UNO SQUILLO PER JOSÉPHINE, IL SECONDO ROMANZO DI EMANUELA ESPOSITO AMATO, EDITO GUIDA EDITORI, È STATO OSPITE DEL NOSTRO BOOK CIRCLE.

In questo nuovo romanzo, l’autrice ci riporta tra personaggi già conosciuti nel suo precedente lavoro, Il diario di madame B. E presentandocene di nuovi. I due romanzi, infatti, sono complementari, ma non propedeutici l’uno all’altro e sono assolutamente godibili anche singolarmente.

In Uno squillo per Joséphine abbiamo un’evoluzione dei personaggi del Diario. Ma non lo possiamo considerare un reale sequel, è una storia che vive in totale autonomia.

Questa volta la nostra protagonista, Joséphine, si trova ad affrontare una scelta importante: “la maternità”. Ma più di tutto, la scelta “se cercarla a tutti i costi”.

Ci guardiamo come due rivali pronti a sfidarsi a duello. “Ogni parola ha le sue conseguenze. Ogni silenzio, anche”, sosteneva Jean Paul Sartre, e allora io taccio.

La scelta di Joséphine induce il lettore a porsi alcune domande. Siamo portati a riflettere così su quanto la maternità sia davvero un’esigenza personale della donna e quanto, invece, un’esigenza dettata dallo status quo, dalla società e dal marito, condizionato a sua volta dall’opinione della madre.

Esposito Amato mette in evidenza quanto sia sbagliata la convinzione sociale che una coppia possa stare bene solo creando una famiglia tradizionale. Una coppia può star bene anche senza figli, soprattutto se è una scelta.

La famiglia di Massimiliano, marito di Joséphine, fa parte della borghesia napoletana, della Napoli Bene, un salotto ricco di ipocrisie.

Io, sempre in bilico, indecisa, con poca autostima a farmi compagnia, metto in atto qualcosa che non avrei mai immaginato.

Uno squillo per Joséphine è infatti ambientato principalmente a Napoli, una sorta di tributo che l’autrice ha voluto dedicare alla sua città.

In questo romanzo abbiamo un doppio io narrante, a differenza dal romanzo di esordio, infatti, troviamo da una parte la narrazione in prima persona di Joséphine e dall’altra quella di Roberto, un escort. Le due storie corrono parallele per intrecciarsi poi con la storia di Shanna Marly, autrice di bestseller erotici ,e di Domitilla, carissima amica di Joséphine.

Domitilla, affetta da disturbi del comportamento alimentare, è una donna soggetta alle dipendenze, che si trova a dover affrontare una dipendenza affettiva nata sui social e la “nomophobia” (no mobile phobia).

Un romanzo dove l’ambiguità la fa da padrona sin dalla scelta del titolo, “squillo” è infatti una parola che può essere intesa in più accezioni.

La tecnica utilizzata da Esposito Amato è molto vicina a quella cinematografica. Vediamo di fatto le scene nel loro svolgersi.

I capitoli brevi mantengono alta l’attenzione del lettore e la scelta di un piccolo Cliffhanger al termine di ognuno di essi, rende la lettura ancora più veloce, per la voglia “di girare ancora un’altra pagina”. Per sapere che cosa accadrà.

Il plot twist finale è lo snodo di ogni intreccio, e la rivelazione che non delude!

Un romanzo intimo, ricco di sensibilità e a tratti anche un po’ ironico, perché a volte anche nei momenti peggiori è proprio quel pizzico di ironia a regalare un momento di serenità.

Il messaggio che Emanuela Esposito Amato vuole trasmettere ai suoi lettori, attraverso questo suo romanzo godibile e scorrevole, è di non fermarsi davanti alle difficoltà e non arrendersi mai.

L’autrice smonta le convenzioni sociali che spingono le persone a mostrare una maschera.

Possiamo definire Uno squillo per Joséphine come il romanzo delle seconde possibilità e del riscatto. Vi immergerete in un mondo fatto di vita vera ma anche di maschere e ambiguità che non vi lascerà indifferenti.

L’Incipit

“Joséphine… Joséphine…”. La voce di Massimiliano rotola squillante dalla cabina armadio al bagno, dove cerco di rimediare una parvenza presentabile.

link per l’acquisto: Joséphine

A cura di Cinzia Giorgio e Marilena Cracolici per il Book Circle