Intelligente e anticonformista, salìe al trono bambina ma, a 28 anni sceglie di abdicare e vivere in libertà
La regina bambina

Cristina di Svezia nasce a Stoccolma il 18 dicembre 1626.

Suo padre Gustavo II Adolfo, re di Svezia, e la moglie Maria Eleonora del Brandeburgo hanno già avuto due figlie, entrambe morte prima dell’anno, e aspettavano con ansia un erede.

Alla nascita di Cristina, la levatrice annuncia che si tratta di un maschio: i capelli folti, la voce potente e forse anche un’ipertrofia clitoridea l’hanno tratta in inganno.

Tuttavia il re non resta dalla nascita della bambina, che scegliedi far educare come un principe ereditario.

A 28 anni abdica

La regina si sente stretta nella rigida cornice luterana del paese e in lei prende forma la convinzione di una più ampia libertà intellettuale nell’ambito della religione cattolica.

Influenzata in questo anche da Cartesio, un cattolico fervente, suo ospite a corte, amico e mentore…
Nel 1654, vincendo la resistenza dei familiari, della corte e dei consiglieri, rinuncia al trono.

Nomina suo erede il cugino Carlo X Gustavo e, dopo essersi garantita una cospicua rendita fondiaria, per evitare vendette fuggìe dal Paese in incognito, travestita da uomo.

Regina di Roma

Una volta rifugiatasi a Bruxelles, la vigilia di Natale del 1654 l’ex-regina fa la sua prima professione di fede cattolica.

Poco dopo in Austria la conversione diventa pubblica.

Soltanto allora il papa Alessandro VII la invita ufficialmente a Roma, dove giunse con grandissimo sfarzo nel 1655.

Per l’occasione Gian Lorenzo Bernini, che in seguito sarebbe diventato suo amico, disegna apposta per lei una lettiga e restaura Porta del Popolo con una scritta che inneggia al «suo felice e fausto ingresso» in città.

L’entusiasmo per la sua spettacolare conversione viene celebrato in ogni modo.

Il giorno di Natale è il papa stesso a darle i sacramenti, e in quella data Cristina aggiunsge al proprio nome Alessandra e Maria, per esprimere devozione al pontefice e alla madonna.

A Roma la donna stringe anche una fortissima amicizia con il cardinale Decio Azzolino, che desta un tale scandalo che il papa stesso deve intervenire per diradare le visite del prelato a palazzo Farnese.

Quale che fosse la natura del loro rapporto, i due rimangono legati per più di trent’anni, e insieme gesticono le finanze e i progetti politici di Cristina e influenzano l’esito di ben tre conclavi.

Il trono di Napoli

La regina è corteggiata dalla corona francese. Il cardinale Mazzarino progetta per lei l’acquisizione della corona di Napoli, in modo che da questa posizione potesse fare da paciera tra Francia e Spagna.

Cristina si reca alla corte del re Sole per discutere il progetto, ma mentre è al castello di Fontainbleu scopre che il marchese Monaldeschi, capo-stalliere, l’ha tradita rivelando i suoi piani alla Spagna.

La donna irata ordina a un servo di uccidere il traditore, ma l’omicidio di un nobile italiano all’interno di una dimora reale suscita un terribile scandalo, e la Francia le toglie presto il sostegno per la candidatura come regina di Napoli.

La morte di Cristina

Nel 1689 la donna si ammalò e morì il 19 aprile.

Nomina Azzolino suo erede universale, ma anche questi muore pochi mesi dopo, e la straordinaria biblioteca della regina viene comprata dal Vaticano a una cifra irrisoria, mentre le sue collezioni artistiche (che includevano opere diRaffaello, Tiziano e Rubens) finirono disperse.

La Chiesa le dedica un funerale solenne, e un onore che fino a quel momento ha riservato soltanto a un’altra donna, Matilde di Canossa la sepoltura nelle grotte Vaticane.