«Quando comandano le donne, le cose vanno bene» ha detto più volte Papa Francesco. Ma qual è stato il suo rapporto con le donne? Ne ha promosso la presenza in Vaticano ma non ha concesso il sacerdozio femminile.

Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, ci ha lasciati alle 7:35 del 21 aprile, il lunedì della Pasquetta appena passata. Durante il suo papato ha nominato diverse donne in posizioni di potere all’interno del Vaticano. Una novità che ha sfiorato per certi versi la rivoluzione.

Va detto per amore di verità che per la maggior parte delle cattoliche non è per cambiato nulla. Le donne non possono celebrare messa né confessare e assolvere dai peccati. In altre parole non possono diventare nemmeno sacerdoti. Quindi la metà dei credenti è esclusa dalle dinamiche interne alla Chiesa, con pochissime eccezioni legate a contesti particolari.

«Ha fatto più di qualunque altro papa per far sì che in Vaticano ci fossero più donne e in posizioni di maggiore potere», ha detto a Reuters la teologa britannica Anna Rowlands. «Tuttavia, i cambiamenti sono avvenuti entro parametri stabiliti, “forzando” il sistema solo in minima parte».

Le nomine.

Nel 2022 papa Francesco nomina tre donne nel dicastero per i vescovi: Raffaella Petrini, Yvonne Reungoat e Maria Lia Zervino . Nel 2024 recente suor Simona Brambilla è diventata prefetto di dicastero, cosa mai avvenuta prima. Durante il suo ultimo e lungo ricovero al Policlinico Gemelli papa Francesco ha nominato prima governatrice della Città del Vaticano, cioè Raffaella Petrini, includendo per la prima volta le donne nei Sinodi dei vescovi. E ricondiamo che nel 2016 il Papa aveva nominato Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, da sempre guidati da laici. Non è tuttavia cambiato l’approccio verso l’apertura al diaconato femminile. Su questo tema il no del Papa è rimasto fermo perché “dare loro spazio nella Chiesa non significa offrire un ministero” anche perché il tempo non è “maturo”.

Dibattito sul diaconato femminile.

Il dibattito sul diaconato delle donne è iniziato nel 2016, quando papa Francesco aveva annunciato l’istituzione di una commissione per studiare il tema su richiesta dell’Unione internazionale delle Superiori generali. Nel 2020  una seconda commissione viene istituita per dibattere sulla questione del diaconato femminile. Nella relazione finale della prima sessione del Sinodo dei vescovi, si invita a proseguire: «la ricerca teologica e pastorale sull’accesso delle donne al diaconato, giovandosi dei risultati delle commissioni appositamente istituite dal Santo Padre e delle ricerche teologiche, storiche ed esegetiche già effettuate. Se possibile, i risultati dovrebbero essere presentati alla prossima Sessione dell’Assemblea».

Le posizioni di papa Francesco.

Partiamo da una santa piuttosto controversa. Nel 2016 Papa Francesco, assieme alla Congregazione per il Culto Divino, con un decreto a firma del cardinale Robert Sarah, ha elevato la memoria di santa Maria Maddalena al grado di festa di precetto da celebrarsi il 22 luglio. Una decisione che «si iscrive nell’attuale contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia divina», ha spiegato il segretario del dicastero Arthur Roche, uno dei firmatari del decreto.

Maria Maddalena è stata dunque ufficialmente riabilitata durante i lavori del Concilio Vaticano II e da Papa Francesco, dopo quasi millequattrocento anni. Ma andiamo avanti e leggiamo le parole dello stesso pontefice:

«Preghiamo perché i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità della Chiesa. Perché nessuno di noi è stato battezzato prete né vescovo: siamo stati tutti battezzati come laici e laiche. I laici sono protagonisti della Chiesa. Oggi c’è bisogno di allargare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa, e di una presenza laica, si intende, ma sottolineando l’aspetto femminile, perché in genere le donne vengono messe da parte. Dobbiamo promuovere l’integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. Preghiamo affinché, in virtù del battesimo, i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità nella Chiesa, senza cadere nei clericalismi che annullano il carisma laicale e rovinano anche il volto della Santa Madre Chiesa»

Papa Francesco, Angelus dell’11 ottobre 2020.

Gesù e le donne.

