La pandemia ha portato profondi cambiamenti, rivoluzionato routine, abitudini e speranze. Il settore del lavoro, probabilmente, è quello che tra tutti ha risentito di più del cambiamento. Tra chiusure, fallimenti e attuazione del lavoro da remoto. Una opportunità che in molti casi ha permesso l’abbattimento dei tempi e del costo del pendolarismo, una notevole riduzione dei costi aziendali, maggiore flessibilità per quanto riguarda orari e spazi.
Smart Working, da risorsa per l’emergenza a nuova realtà lavorativa


Il lavoro in remoto ha cambiato il mondo, dal lavoro alle città. Istituito dalla legge 81/2017 è una nuova tipologia contrattuale che è salita alla ribalta con la pandemia del 2020. Una ricerca LinkedIn due mesi dopo il suo avvento, aveva evidenziato che su un campione di due mila lavoratori, il 21% faticava a staccare la spina, il 36% fingeva e il 16%temevano il licenziamento. Un quadro che è andato via via cambiando, modificando anche l’ aspetto legislativo(basti pensare alle continue proroghe. L’ultima risale alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 19/05/2022). Dopo due anni questa forma di lavoro è ancora in auge e si discute molto sul suo futuro.

“Lo smart working ai tempi del covid. La pubblica amministrazione tra emergenza e nuove forme di organizzazione del lavoro”

Pochi giorni addietro si è tenuta la presentazione del libro di Alfredo Ferrante, “Lo smart working ai tempi del covid. La pubblica amministrazione tra emergenza e nuove forme di organizzazione del lavoro”. Il volume raccoglie le riflessioni dell’autore (dirigente dello Stato, formatosi alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione SNA-) sull’impatto della pandemia sull’organizzazione e lavoro del settore pubblico. Dalle sue analisi emerge uno scenario complesso con rischi e opportunità del lavoro agile. Nato come risposta a una emergenza e possibile chiave di volta del futuro delle PA?


Quale futuro?


Pubblico o privato, considerando l’attuale proroga dell’utilizzo del telelavoro fino al 31/08/2022 per determinate categorie, resta da domandarsi cosa accadrà in autunno. Il lavoro agile ha distrutto la divisione tra vita privata e lavorativa, tipica delle società industriali. Rappresentando con la sua flessibilità, una forma del time porosity (indica le possibili forme d’interferenza tra il tempo lavorativo e personale) .


Time porosity: contaminazione tra il tempo di lavoro e personale.


Un cambiamento sociale che si riflette nella percezione del tempo e dello spazio. I nuovi trend dell’organizzazione del lavoro, intrisi del progresso tecnologico e flessibilità oraria, rendono il lavoratore più autonomo, responsabile e isolato. Vivendo di meno la città e i suoi spazi.


“Cambia il lavoro, cambiano le città”

Confesercenti nel dossier, “Cambia il lavoro, cambiano le città”, ha ipotizzato un avvenire di lavoro agile. Sei milioni di persone che lavorerebbero quotidianamente dalla propria abitazione. Diminuendo i consumi (niente più spostamenti, pasti fuori, abbigliamento e parrucchiere) e permettendo un risparmio stimato sui 12,5 miliardi alle famiglie. Naturalmente minore spese corrisponderebbero a una minore circolazione di denaro. E un calo dei fatturati in molti ambiti, valutato in 2,5 miliardi. Risparmio aziendale, familiare e sociale importante. Un cambio di rotta epocale che segnerebbe l’inizio di una nuova epoca.

” Il senso dello studio è portare all’attenzione che lo smart working sta cambiando l’assetto delle città, con un effetto centrifugo che va governato. Come in tutti i grandi cambiamenti di fenomeno sociale, c’è chi perde e chi guadagna: occorre che chi governa la città sappia programmare per tempo“, ha dichiarato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti.

La pandemia ha accresciuto e accelerato la confusione della porosità del tempo e bisognerebbe conquistare la giusta dimensione.

Papa Francesco ricordava, “Il lavoro umano è parte della creazione e continua il lavoro di dio. (…) Impegnandoci per accrescere le opportunità di lavoro, affermiamo la convinzione che solo nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”.