I live rivivono e con questi quella movida tanto cercata e bramata nel silenzio degli ultimi due anni. Il nuovo singolo di Extrasistoli “M’ero scordato” è una specie di inno, oltre che uno slogan perfetto
Tornano i concerti. Tornano le serate negli stadi, nelle spiagge, nei centri storici. Riecco quelle scosse di adrenalina di cui avevamo dimenticato gli effetti. O meglio, “m’ero scordato” per dirlo alla Extrasistoli.
Extrasistoli. Il modello dell’articolo di giornale
M’ERO SCORDATO- Era un sabato sera di dicembre del 2019. In conclusione di una classica serata tra amici ebbi il piacere di accompagnare a casa, Antonio Petruzziello, in arte Extrasistoli. Dietro un momento apparentemente banale, c’è il fulcro della storia che sto per raccontare. Anche perché le cose banali nel 2019 sarebbero diventate presto insormontabili da lì a qualche tempo.
Quella notte oltre a farci ascoltare in anteprima il singolo Solitari (2020), tra una chiacchiera e una sigaretta e l’altra riscaldò la fredda serata dicembrina con una frase che non ho mai scordato.
Alla domanda, “come nasce un tuo testo, o come scrivi le tue canzoni”, la sua risposta fu chiara e diretta.
Scrivere musica è come scrivere un articolo di giornale, risponde alle cinque W (Who, What, Where, When, Why +How). Fatto questo, crei una storia, un vissuto. Posso farti un esempio. Lampada Osram di Baglioni (1975).
Extrasistoli
Lampada Osram (Chi)
di fronte alla stazione (dove)
giornali, cartoline, le insegne, le reclames (chi)
la fila di taxi ,la calca sopra i tramannodi il tuo foulard (cosa)
le otto e dieci (quando)
M’ERO SCORDATO – Possiamo esserci scordati di tante cose, ma di questo non “m’ero scordato” e forse non lo farò mai. Questo è stato il primo pensiero quando mercoledì 15 giugno 2022, Antonio, ora nelle vesti di Extrasistoli ha pubblicato un nuovo articolo. Scusate canzone. Il tema principale? Quegli strascichi e incubi che la pandemia hanno lasciato e per sempre lasceranno in ognuno di noi.
Un aspetto sottovalutato o affrontato con eccessiva superficialità. Non è il caso del nuovo pezzo di Extrasistoli, perché non si ricerca l’eccesso, temi pesanti o artifici vari. Il lavoro è diretto, colmo di passione e preparazione. Dal punto di vista strumentale si tratta di una specie di inno liberatorio. Sarebbe la perfetta colonna sonora di un ipotetico film del libro Citofonare Morabito, le voci di Corviale di Cecilia Lavatore. Entrambe riflettono su quante possibilità abbia precluso la pandemia, ma senza appesantire o gravare sull’attenzione altrui.
I live ripartono. La musica risorge
M’ERO SCORDATO – M’ero scordato delle serate in cui uno sconosciuto o una sconosciuta diventano l’amico di una vita, del pezzo di un’artista che cancella in un attimo le barriere sociali.
Dimenticato di quanto fosse di vitale importanza il movimento delle serate, non solo per gli artisti, ma per tutti quelli che ruotano e vivono di questo. Musicisti, fonici, allestitori.
M’ero scordato come si vivesse e di quanto fosse sano e fico respirare l’aria elettrica intrisa di gente.
La stagione dei concerti è appena iniziata e tour come quelli di Vasco, Ultimo, Blanco, Gianna Nannini e tanti altri sono un urlo liberatorio. La svolta tanto attesa e sperata, auspicando di non scordarci più di cosa si possa provare nei momenti in cui le luci delle platee si spengono per ascoltare un pezzo tanto atteso.
Un accenno di normalità di cui dobbiamo avere cura. Il peggio sembra alle spalle, ma servirà sempre buon senso e attenzione. Ne vale la nostra quotidianità.
Altrimenti se scordamo e nun ce pare proprio er caso.
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