Ma Gesù che rapporto aveva con le donne? Gesù si comportava in modo paritario e rispettoso con le donne, sfidando le limitazioni sociali del suo tempo e dimostrando una visione inclusiva che non si sarebbe vista per molto tempo dopo. La vaticanista, direttrice della rivista «Témoignage Chrétien» e femminista francese Christine Pedotti nel suo saggio Gesù, l’uomo che preferiva le donne (Rizzoli) afferma:

«In più di un’occasione Gesù sembra più a suo agio e più rilassato con le donne, mentre è regolarmente infastidito, irritato, dai suoi contemporanei maschi e in particolare da quella che definisce ipocrisia nelle loro pratiche religiose». «In compenso, non troviamo la benché minima parola spregiativa nei confronti delle donne; al contrario, osserviamo da parte di Gesù una costante benevolenza, una particolare attenzione, una forma di tenerezza nei loro riguardi»

Le donne dei Vangeli «parlano, reclamano, esigono, supplicano, discutono, e Gesù le osserva, parla con loro, le tocca, le consola, le ammira», continua la Pedotti. A convalidare questa tesi è anche il teologo, padre Enzo Bianchi nel suo libro Gesù e le donne (Einaudi).

«Rialzati, alza la fronte, sta’ in piedi, non restare una donna curvata» così dice idealmente Gesú alla donna malata in sinagoga, ecosì dice idealmente a ogni donna. In ogni tempo e in ogni luogo.

Al tempo di Gesù, la vita di una donna in Israele non era facile. Il mattino di ogni giorno l’ebreo osservante recitava, e recita tuttora, questo ringraziamento: «Benedetto il Signore che non mi ha creato né pagano, né donna, né schiavo». La letteratura sapienziale dichiara infatti che mentre la donna vergine è desiderata per le nozze, quella sposata è «vite feconda nell’intimo della propria dimora» e la sua piú alta vocazione è essere la padrona della casa. Previdente, accorta, economa, educatrice di una prole numerosa.

Dunque la donna è una presenza nascosta, afona nella società, la sua vita è dedicata alla famiglia, e viene amata finché resta al «suo» posto: il posto stabilito dagli uomini. Anche se poi alcune donne avevano una loro importanza e dignità, è su un tale sfondo religioso e culturale che si staglia la figura di Gesù. Ma il Rabbi porta anche qui la novità rivoluzionaria del Vangelo. Attraverso i vangeli sinottici e il vangelo secondo Giovanni, Enzo Bianchi ci racconta le vicende emblematiche del rapporto di Gesù con le donne incrociate in vita. Soprattutto Maria di Magdala, l’apostola degli apostoli.

«Sarebbe infatti necessario, – afferma Bianchi -, che la Chiesa, le chiese, tornassero senza paura semplicemente a ispirarsi alle parole e al comportamento di Gesù verso le donne, assumendone i pensieri, i sentimenti, gli atteggiamenti umanissimi e, nello stesso tempo, decisivi anche per la forma della comunità cristiana e dei rapporti in essa esistenti tra uomini e donne».

Cosa aspettarsi dunque dal un nuovo pontefice?

Sperare che venga riaperto il dialogo cominciato da papa Francesco o continuare a lottare per ottenere un posto che nella chiesa spetta di diritto alle fedeli? La Chiesa Cattolica per tradizione non ordina le donne come sacerdoti per tre motivi fondamentali:

  1. Tutti i sacerdoti e i vescovi della Chiesa Cattolica sono sempre stati uomini. Questa tradizione risale ai dodici apostoli di Gesù.
  2. Le Scritture vengono interpretate dalla Chiesa Cattolica per sostenere l’idea che solo gli uomini possono essere sacerdoti.
  3.  La Chiesa Cattolica sostiene che il sacerdote agisce “in persona Christi” durante l’Eucaristia. La Chiesa ritiene che solo un uomo possa rappresentare Gesù adeguatamente in questo ruolo.

Abbiamo visto che Maria Maddalena e altre donne, la Vergine Maria compresa, seguivano Gesù e dopo la sua morte predicavano il Vangelo. Maria Maddalena è tra l’altro autrice di uno dei Vangeli apocrifi più noti, dopo quelli di Filippo e Tommaso. E va detto che ai piedi della croce, forse c’era solo un giovanissimo Giovanni, ma di sicuro c’erano Maria, Maria Maddalena e altre donne.

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