Jane Austen, nata il 16 dicembre 1775 a Steventon, nell’Hampshire, già all’età di 12-13 anni (ma è molto probabile anche anteriormente) inizia a scrivere i primi componimenti: raccolti in tre quaderni cui viene dato il titolo di Juvenilia (Volum The First, The Second, The Third), sono principalmente parodie del genere di romanzo allora in voga: quel romanzo sentimentale fatto di amori contrastati, genitori ostili, atmosfere cupe, destino avverso, che tanto dovevano sembrare eccessivi alla sua viva intelligenza e alla serenità familiare di cui godeva.
Non a caso il primo romanzo ad essere acquistato da un editore (che poi però lo terrà in un cassetto) è Northanger Abbey, parodia del romanzo gotico che contiene l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi tipici della scrittrice, la quale si era cimentata anche con il genere epistolare di derivazione richardsoniana (Lady Susan, Love and Friendship -aveva un debole per il dittongo-Lesley Castle), facendo risaltare la sua vena ironica e il gusto per i particolari.
I due romanzi più famosi nascono su una base epistolare secondo i costumi letterari dell’epoca: Ragione e Sentimento e Orgoglio e Pregiudizio verranno interamente rivisti più di un decennio dopo la loro iniziale stesura e pubblicati finalmente nel 1811 e nel 1813.
Così si chiude il ciclo di Steventon per aprirsi quello febbrile e prolifero di Chawton dove Mrs Austen, rimasta vedova, si è trasferita insieme alle due figlie, Cassandra e Jane. Nel cottage messo loro a disposizione dal fratello benestante, Jane scriverà, a pochissima distanza l’uno dall’altro, Mansfield Park, Emma e Persuasione; e se la morte non l’avesse rapita anzitempo, avrebbe completato anche l’ultimo, Sanditon, iniziato il 27 gennaio 1817 e interrotto i primi di marzo seguente.
Lo scenario dei romanzi è pressoché identico: famiglie di ceto medio, allocate nella campagna inglese; il motore delle storie è (apparentemente) il matrimonio da parte delle giovani donne protagoniste. Il tutto sapientemente narrato con tono ironico e schietto, da una regia divertita e realista che attinge più di una pennellata di colore dalla propria condizione socio-familiare (checché ne dica il nipote James Edward Austen-Leigh, nel suo Ricordo di Jane Austen, dove si preoccupa di smentire l’ispirazione della zia a fatti o personaggi veramente esistiti, come si fa oggi nei titoli di coda dei film).
In Ragione e Sentimento le antitetiche caratteristiche sono impersonate dalle due sorelle: Elinor e Marianne (in cui qualcuno ha voluto vedere le stesse Cassandra e Jane), paladine l’una del buonsenso e l’altra del sentimentalismo, entrambe comunque messe alla prova dagli imprevisti della vita. La contrapposizione tra Mr Darcy ed Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio non è poi così netta anche perché si tratta di due difetti da cui i protagonisti non vanno immuni e solo correggendoli divengono l’uno degno dell’altro.
Fanny Price vive a Mansfield Park ospite dello zio, integerrima e incorruttibile, riscatterà la sua condizione di parente povera sposando il cugino Edmund. Emma è una ragazza con la presunzione sbagliata di saper combinare matrimoni: peccato che ciò avvenga solo nella sua fantasia e lei non riesca a vedere nemmeno il sincero attaccamento di chi le sta accanto.
È con la Persuasione che la giovane Anne Elliot si lascia convincere a lasciare il fidanzato, solo perché è un ufficiale di marina alle prime armi e quindi non abbastanza ricco. Fortunatamente avrà una seconda possibilità dopo 8 anni, anche se la giovinezza è ormai sfiorita.
Dietro queste opere c’è un accurato e approfondito studio della natura umana scandagliata nei suoi ricettacoli, nelle sue reazioni e interazioni con le convenzioni sociali, con il mondo esterno, con gli altri. Allo stesso tempo le opere di Jane Austen sembrano copioni di sceneggiatura compiuti, da cui alcuni registi moderni hanno tratto agevolmente ispirazione per i loro film. Il realismo, la cura dei particolari, la sensibilità così vicina a quella moderna, l’attenzione al mondo femminile sono caratteristiche che dimostrano la versatilità e l’attualità di una scrittrice nata 241 anni fa.
Romina Angelici
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Bellissimo articolo, molto interessante; mi piace molto "zia" Jane Austen, tanto da aver letto tutti i sei romanzi più famosi, ma non ancora "I Sanditon", né "Lady Susan"...
L'ha ribloggato su I piaceri della lettura.
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