
Dal 20 al 23 marzo Francesca Bianco sarà al fianco di Gigi Savoia L’AVARO di Plauto, versione di Roberto Lerici da Aulularia. In scena con la Bianco e Savoia, Fabrizio Bordignon, Francesca Buttarazzi, Giuseppe Cattani, Germano Rubbi, Alessandra Santilli, Susy Sergiacomo, Roberto Tesconi, Paolo Perinelli.
In occasione dell’apertura del sipario al Teatro Marconi sullo spettacolo “L’Avaro” di Plauto per la regia di Carlo Emilio Lerici, abbiamo incontrato l’attrice Francesca Bianco, la protagonista femminile dell’opera in cui interpreta il ruolo della serva Vinaccia.
In “L’Avaro” di Plauto lei interpreta la vecchia serva di Catenaccio. Vuole descriverci che personaggio è e quali sono le sue sfumature?
Possiamo dire che Plauto ha inventato i caratteri della commedia. I personaggi che animano i suoi testi sono dei veri e propri capostipiti di numerose figure che ritroviamo nella storia del teatro sino ai giorni nostri. Nello specifico Vinaccia è la tipica serva/padrona, figura che troveremo più avanti in opere di Goldoni e Molière, ma non solo. Una donna profondamente buona che ha saputo adattarsi con intelligenza alla propria condizione, che sa farsi rispettare e che alla fine riesce a far andare avanti le cose come vuole lei.
Il personaggio di Vinaccia e il rapporto con Catenaccio.
Molte delle opere di Plauto ci sono arrivate incomplete. Quindi ogni traduttore ha dovuto cercare di interpretare il pensiero di Plauto inventando e riscrivendo le parti mancanti. Ecco perché ogni edizione di un testo di Plauto sarà differente da un’altra. In questa che portiamo in scena, tradotta e adattata dal grande drammaturgo Roberto Lerici, il personaggio di Vinaccia ha un rapporto di odio/amore con Catenaccio. E lascia trasparire un antico legame affettivo che la porta a privilegiare il valore della famiglia e la sua unità. Quindi non più una serva, ma quasi un capo famiglia alla pari di Catenaccio.
Questa scelta di Lerici di rendere “umani” i personaggi della commedia e i rapporti tra loro, e non solo buffe rappresentazioni di un’epoca lontana, permette di far apparire tutti i caratteri dello spettacolo nostri contemporanei, ciascuno con i propri sentimenti e le proprie emozioni.

Questa ossessione di Catenaccio per il suo tesoro e questa paura che qualcuno glielo rubi, quali aspetti dell’uomo vuole raccontare?
In questo mi rifaccio alla profonda analisi che fa Roberto Lerici del personaggio. Catenaccio è un uomo che si è ammalato per un possesso improvviso. Un “uomo” proprio in quanto malato, e non un caso patologico. Ed è per questo che il comico di questo avaro è sempre sull’orlo del dramma. Al di la del riso c’è sempre un uomo che soffre per la propria condizione.
“L’Avaro” è un testo antichissimo che risale circa al 194 A.C. Quali aspetti accomunano questo testo con il mondo moderno di oggi?
Come dicevo prima i testi e i personaggi di Plauto sono stati ripresi e riadattati più e più volte sino ad oggi. Gran parte dei meccanismi della risata inventati da Plauto funzionano ancora adesso e sono alla base della comicità universale. E possiamo facilmente accorgerci che i caratteri da lui creati e messi alla berlina ispirandosi alla società dei suoi tempi sono perfettamente trasportabili ai nostri giorni.
Com’è la donna descritta da Plauto?
Matrone, meretrici, serve, giovani innamorate. Dietro queste categorie si celano innumerevoli figure con le più varie sfaccettature e caratteristiche, sia positive che negative. Sono sempre protagoniste, in un modo o nell’altro. Da loro dipendono gli sviluppi delle varie vicende.
Una curiosità. Plauto è il primo drammaturgo della storia che scrive una commedia (Casina) dove la protagonista del titolo non appare mai in scena seppure tutta la vicenda le ruoti attorno.
I nuovi progetti?
Terminate le repliche de L’Avaro sarò in tournée con la stessa compagnia con un’altra grande commedia: L’impresario delle Smirne di Goldoni. E con questo spettacolo saremo a Roma in aprile al Teatro Ciak. In estate oltre a questo Goldoni porterò in tournée il Volpone di Ben Johnson, testo comicissimo nel quale accanto a Edoardo Siravo interpreto Mosca (per la prima volta un personaggio maschile interpretato da una donna).
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