“Matilde le consegnò il giornale. La rubrica era esattamente a metà, due colonne e un titolo raffinato stampato a caratteri lineari e senza grazie LE DONNE DI EMMA”.
Quella che sto per raccontarvi è la storia di una donna che attraverso la lettura delle opere di Virginia Woolf è riuscita a riscattarsi dalle sofferenze e dal dolore, una donna che ha conquistato la libertà, l’indipendenza e la consapevolezza di sé stessa.
“Nessuna donna nasce con un destino già scritto. non c’è alcun braccio cui appoggiarsi e si può camminare da sole. Questo le aveva insegnato: ad avere fiducia nelle proprie capacità. L’indipendenza di pensiero”.
Emma era cresciuta in un’epoca in cui la donna prima viveva sottomessa al padre e poi al marito ma Emma era un vulcano, “la sete di sapere, così forte da non lasciare che i pensieri si acquietassero nemmeno per un attimo, l’aveva salvata dalla lenta morte per mano dell’ignoranza. Emma era viva. Era acqua, bosco, era il vento d’inverno che faceva vibrare le chiome degli alberi e spazzava i campi. Era la tempesta improvvisa in un giorno d’estate”.
E così dopo un trauma che l’aveva segnata nel profondo si ritrovò sulla via per Cortona insieme a suo fratello Settimio alla volta della Villa della Signora Dalloway, lontana dalla sua casa d’infanzia e soprattutto lontana da un dolore che piano piano stava mettendo radici profonde nella sua anima. Una scelta necessaria per garantire un futuro migliore a Emma, si era detto Settimio, una decisione che doveva essere presa prima dell’inevitabile che era già accaduto. E non ci fu scelta migliore. Presso la Signora Dalloway, dove prestò servizio come domestica, Emma trovò nella sua datrice di lavoro un’amica, la migliore che si potesse trovare, un’amica che le fece conoscere le opere di Virginia Woolf e attraverso di esse ritrovare se stessa, fiducia nelle proprie capacità e possibilità. Nacque il Club di Virginia: una volta alla settimana le due donne si riunivano con alcune donne operaie della città e trascorrevano il tempo leggendo le opere della grande scrittrice, ore in cui le donne parlavano di loro e soprattutto imparavano a dare voce al proprio essere e a capire quanto fosse importante avere un proprio pensiero indipendente da quello del proprio uomo.
Così come Virginia Woolf era stato un faro nel buio della notte di Emma, così Emma aveva riacceso nella Signora Dalloway la speranza, facendole intravedere uno spiraglio di luce nella sua esistenza che aveva deciso di scontare nell’isolamento della sua grande casa. Perchè così come Emma serbava nel suo cuore un segreto che come una lama continuava a infliggere ferite nella sua anima, così anche la Signora Dalloway nascondeva un dolore che aveva cercato di soffocare fino all’arrivo di Emma.
“Era una storia che spettava a lei finire di scrivere, era una questione di rispetto verso la signora Dalloway”.
Emma doveva farlo per la sua amica, per se stessa e per dare voce a tutte le donne. La Signora Dalloway le aveva lasciato degli indizi tra cui la prima Edizione in lingua originale con dedica de La Signora Dalloway, un opuscolo della Villa dell’Ombrellino a Firenze e una vecchia foto di un castello in Inghilterra.
Un romanzo appassionante che è entrato prepotentemente tra i miei libri del cuore. La penna raffinata dell’autrice è in grado di catapultarti nella storia e farti vivere ogni più piccola emozione insieme ai personaggi. Un romanzo che a mio parere possiamo dividere in due parti: la prima più introspettiva di conoscenza dell’animo di Emma, della sua vita, della sua crescita interiore fino all’arrivo della consapevolezza con il club di Virginia ambientata prevalentemente a Cortona e poi in un attimo ci ritroviamo a Firenze e poi in Inghilterra dove come in un giallo la protagonista inizierà la sua indagine per riscattare la sua amica, se stessa e tutte le donne. Possiamo dire che sono tre le protagoniste di questa storia, Emma, la Signora Dalloway e infine Virginia Woolf che aleggia nei pensieri, nell’atmosfera, nell’ambientazione e nella scrittura dell’autrice. Sono molti i dettagli e i richiami alle opere e alla vita di Virginia e insieme con la protagonista Emma visiteremo i luoghi importanti che hanno segnato la vita della grande scrittrice. Ho adorato la penna dell’autrice, la sua maestria nel descrivere e nel paragonare le emozioni e i pensieri alle stagioni “aveva scoperto in sè un coraggio che mai avrebbe immaginato di avere, una primavera improvvisa ed eterna”.
Una storia ricca di colpi di scena e di emozioni che si susseguiranno uno dietro l’altro. Un romanzo che ho divorato e che mi ha rapita e coinvolta e da profonda femminista quale sono occuperà un posto speciale nel mio cuore.
“Quando arriva, a volte, il dolore ha uno scopo: dare una direzione diversa, inaspettata. Se si è abbastanza forti da attraversarlo… Era servito, dunque, a renderla la donna che era.”
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