Il piccolo Matteo Maurizio, lo scorso 3 marzo, all’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona, appena sette mesi di vita, è stato ricoverato per un intervento chirurgico necessario per diversi disturbi intestinali. Sia lui che sua mamma sono stati sottoposti al tampone e, purtroppo, sono risultati entrambi positivi al Covid. Questa delicata situazione ha creato il panico nella mamma del piccolo e così, per rassicurarla, è intervenuta una dottoressa che in quel momento era di turno.
Più tardi, Matteo Maurizio è stato sottoposto a una ecografia. Hanno potuto constatare che il suo intestino era rovesciato, complicanza frequente nei più piccoli quando vengono colpiti dal Covid, come ha spiegato il direttore dell’ospedale, Alessandro Simonini.
Il bambino è stato operato durante la notte e, a intervento finito, ha informato la madre che l’operazione era andata bene. Matteo Maurizio è stato poi trasferito nel reparto di anestesia e rianimazione, mentre la madre è stata mandata a casa per stare in quarantena.
Ha aspettato pazientemente, con non poca preoccupazione, le notizie che arrivavano con frequenza, fino una settimana dopo: è stata contattata e ha potuto raggiungere il figlio in ospedale.
«Essendo ancora positivi ci hanno messo a me e al bambino in una stanza isolata, sigillata, col personale che entrava lo stretto necessario e così è andata avanti per tre giorni. Era pieno di tubi e flebo, ma almeno eravamo insieme. Mio marito non poteva essere presente a causa del rischio contagio. Non dimenticherò mio fratello rimasto sotto la finestra della stanza per darmi forza. Già il periodo del parto, ad agosto, con le regole pandemiche attive, ho partorito da sola, stavolta è stata anche più dura» ha detto Roberta.
Ciò che ha maggiormente colpito di questa storia, arriva a tutti noi grazie a un’immagine che porteremo sempre nel cuore: l’infermiera, irriconoscibile per via di tutte le protezioni anti Covid, accoccolata di fianco al piccolo Matteo Maurizio, lo tranquillizza e lo fa sentire amato e al sicuro.
Ora Matteo Maurizio è tornato a casa dalla sua famiglia, crescerà e, chissà, un giorno forse potrà riabbracciare quell’infermiera che gli è stata vicino sempre, con quell’amore e quella devozione che chi ha tanto cuore può donare.
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