Tra le problematiche più spiacevoli che affliggono il genere umano, una delle peggiori è sicuramente la scortesia.

Mi riferisco a quella rozzezza malsana di cui alcune persone sono geneticamente dotate e, ovviamente, naturalmente portate ad esternarla. Sempre.

Nessuno è perfetto e ne traiamo l’inconfutabile prova dal super ridotto numero di persone con cui riusciamo ad andare d’accordo; ma è bene saper distinguere i difetti caratteriali, pur sempre rettificabili, dalla scostumatezza più becera, che è invece irrecuperabile.

In che modo, quindi, possiamo affrontare la scorrettezza delle persone? Come dovremmo comportarci davanti a uno sgarbo?

Nella maggior parte dei casi, la miglior risposta è mantenere la calma, provare ad essere superiore ed evitare di generare un conflitto. In tutti gli altri casi: combattere e poi dire una frase a effetto.

Urli al telefono in treno mentre sto cercando di leggere un libro? Urlerò più forte di te mentre schiaccerai un pisolino.

Mi strattoni perché vuoi superarmi in fila dal gelataio? Ordinerò così tanti gelati che il tuo turno arriverà all’incirca quando il Re dei Ghiacciai in persona si presenterà al mio cospetto per dirmi che è giunto il momento di andare.

Mi strappi una maglietta da mano mentre la sto guardando? Io ti strappo i capelli.

Sto aprendo una porta e t’infili prepotente per entrare prima di me? Lascio la porta e te la faccio sbattere addosso. Ops.

 Ti scrivo un messaggio abilmente composto, frutto di una lunga elaborazione e di un’approfondita riflessione, pieno di dettagli, chiarimenti, indicazioni, considerazioni, argomenti e mi rispondi soltanto “OK…”? Ti blocco e non ti scriverò mai più.

 La lista è praticamente infinita, come infinite sono le parolacce che vorresti gridare a queste persone, pregandole di rivelarti esattamente cosa le spinge a comportarsi così.

“Cosa diavolo ci guadagna la tua miserabile vita a mangiare un maledetto gelato tre dannati minuti prima, al punto da giustificare il riprovevole spintone che mi hai riservato?” Consiglio: ogni parola deve essere preceduta da un aggettivo aggressivo, per dare più enfasi alla rabbia.

La frase a effetto finale? “Mi sembra interessante e rispetto il tuo punto di vista… ma ora ti ammazzo!”