“Fuck Nino Sarratore, Omm’ e Merd’“.
Nino Sarratore, oggetto di desiderio delle due protagoniste della saga de ” L’amica geniale” di Elena Ferrante.
Nino, faccia pulita, intellettuale di sinistra, apparentemente liberale e di sani principi, dedito alla lotta contro le differenze sociali, schierato contro il sessismo, ma odiato dalle donne di tutto il mondo.
In un primo confronto con gli uomini della saga, ne sembrerebbe uscire vincitore e invece no!
Stefano, maschilista, marito padrone e violento, sposa Lila con l’inganno, trattenendola accanto a sé con il ricatto, ossessionato da lei, non si rassegna a non essere ricambiato. Le usa violenza fisica e psicologica, perché nella sua cultura patriarcale e ignorante, figlia degli anni ‘60 è l’unico modo per non perderla e per mantenere il suo ruolo di marito autoritario, che spesso vacilla al cospetto di un carattere forte e deciso come quello di Lila, che non si piega, ma non si spezza nemmeno.
Condannando in assoluto l’atteggiamento di Stefano, sappiamo che è dettato dalla cultura del suo tempo e dall’incapacità di accettare una moglie più forte di lui, da cui nonostante tutto è totalmente soggiogato.
Il fratello e il padre di Lila, altre due figure patriarcali, approfittano delle risorse e delle grandi capacità della ragazza in campo lavorativo per venderla come merce di scambio, ma non nascondono quasi mai le loro vere intenzioni.
I Solara, sono classificati sin dall’inizio della storia nella fascia peggiore della società, da personaggi del genere ci si aspetta solo ed esclusivamente atteggiamenti camorristici e coercitivi.
Invece Nino Sarratore, con i suoi lineamenti gentili e l’atteggiamento da rivoluzionario che sogna di salvare il mondo dai soprusi dei potenti e degli oppressori, contrasta con il modo viscido che usa per approfittarsi delle donne della sua vita.
Dapprima della prima fidanzata Nadia, figlia della professoressa, di cui si serve per entrare nel giro della “Napoli bene”, poi Lenuccia, palesemente innamorata di lui fin da bambina, di cui sfrutta il sentimento e le “affinità elettive”, per poi calpestarli pubblicamente, per arrivare a Lila, suo pallino e capriccio dall’infanzia, oggetto del suo desiderio, conquista di un uomo predatore che deve riuscire ad ottenere il suo giocattolo.
Strappa Lila con consapevole narcisismo alla sua realtà coniugale, dove bene o male era riuscita a stabilire un certo equilibrio.
La abbandona dopo solo ventitre giorni di convivenza, incinta, senza una lira per sostenersi, semplicemente perché avverte che lei è intellettualmente un pericolo per la sua realizzazione personale.
Nino è un vigliacco approfittatore, sotto mentite spoglie di liberatore.
Nino é uno dei peggiori generi di uomo, vede la donna come un oggetto, ma predica l’uguaglianza di genere.
Sfrutta le donne per i suoi fini personali, per poi gettarle come stracci vecchi senza nemmeno chiedere scusa.
Un burattinaio che si traveste da burattino, per insinuarsi subdolamente nella mente delle donne della sua vita, ingannandole, illudendole di volerle proteggere da una società patriarcale di cui lui stesso è vittima.
Degno figlio di suo padre, ne incarna la versione peggiore perché travestito da principe azzurro.
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