Essere un volontario e occuparsi di volontariato ha un’unica importante regola: scegliere un percorso tra tanti e mettere a disposizione il proprio tempo. In Italia sono moltissime le associazioni di volontariato. Queste hanno scopi diversi ma sono rivolte verso un unico obiettivo: fare la differenza o tentare di farla. Perché se è vero che il tempo concessoci dalla vita è poco, allora occorre sfruttarlo nel migliore dei modi. O meglio: metterlo a frutto.

Volontario: tra le varie definizioni, la Treccani riporta questa “chi assume un impegno o si presta a operare, a collaborare, a fare qualcosa di propria volontà, indipendentemente da obblighi e da costrizioni esterne”. Dunque fare volontariato significa assumersi una responsabilità cosciente, non costretta, e operare sul territorio per raggiungere un fine. Donarsi agli altri, in sostanza.

Volontariato e tematiche

Diventare un volontario, di qualsiasi natura o genere, richiede fare una scelta. Molto spesso lo si diventa perché, in base alle proprie esperienze, si riconosce il bisogno “umano” di agire. Il mondo non è un posto semplice e non è necessario ricordarlo ora. Proprio per questo, la figura del volontario che si presta per una causa, assume un valore aggiuntivo e simbolico. Una risorsa a cui l’Italia, e gli altri paesi del mondo, sembra non poter rinunciare per mancanza di risorse e di fondi. È la solidarietà, la collettività, che molto spesso opera là dove altri enti non riescono ad arrivare. Esistono diversi tipo di volontariato perché, purtroppo, diverse sono le tematiche e le cause da dover affrontare e “riparare”: culturali, sociali, ambientali, religiose, sportive… diritti umani e diritti delle donne. Senza contare le associazioni di volontariato che si occupano di salute. Temi questi che rispecchiano in toto la nostra società e le ferite a esse collegate.

Il tempo non si conta in denaro

Numerose sono le associazioni no profit che si reggono soltanto su donazioni esterne. In genere, chi decide di aggregarsi a un’associazione preesistente, o intende crearne una nuova, sa bene che ha un altro elemento più importante del denaro da donare: il proprio tempo. Se il tempo è prezioso, concederlo agli altri lo fa diventare quasi eterno. In una società come la nostra, dedita più che mai all’individualismo e al consumismo, riscoprire il valore della dedizione significa riscoprire il valore della propria vita che non è più al servizio solo di noi stessi ma lo diventa anche degli altri. Il tempo è la cosa più importante che abbiamo, forse l’unica da poter gestire in piena autonomia. Fare del volontariato ha un’unica e semplice regola: scegliere di donare le proprie giornate per un fine ultimo che va oltre noi e di cui noi, a volte, non beneficiamo affatto se non in minima parte.

La giornata mondiale del volontariato

Il 5 dicembre di ogni anno si festeggia la giornata mondiale del volontariato. A designarlo sono state le Nazioni Unite come riconoscenza verso tutte quelle persone che nel mondo si dedicano a cause quali i diritti umani, la crisi climatica, la cultura ecc. Un “lavoro” non retribuito ma che porta vantaggi che non hanno prezzo. Numerose sono le iniziative che ogni anno, in Italia e nel mondo, celebrano quelle figure che si mettono in gioco, scendono in campo, e attraverso gesti di solidarietà o sfida a se stessi, crescono e fanno crescere.

Perché mettersi a servizio

Le motivazioni che spingono una persona a mettersi a servizio degli altri possono essere molteplici: desiderio di non stare soli e dunque di far parte di qualcosa, voglia di riscattare ingiustizie, desiderio di cambiare le cose, volontà di aiutare il prossimo. Molto spesso lo si fa per rendersi partecipi di qualcosa che, ce lo auguriamo, diventerà immortale. Molto spesso, mettendoci in azione, lasciamo dei segni o dei riconoscimenti. Facciamo del bene per arricchimento, per arrestare quel tempo donato e sperare che valga a qualcosa per un futuro che forse non vedremo nemmeno. Il volontario fa questo e altro. Sa bene che le battaglie sono lunghe e che è complesso portarle a termine. Diritti della terra, diritti umani, diritto alla salute, diritto alla cultura. Si sceglie una di queste strade e la si persegue. Scelte, appunto, che possono influenzare il presente e il futuro di molti.

“Ah, ma lo fai gratis?”

Se c’è una frase che il volontario detesta sentirsi dire è proprio questa: ah, ma fai tutto questo e non ti pagano? In Italia i volontari sono milioni, di tutte le età. Di associazioni se ne contano a centinaia. Conosciute o meno, registrate e no profit, l’Italia sembra quasi fondarsi sulla scelta del volontariato che traina e spinge forze maggiori della comprensione. Eppure educare a compiere gesti per gli altri, perché è di questo che si tratta, potrebbe aiutare le nuove generazioni a comprendere meglio il significato di volontariato. O quanto meno dell’offrire il proprio tempo che non è mai scontato.

Quando ci impegniamo a costruire qualcosa, quando ci mobilitiamo per provare a mettere in ordine un mondo che poco di ordinato ha in se stesso, dagli albori, facciamo un grande passo verso un probabile progresso di cui potremo godere tutti. Volontà e tempo. Non occorre altro.

(Agenzia dell’Entrata, Enti del volontariato registrati)