Non era facile essere una donna in carriera alla fine del diciannovesimo secolo. Lo sapeva bene Emily Warren Roebling che si ritrovò a dover dirigere i lavori di una delle più grandi opere della storia: il ponte di Brooklyn.
Era il 1869 quando iniziarono i lavori per quello che oggi è uno dei simboli della Grande Mela. A seguito di una serie di circostanze spiacevoli, il progetto passò nelle mani della signora Roebling che vi dedicò tutta sé stessa. Ma era il diciannovesimo secolo ed era una donna, per giunta non ingegnere. Era istruita sì, ma non era un ingegnere e i colleghi non la presero molto bene.
Una passeggiata emozionante
Immaginate di attraversare il ponte di Brooklyn in direzione Manhattan al tramonto. L’esperienza è una delle magie di New York: i colori che si riflettono sui grattacieli fanno sembrare la città un luogo incantato. Qualsiasi amante della Grande Mela prova una sensazione unica attraversando il ponte per la prima volta.
Ma la magia che oggi possiamo provare è il frutto del duro lavoro e delle sofferenze di molti. Numerosi, infatti, furono gli incidenti durante la costruzione e la famiglia Roebling lo ha scoperto a sue spese.
Il ponte di Brooklyn
Il progetto era di John A. Roebling, ingegnere d’origini tedesche, noto per i suoi ponti sospesi. Già all’epoca, l’idea di un ponte che collegasse l’allor comune indipendente di Brooklyn e l’isola di Manhattan era qualcosa di grandioso: sarebbe stato il ponte sospeso più lungo del mondo!
Ma come spesso accade le cose non vanno come dovrebbero. John morì di tetano ancor prima dell’inizio dei lavori, che passarono al figlio Washington A. Roebling. Anche lui non fu molto fortunato però. Fu infatti colpito dalla malattia di decompressione, anche detta malattia dei cassoni, che lo costrinse a letto per tutto il resto della sua vita.
A quel punto subentrò la moglie. I due si erano conosciuti qualche anno prima e si erano subito trovati in sintonia. Emily era una donna molto colta e istruita, dotata di grandi capacità diplomatiche. Secondo alcune fonti, Washington la descriveva infatti come “una donna dal tatto infinito e in grado di dare saggi consigli”.
Emily Warren Roebling
Emily era una donna estremamente forte e caparbia il cui fratello, ingegnere insieme a Washington, l’aveva sempre spronata in ambito accademico. In un periodo in cui le donne potevano ambire al massimo a fare le padrone di casa, Emily si distinse per la sua mente brillante e, grazie all’aiuto del marito, portò a compimento una delle più grandi opere della storia.
Lei non si occupava solo di supervisionare i lavori: oltre a far tornare i calcoli del progetto, si preoccupava delle contrattazioni con le banche e con i fornitori, controllava i contratti e si batteva contro i politici dell’epoca. Emily affrontò tutte le polemiche legate alla sua condizione di donna e riuscì addirittura a vincere una battaglia politica con cui il sindaco di Brooklyn voleva sollevare i Roebling dal progetto.
In una lettera al figlio, Emily affermava di avere più cervello e buon senso di qualunque altro ingegnere avesse mai incontrato. Se non fosse stato per lei, continuava la donna, il nome Roebling non sarebbe mai stato affiancato al ponte, sempre che fossero riusciti a costruirlo.
Simbolo di resistenza
A lavori conclusi, nel 1883, Emily fu la prima ad attraversare il ponte di Brooklyn in carrozza e lo fece portandosi dietro un gallo, simbolo di vittoria.
Ma la gioia per il nuovo ponte durò ben poco. Sei giorni dopo l’inaugurazione, un falso allarme secondo cui l’opera non avrebbe retto la fiumana di gente che la stava attraversando, scatenò il panico. Ci furono morti e feriti e, ovviamente, molti dubbi sulla sua stabilità.
Nel maggio dell’anno successivo, vennero fatti transitare ben ventuno elefanti sul ponte, per dimostrarne la solidità.
Da allora il ponte di Brooklyn è stato il riparo del popolo newyorkese in altre occasioni, come l’undici settembre e il mega blackout del 2003, e ha sempre resistito.
Dietro un grande uomo…
Emily si era votata totalmente al progetto e oggi, passeggiando sopra l’East River, si può trovare una targa in onore dei Roebling che cita:
Back of every great work we can find the self-sacrificing devotion of a woman.
There are 2 comments on this post
Comments are closed.