Si chiamano Afghan Dreamers e costituiscono un team di venti ragazze afghane, con un’età compresa tra i 12 e i 18 anni. In comune hanno la passione per la robotica. Una passione che le ha portate nel 2017 a partecipare ai campionati mondiali giovanili della robotica di Washington, conquistando il podio.
Il sogno delle Afghan Dreamers continua! Nei giorni scorsi queste giovani sognatrici hanno lanciato un appello per lasciare l’Afghanistan in direzione del Canada, che ha promesso di accogliere 20.000 rifugiati provenienti dal paese.
A sostenere la loro richiesta d’aiuto, l’avvocatessa per i diritti umani Kimberly Montley e la presidente del Malala Fund Meghan Stone. Un appello che ha acquistato sempre più risonanza mediatica, alla luce di quanto sta accadendo in Afghanistan.
Un appello che non è rimasto inascoltato e che ha permesso a dieci delle ragazze del team di lasciare il paese e imbarcarsi, dopo alcuni giorni di tentativi vani, su un aereo diretto a Doha, in Qatar.
L’aiuto di Allyson Reneau
Tra le persone che si sono impegnate attivamente per loro, spicca il nome di Allyson Reneau. Secondo quanto riportato dalla NBC, questa signora di 60 anni, dell’Oklahoma, laureata ad Harvard con un Master in Relazioni Internazionali, si sarebbe mobilitata per aiutarle. Rimasta in contatto con loro dopo averle conosciute nel 2019 al Summit Humans to Mars, non ha esitato a lottare per consentire loro di espatriare, rapportandosi con i paesi disposti all’accoglienza dei profughi afghani.
Il sogno delle Afghan Dreamers continua
Tra le invenzioni di queste giovani promesse, un robot a energia solare per seminare i campi e un raccattapalle automatico. Al summit tecnologico dove hanno conosciuto Allyson, hanno presentato invece un robot in grado di distinguere l’acqua pulita da quella contaminata. E durante la pandemia hanno ideato un respiratore costituito da pezzi di vecchie auto.
Un talento che non è passato inosservato, tant’è che secondo la stampa statunitense, alcune università americane avrebbero già predisposto delle borse di studio, così da consentire alle ragazze di continuare gli studi.
E di coltivare il loro sogno. Una possibilità che ci auguriamo possa essere riservata a tutte le altre persone che stanno adesso lottando.
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