Il nostro viaggio nel mondo della fotografia femminile continua.

Le cinque fotografe rivoluzionarie, che hanno sfidato le convenzioni del loro tempo inventandosi un mestiere, un linguaggio, una competenza specifica mai esistita prima, per portare così all’attenzione del mondo intero i loro messaggi anticonformisti e di modernità.

Margaret Bourke–White

Margaret Bourke–White è nata nel 1904 e ha iniziato a lavorare come fotografa freelance a 23 anni. Il lavoro della Bourke-White fu rivoluzionario per diverse ragioni. Non solo fu la prima fotografa di guerra degli Stati Uniti, ma scattò anche l’immagine uscita sulla prima copertina di Life Magazine. Come fotografa si concentrò sull’architettura e sulle immagini industriali mentre era guidata dal suo impegno sociale.

Ha documentato la vita quotidiana dell’Unione Sovietica in diverse occasioni e ha lavorato attivamente per ritrarre la vita miserabile che la depressione degli Stati Uniti portò a milioni di persone.

Nel 1930, quando i grattacieli di New York erano ormai diventati una caratteristica vera e propria della città, fu incaricata di scattare il grattacielo di 77 piani nel Chrysler Building, mentre i lavori per l’edificio erano ancora in corso.

Margaret Bourke – White era nota per il suo atteggiamento impavido, e spesso poteva essere vista accucciata sui fasci dei grattacieli a diverse centinaia di metri dal suolo. Durante la seconda guerra mondiale, Bourke – White fu la fotografa ufficiale dell’American Air Force e alcuni dei suoi reportage di guerra sono degni di nota.

Diane Arbus

Nonostante il fatto che le opere di Diane Arbus siano state esposte raramente mentre la fotografa era ancora in vita, ha raggiunto in seguito importantissimi risultati con i suoi famosi ritratti degli emarginati della società.

Negli anni 50’, Arbus ha iniziato a fotografare estranei per le strade di New York mentre sperimentava luci e tecniche.

I suoi ritratti erano insolitamente crudi e spesso suscitavano sentimenti spiacevoli da parte dello spettatore. La sua fotografia non convenzionale sicuramente non ha mai provato ad abbellire la realtà.

Oggi, Diane Arbus è una delle fotografe più famose d’America, nonché una delle più controverse. Mentre alcuni sostengono che lei abbia contribuito ad allontanare ulteriormente la vulnerabilità della società, altri affermano che i suoi ritratti di prostitute, transessuali e altri gruppi di emarginati abbiano messo in luce gravi problemi sociali.

Arbus si è suicidata nel 1971, a 48 anni, e da allora le sue opere sono state esposte molte volte. Il suo contributo alla fotografia ha ampliato i confini del documentario e del fotogiornalismo, sfidando la comprensione convenzionale del soggetto, dell’autorità e della composizione, dando soprattutto spazio visivo alla società più trascurata.

Ana Mendieta

Nata nel 1948 è principalmente nota per le sue fotografie che attraversano i confini della transitorietà, della violenza e dell’identità. È stata riconosciuta negli anni ’70 grazie alle sue fotografie che mirano a catturare momenti fugaci, strutture opprimenti, e la violenza maschile contro le donne.

Le fotografe rivoluzionarie, hanno portato alla ribalta un mondo che all’inizio dell’avvento della fotografia era prettamente maschile.