La stagione estiva è alle porte. Iniziare a pensare a qualche gita fuori porta è un vero toccasana per la salute (fisica e mentale) e per il turismo nostrano.
Alcuni anni fa, dopo la rilettura di un romanzo storico-politico che mi aveva appassionata, decisi di portarmi fisicamente, per pochi giorni, tra i luoghi e nelle strade citate da Carlo Cassola ne La ragazza di Bube, vincitore del Premio Strega nel 1960.
Ereditato da mio padre e ricco di appunti e sottolineature soprattutto per le parti “politiche”, del capolavoro di Cassola io apprezzai soprattutto la figura di Mara, la ragazza protagonista, la sua lotta per un amore difficile (quello verso Bube, appunto, ex partigiano accusato della morte di un maresciallo), l’ambientazione nella Toscana di provincia nel periodo subito successivo a quello della Liberazione, il fatto che fosse ispirato ad una storia vera.
AMBIENTAZIONE
Ci troviamo precisamente in Val d’Elsa, in un triangolo di terra che spazia principalmente tra Monteguidi, Poggibonsi e Volterra e nel quale vengono lambiti anche centri più grandi e caratteristici come Siena, San Gimignano e Firenze.
Se amate una vacanza di relax, cultura, passeggiate, buon cibo, lettura e anche, perché no, qualche bagno rigenerante in piscina o alle terme, questo territorio è quello che fa per voi. Inutile dirvi che ci troviamo in una parte d’Italia quasi incontaminata, dove la bellezza della natura è solo accentuata dai moltissimi agriturismi recuperati della zona. Sono quasi tutti in pietra e raccontano una storia anche loro. Provate a immaginare una cena in cui tutto, da quello che si gusta e che si beve, a quello che lo sguardo ammira intorno, sembra essere in armonia con lo spirito.
Se non avete mai letto La ragazza di Bube o se lo avete fatto molti anni fa, riponetelo in valigia e tiratelo fuori in ogni momento libero della vacanza: vi servirà a capire tante cose dei luoghi che visiterete e, forse, anche di tante persone, o personaggi, che avrete modo di incrociare tra le mura di questi piccoli borghi!
Le ultimissime righe del romanzo tratteggiano una delle tante cartoline letterarie del territorio in cui ci troviamo:
“Alla prima curva, si scoprì la Valdelsa. C’era un mare di nebbia, laggiù: da cui emergevano come isole le sommità delle collinette. Ma il sole, attraversando coi suoi raggi obliqui la nebbia, accendeva di luccichii il fondovalle. Mara non distoglieva un momento gli occhi dallo spettacolo della vallata che si andava svegliando nel fulgore nebbioso della mattina”.
POGGIBONSI
“Anche Poggibonsi era un paese, ma grande, in pianura, e la notte si animava misteriosamente. Mara usciva solo quando era buio. Dopo aver comprato il latte, girellava per la strada principale e nella piazza, tra le luci dei negozi e dei caffè, i clacson delle automobili e delle corriere che percorrevano il viale alberato di là dalla ferrovia, il passaggio di un treno o di una locomotiva in manovra”.
“Erano stati dei bei mesi (quelli passati a Poggibonsi). Sospirava, ripensando alla strada lungo la ferrovia, al viale alberato, al cinematografo, al Luna Park, alla vista del paese di notte, con le grandi vetrate luminose della fabbrica”.
***
Poggibonsi venne quasi completamente bombardata durante la seconda guerra mondiale a causa della sua posizione strategica, tanto che alla città fu conferita la medaglia di bronzo al valor civile dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, il 26 luglio 1961. Ha conosciuto un forte sviluppo industriale con il boom economico e oggi è una cittadina che conta quasi 30mila abitanti.
La Fonte delle Fate è uno dei luoghi più suggestivi da visitare a Poggibonsi. Venne riportata alla luce nel 1803 in seguito a un grosso lavoro di scavo per la realizzazione di un vigneto. Interamente in travertino, la fonte presenta i caratteri tipici delle fonti pubbliche realizzate tra il XIII e il XIV secolo. La facciata è costituita da un porticato a sei arcate doppie a sesto acuto. Le arcate sono sostenute da pilastri di oltre 2 metri di spessore al cui interno vennero realizzate una serie di arcate, anch’esse a sesto acuto, per facilitare il deflusso delle acque.
SAN GIMIGNANO
In questo “giro letterario” che attraversa i luoghi de “La ragazza di Bube” non si può non visitare San Gimignano. Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico San Gimignano è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
E’ famosa per le numerose torri medievali che ancora svettano sul suo panorama e per le quali è stata ribattezzata la “Manhattan del medioevo”. Delle 72 tra torri e case-torri esistenti nel periodo d’oro del Comune, oggi ne restano, complete, 14.
La più antica è la torre Rognosa, che fu eretta all’inizio del XIII secolo.
La più alta è la Torre del Podestà, detta anche Torre Grossa, di 54 metri.
Un regolamento del 1255 vietò ai privati di erigere torri più alte della torre Rognosa (che all’epoca era la più alta), anche se le due famiglie più importanti, quelle degli Ardinghelli e dei Salvucci, fecero costruire due torri poco più basse di quasi eguale grandezza, per ostentare la loro potenza.
VOLTERRA
«A Volterra come si chiama la strada dove vanno a passeggio i fidanzati?» domandò Mara.
«Il Corso» rispose Bube.
«E’ una strada grande?»
«No, tutt’altro… Volterra è una città vecchia, le strade sembrano tutte vicoletti. Di questa stagione però si può andare sul viale… quello è bello, largo… ci sono gli alberi, le panchine…».
