Greta Thunberg nasce il 3 gennaio del 2003 a Stoccolma, sua mamma si chiama Malena Ernman ed è una cantante d’opera, suo padre si chiama Svante Thunberg ed è un attore.

All’età di tredici anni le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, sindrome che purtroppo l’ha resa facilmente attaccabile dai media che hanno associato le sue idee ambientaliste alla sua “condizione”.

Perché Greta, giovane ragazza di principi veri e sani, il 20 agosto 2018 cominciò a scioperare contro le ondate di calore e degli incendi boschivi che hanno colpito il suo paese durante l’estate, chiedendo che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica come poi era stato previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. È rimasta seduta davanti al parlamento svedese ogni giorno durante l’orario scolastico mostrando con orgoglio il suo slogan Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima) e così avrebbe continuato fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018 ma proseguendo anche dopo e fondando il movimento studentesco internazionale Fridays for Future.

Ha partecipato come attivista a diverse manifestazioni nei Paesi Bassi, in Italia, in Germania, in Finlandia, in Australia e in Danimarca, portando con sé messaggi importanti e affrontando chi continuava a screditarla parlando del suo comportamento come una triste conseguenza di giovane con l’asperger. Greta non si è fermata per questo, ha continuato nella sua lotta, parlando della sua condizione in maniera semplice e cosciente, dimostrando ancora una volta di quanto credeva e crede in se stessa.

Il 4 dicembre 2018 ha parlato al Vertice delle Nazioni Unite, in Polonia, sui cambiamenti climatici.

«Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare il salvabile» ha detto.

«Voi parlate soltanto di un’eterna crescita dell’economia verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d’emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini. La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all’interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema» ha continuato.

Non si è mai fermata, portando ancora la sua voce al  Forum economico mondiale di Davos nel 2019, alla  Commissione europea, alla commissione Ambiente del Parlamento europeo e ha guidato a New York lo sciopero mondiale per il clima,  partecipando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sempre nello stesso anno e usando parole ancora più forti.

«È tutto sbagliato. Non dovrei essere quassù. Dovrei essere tornata a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure, voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote! Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica! Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un’altra parte? Voi ci state deludendo. Ma i giovani hanno cominciato a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le future generazioni sono su di voi e, se sceglierete di tradirci, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare così. Proprio qui, proprio ora, tracciamo il confine. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.»

Nel 2019 la rivista statunitense Time la nomina “Persona dell’anno” e il 3 settembre 2020 è stato presentato il documentario I Am Greta alla 77° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, del regista svedese Nathan Grossman, che racconta la vita della giovane attivista.