Voci da Mosca: “Sono spaventata.Molte persone pensano che tutti i russi siano colpevoli. Tutti ci odiano. Eppure qui non conoscono nessuno che supporti questa guerra”. La testimonianza di Sonja.
Il 24 febbraio scorso, poco dopo le 5:45, in concomitanza con lo svolgimento della riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, il presidente russo Putin rivolgeva un nuovo discorso televisivo alla nazione comunicando di avere autorizzato “un’operazione militare speciale” non solo nel Donbas ma anche nell’est dell’Ucraina. Putin avvertiva inoltre che “in caso di interferenze esterne”, la risposta della Russia avrebbe “conseguenze mai viste”. Poche ore dopo, tra i messaggi di Instagram giunti in redazione abbiamo trovato quello di una ragazza russa che chiameremo Sonja. Dopo le dovute verifiche, abbiamo deciso di condividerne i contenuti e mantenere attiva la corrispondenza.
Sonja vive in Russia, nell’area di Mosca. I messaggi che seguono provengono dalla chat Instagram e hanno il solo scopo, come afferma lei stessa, di far capire al mondo che non tutti i russi sono a favore di questo conflitto. Anzi.
La conversazione ha inizio nel giorno dell’invasione Ucraina. Data la lunghezza, si riportano solo le risposte di Sonja che ha acconsentito alla pubblicazione sotto pseudonimo, poiché parlare liberamente è diventato molto pericoloso nel suo paese. La stretta sulla circolazione delle informazioni voluta da Putin avviene attraverso il Roskomnadzor: l’agenzia che controlla le comunicazioni blocca di ora in ora l’accesso a numerosi media indipendenti come Facebook e Twitter.
24 febbraio:
Sono scioccata. Non riesco a credere che questo stia realmente accadendo. Sembra così strano e irreale. Sono davvero spaventata. Non so cosa accadrà poi, ma so che la mia vita non sarà più la stessa.
25 febbraio:
So che la vita diventerà molto più difficile qui. È già cominciata a dire il vero.
Il prezzo di alcune cose è aumentato molto e siamo solo agli inizi. L’euro valeva 75 rubli, ora è più di 100 e peggiorerà.
C’erano tante cose che volevo ma non potevo davvero permettermi, però pensavo: “Magari se lavoro un po’ di più” … Ora so che non avrò mai quello che volevo. Probabilmente non potrò mai lasciare il paese. Forse non avrò di che mangiare.
Non so quanto male le cose si metteranno. Mi sento così strana. Avevo la mia vita, sai? Non era perfetta ma avevo dei piani; avevo dei sogni, dei desideri e così via. Adesso ho perso tutto.
Migliaia di persone in Russia e in Ucraina perderanno tutto.
È tutto così assurdo. Non riesco a credere che stia succedendo e che sia il mio paese a farlo. Sono scioccata, confusa e spaventata.
26 febbraio:
Molte persone, specialmente in Ucraina, pensano che tutti i russi siano colpevoli per questo. Ma perché io sono colpevole? Anche la mia vita adesso è rovinata.
Odio la guerra e non la voglio; voglio indietro la mia vita. Voglio vivere normalmente, sai? Adesso, a causa di tutte queste sanzioni, è tutto rovinato.
Sai com’era vivere in Russia negli anni ‘80/‘90? I miei genitori li hanno vissuti. Non c’era nulla nei negozi, non potevi comprare nulla per vestirti o per mangiare. Anche se avevi soldi (e spesso non li avevi), i negozi erano vuoti.
Le persone stavano in fila per ore solo per comprare il pane o altre cose basilari.
Non voglio questo. Sono giovane, voglio godermi la mia vita, cosa c’è di sbagliato?
Lavoro, lavoro molto, non chiedo nulla per nulla ma non voglio patire la fame. Non voglio la guerra. Sono solo una ragazza normale che ha paura.
28 febbraio:
Non conosco NESSUNO che supporti tutto questo; tutti sono sconvolti e odiano questa situazione.
Sono certa che la guerra rovinerà molte vite anche qui. Molto probabilmente nessuno vivrà più allo stesso modo.
Sto cercando di comprare tutto ciò che mi è necessario adesso perché presto non avremo più nulla, ma già i prezzi sono aumentati rispetto a una settimana fa.
Penso che se anche tornerò a viaggiare [lei ama molto viaggiare, ndt.], nessuno sarà più carino con me. Tutti ci odiano. È terribile.
Inoltre, è pericoloso anche parlare di quello che penso. È stato annunciato che chiunque andrà per le strade a protestare verrà arrestato. Al lavoro mi hanno detto che potremmo avere problemi e addirittura essere licenziati se diciamo quello che pensiamo sui social come Instagram o Facebook.
È così brutto che molte persone ci credano colpevoli.
La guerra dei social
Sono in molti a chiamarla così. Sia perché lo stesso presidente ucraino Zelensky fa molto uso dei social per parlare con i suoi cittadini, sia perché anche loro li utilizzano per testimoniare quello che accade.
Ma la guerra dei social è anche questo: avere parenti o amici che vivono in prima persona questa guerra e che la raccontano non più tramite lettera, ma tramite instant messaging.
Ogni giorno media e social mostrano al mondo intero cosa accade sul campo di battaglia. Ma sono pochi i momenti in cui vengono raccontati spaccati sulla quotidianità delle persone comuni. Persone innocenti. Ucraini e russi che non hanno scelto questa guerra, ma che vi si sono ritrovati dentro.
Siamo tutti figli dello stesso pianeta, siamo tutti esseri umani. Ricordiamolo sempre.
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