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Volterra è stata una delle principali città-stato della Toscana antica (detta anche Etruria), sede nel medioevo di un’importante signoria vescovile. Conserva un centro storico di origine etrusca con rovine romane (fra tutte l’Anfiteatro) ed edifici medievali come la cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori sull’omonima piazza. Turisti da tutto il mondo ci invidiano questo paese tipicamente medievale, soprattutto dopo la rilevanza mondiale di alcuni film girati in queste zone.
Curiosità:
- Nei famosi romanzi di Stephenie Meyer, Volterra è la città dove risiedono i Volturi, un potente clan di vampiri, garanti delle leggi della loro specie. Nella trasposizione cinematografica, alcune parti del film “New Moon” furono girate a Montepulciano poiché la produzione la ritenne più adatta per motivi logistici ed organizzativi rispetto a Volterra. Questa scelta non influì negativamente sulla città, ma anzi diede un grande nuovo impulso al turismo internazionale verso tutta quella zona della Toscana (online si trovano innumerevoli “New Moon tour” che spaziano tra Montepulciano e Volterra!).
- Nel novembre 2017, Volterra è stata luogo di riprese (tra le tante) della seconda stagione de I Medici (successivamente anche di parte della terza stagione).
- Volterra è il nome di un gioco da tavolo di Julien Griffon, edito da Steffen-Spiel nel 2020. L’obiettivo del gioco è quello di possedere, a fine partita, la torre più alta. In Italia è distribuito da XV Games.
SIENA
Molti luoghi del romanzo di Cassola si trovano in provincia di Siena e la vicinanza a questo capoluogo non può essere ignorata.
Il centro di Siena merita una visita approfondita di almeno un giorno. La sua piazza, che si allarga alla vista dopo aver percorso una lunga via ricca di meravigliosi negozi di artigianato, ha una bellezza senza tempo. Qui, in Piazza del Campo, il 2 luglio e il 16 agosto si svolge il tradizionale Palio, una corsa di cavalli montati a pelo (cioè senza sella) tra le diverse contrade di Siena che monopolizza l’attenzione della città (e non solo) per diversi giorni.
Nel 1995, il centro storico di Siena è stato inserito dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità.
La facciata del Duomo di Siena è a dir poco meravigliosa e qui troviamo anche il santuario e la casa di santa Caterina. La storica magnificenza di questa città si percepisce non solo dalla bellezza delle sue vie e dei suoi edifici ovunque lo sguardo si posi, ma anche ricordando essere la sede della più antica e più longeva banca del mondo, la Monte dei Paschi. Anche l’Università vanta una fondazione medievale.
Siena, poi, ha una lunga tradizione culinaria, dovuta proprio alla ricchezza del periodo medievale e alla presenza di numerose osterie e punti di ospitalità lungo la famosa via Francigena. Tra i piatti più famosi ricordiamo i pici (ne ho gustati di ottimi, cacio e pepe!), la ribollita, la panzanella (piatto unico e fresco della tradizione contadina, tipicamente estivo), l’acquacotta, la finocchiona (uno dei salumi più diffusi), il panforte, i ricciarelli, il migliaccio (ma ce ne sono molti altri e valgono tutti la… “pena”!).
FIRENZE
“Quando entrarono in Firenze, il tempo si era completamente rimesso e Mara potè godersi lo spettacolo per lei nuovo delle vie e delle piazze piene di traffico e di animazione”.
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Per la città di Firenze ci vorrebbe, ovviamente, un articolo a parte. Nei quattro giorni alla scoperta dei luoghi del romanzo, qui mi sono soffermata solo di passaggio (anche perché, nel libro, Firenze viene nominata soltanto come luogo del processo a Bube).
Qui ho gustato un buon rosso con un’ottima fiorentina (ovviamente!) e ho fatto solo un piccolo giro in centro città prima della ripartenza.
A Firenze avevo dedicato già altre visite in passato ed altre ancora, spero, le riserverò in futuro perché, a ragione, è denominata “culla del Rinascimento”.
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RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Nella sua introduzione a una delle più recenti edizioni del romanzo, Geno Pampaloni fa riflettere sul fatto che la protagonista “Mara (e con lei il narratore) non indaga le ragioni dell’errore di Bube: lo accetta come un errore e lo ripaga con la fedeltà. Sostituisce il giudizio morale con il sentimento”.
Eppure, nella conclusione dello stesso Pampaloni, questa scelta sembra essere perdente: “Il significato politico de La ragazza di Bube coincide con il suo significato poetico: una generazione sconfitta nella sua giovinezza”.
Sembra un giudizio profetico anche della nostra attuale generazione di giovani, e sembra estesa a tutto il Bel Paese, oggi. Perché la sensazione che si ha attraversando, ora, questi paesi, è di un tempo sospeso, di un qualcosa rimasto fermo che ha bisogno di forza, vigore, di nuove idee, innovazioni, risorse.
Spero che l’estate vicina porti in sé il seme (anche) di questa rinascita: non disdegnate di fermarvi, all’aperto, nelle trattorie locali, di acquistare un vero ricordo di artigianato locale, magari piccolo, ma di qualità, di entrare a far spesa in una tipica bottega di paese. Vivendo davvero le realtà locali e attraversando quelle piccole vie potremmo sentirci come si sentiva Mara specchiandosi davanti alle vetrine dei negozi, a Poggibonsi:
“E quando si fu comprata un impermeabile chiaro, l’illusione fu completa: le sembrava di essere la ragazza perduta del film o della canzone”.
E, aggiungo io, proprio di quel libro.
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