata l’attività preferita? Bella domanda!
Perché cucinare è diventata l’attività preferita? Bella domanda!
A stuzzicare le nostre inesperte e inusuali doti culinarie è un mix di fattori più o meno individuabili.
Generalmente questi fattori raggiungono il culmine della loro influenza verso l’ora di colazione, merenda, brunch, pranzo, merenda numero due, spuntino, spuntino numero due, aperitivo, apericena, cena, post-cena, pre-nanna.
Generalmente questi fattori raggiungono il culmine della loro influenza sempre.
Cosa ci spinge a cucinare?
La voglia di appagare una latente ma costante sensazione di insoddisfazione, probabilmente. Il desiderio di minimizzare l’insofferenza generata dalla costrizione, forse. La speranza di ingannare la mente stimolando lo stomaco, sicuramente.
Per non parlare di quel totale stato di realizzazione che si raggiunge quando inforni un impasto a forma di vomito e ne sforni una soffice spugna a forma torta! Il magico mistero dell’arte culinaria.
Quali sono le capacità necessarie?
Dipende.
Abbiamo l’esperto panificatore che di mestiere fa il geometra, ma a mali estremi, estremi rimedi e quindi ha fatto come l’Homo di Neanderthal che ci ha creduto così tanto da trasformarsi in Homo Sapiens.
Non c’è abbastanza lievito per tutta la popolazione? Non c’è problema, l’infanzia passata a giocare col Piccolo Chimico di certo ha dato i suoi frutti. Basteranno pochi ingredienti per farlo a casa: creatività, fantasia, uno stomaco di ferro e voilà!
Il cugino del panificatore è il mastro fornaio, quello delle pizze lievitate per tre settimane, condite con soli ingredienti biologici coltivati nel proprio giardino: würstel e patatine.
La pasta fatta in casa? Non può mancare: all’uovo, di semola, integrale, lunga, corta, ripiena… al primo posto gli gnocchi di patate che hanno la stessa forma delle cozze, “brutti ma buoni!”.
Qualche impavido azzarda addirittura i piatti tipici di altre culture servendo in tavola sushi, sashimi, ramen, poke, taco, paella, falafel, tortillas, wonton, hummus, con contorno di würstel e patatine.
Il dessert è senza dubbio la stella luminosa della tavola e il sogno di trasformarsi in esperti pasticcieri ha bussato a tutte le nostre porte con estrema violenza, inducendo i più deboli a sottomettersi senza riserve.
Cosa siamo disposti a fare per un buon dolce?
Montare a neve le uova. Che palle!
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