Cassandra, il nuovo romanzo di Cinzia Giorgio, edito Newton Compton.
Cassandra appartiene al genere letterario Retelling, tanto amato e acclamato dal grande pubblico in questi ultimi anni.
Nella mitologia greca incontriamo in più opere la figura di Cassandra, la principessa veggente, la donna che aveva predetto la distruzione di Troia, senza mai essere creduta.
Ma iniziamo dalle origini…
Chi è Cassandra?
Figlia di Priamo ed Ecuba, gemella di Eleno, anche lui veggente, sorella del valoroso Ettore e del nemico della pace Paride, sacerdotessa di Apollo.
La leggenda narra che durante il quarantesimo di Priamo, i due gemelli vengono dimenticati dalla madre in una cesta al tempio del dio Apolllo.
Ecuba si accorge della mancanza solo il mattino seguente e disperata, recandosi al tempio, promette i suoi figli ad Apollo se lui le avesse fatto la grazia di salvarli.
Il quel momento il dio manda i suoi serpenti ad avvolgere la cesta dei gemelli e sibilare nelle orecchie dei due neonati. I bambini dal quel momento diventano così suoi protetti.
All’età di nove anni Cassandra ha la sua prima veggenza attraverso la comunicazione con il mondo animale, e ne prende consapevolezza.
La ragazza cerca e cercherà più volte di opporsi al suo destino, ma il fato non si può combattere e Cassandra ne rimarrà vittima.
Cassandra, sacerdotessa di Apollo, venera segretamente la dea Atena e ha il desiderio di rimanere vergine, ma possedendo il dono della veggenza, potere che nessun dio possiede, la principessa è desiderata da tutti gli dei.
“Lei sa!” Gli dei la bramano perché conosce cose che nessuno conosce, conosce il futuro. Averla dalla loro parte vuol dire “avere il potere”.
Afrodite, per questa regione, vuole intensamente la ragazza e la avvicina in una meravigliosa scena raccontata dall’autrice nel romanzo:
“La risata argentina di una donna riecheggiò nelle mie orecchie. La dea si stava manifestando dinnanzi a me, senza tuttavia mostrarsi.
Non ne ebbi paura. La passione della carne non mi aveva ancora colpita e mi sentivo immune alla dea.
Sapevo, tuttavia, che la mia tracotanza sarebbe durata ben poco, perché presto Afrodite avrebbe mandato prima suo figlio, a farmi vacillare, e poi la sua protetta.
“Apollo non sa che la sua sacerdotessa sta per tradirlo”, dissi ad alta voce, interpretando il suo volere.
“Cassandra di Troia, sei nata per lui ma verrai a me, non potrai resistermi. Nessuno può”, ripetei.
Lasciai le ciocche sotto la sua effige e mi diressi con passo sicuro verso l’uscita. Il respiro divenne limpido come quello di Gea. La felicità mi pervase. La dea era entrata dentro di me.”
Cinzia Giorgio racconta la storia della sua Cassandra rifacendosi a fonti classiche, come Eschilo, e in questo modo riporta alla luce un personaggio della mitologia greca troppo spesso messo da parte o frainteso.
In gran parte fedele alle fonti, l’autrice crea dei piccoli espedienti narrativi, funzionali al romanzo, molto piacevoli e credibili.
Cassandra è stata nei secoli trasfigurata, additata come figura negatrice portatrice di rovina.
La Giorgio le restituisce la dignità che merita, la racconta come una donna indipendente, complice e amica delle altre donne, che cerca di opporsi al suo destino e che, soprattutto, non viene creduta.
Cassandra è l’emblema della donna a cui non è data la giusta credibilità, la stessa credibilità che avrebbe un uomo.
C’è una Cassandra in tutte le donne, che grida per far sentire la sua voce in un mondo ancore troppo maschilista e patriarcale.
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