Oggi vi porto a Capri, chiudete gli occhi e iniziate a sognare.
Però attenti, una volta un pescatore mi ha detto: “Capri è come Aladino, quello che fai la notte lo sai al mattino…”

Capri, l’isola magica, l’isola delle Sirene, l’incanto, la meraviglia.

Appena poso i piedi sul pontile l’atmosfera mi avvolge, il tempo si ferma e tutto il resto del mondo è lontano.
I penetranti odori salmastri del porto, il blu tanto profondo da sembrar finto, i sapori salati, il profumo di gelsomino, le voci dei pescatori, i barcaioli, la “Grotta azzurra”, la musica, tutto questo è Capri.

Chiudo gli occhi…

è notte e sono nei “Favolosi anni 60’” seduta al piano bar sulla terrazza di un albergo che “guarda in faccia” i Faraglioni, sorseggio un Martini mentre Peppino intona “Champagne”



Capri è l’isola della Dolce Vita degli amori impossibili che furono, raccontati di generazione in generazione da chi a Capri ci ha lasciato il cuore.

Le passeggiate in salita, le scale che ti spezzano il fiato, le gambe stanche, i piedi scalzi all’alba e le scarpe portate in mano; la taverna, la piazzetta, le vertigini sulla via Krupp, i Faraglioni, i tramonti incantati che invece il fiato te lo tolgono, la brezza che si alza all’imbrunire e un brivido fresco sulla pelle, il rumore costante delle onde che interrompono il loro viaggio sugli scogli.

E allora respiro!
Respiro, apro gli occhi e ascolto la melodia.

In sottofondo sempre quella vecchia canzone che ferma per sempre quest’attimo nella mia mente e che quando sarò lontana mi riporterà qui, sulla mia isola… 

Ricordate… “seconda stella a destra e poi dritti verso l’Isola che non c’è.”