La nota scrittrice e filosofa Michela Marzano nel suo libro Sii bella e stai zitta, si esprime in modo critico nei confronti del nostro Paese. Secondo l’autrice l’Italia di oggi offende le donne. Il testo pubblicato nel 2010, ancora oggi rispecchia in parte la realtà. Scopriamo insieme perché.
Michela Marzano è una filosofa, scrittrice ed ex politica italiana. Nota non solo nel nostro Paese ma anche in Francia. Proprio lì, è diventata professore ordinario e Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali all’Università Paris Descartes. Marzano si spende anche in politica, quando nel 2013 viene eletta alla Camera dei Deputati, nelle liste del PD. Messa da parte la vita politica, dal 2019 è editorialista del quotidiano La Repubblica e dal 2020 scrive anche per La Stampa.
Il punto di vista di Michela Marzano.
Le analisi di Michela Marzano sono incentrate in particolare sulla fragilità della condizione umana. Questo si evince dalle lotte portate avanti a favore di categorie a suo dire svantaggiate. Non a caso 2016 esprime dissenso nei confronti della legge sulle unioni civili. Contraria alla norma che priva della possibilità di adozione del figlio del partner di coppie omosessuali, abbandona il PD. Nei suoi testi, Marzano riflette sulla condizione dell’essere umano e sul posto che ricopre nell’odierna società. Ricordiamo alcune sue opere famose come ad esempio, “Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa” e “Volevo essere una farfalla”.
Sii bella e stai zitta: un atto di resistenza.
“Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia. In quanto filosofa ho sentito il dovere di abbandonare la torre d’avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali. Questo per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana”. Con queste parole Michela Marzano anticipa quello che sarà il contenuto del libro “Sii bella e stai zitta”. “Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile”. Questo l’obiettivo del testo secondo l’autrice che conclude affermando: “La filosofia è un’arma efficace e potente. L’unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita. L’unico modo per non permettere più a nessuno di umiliarle e zittirle”. Ma ora, entriamo nel vivo del libro.
Una donna, non una femmina.
“Che cos’è una donna?” si chiede Marzano nel primo capitolo. Da subito riflette sulla corretta definizione della donna e ci tiene a chiarire:
Se c’è una cosa di cui sono assolutamente certa, è che sono una donna. Una donna non è una femmina!
“Femmina” è ritenuto quasi offensivo. Questo perché l’autrice collega il termine al mondo degli animali. Uno degli esempi riportati è quello dell’annuncio di una nascita. “È una femminuccia”, una delle possibili risposte alla domanda sul sesso nascituro. “Forse perché da anni vivo in Francia e , in francese, nessuno oserebbe rivolgersi a una donna chiamandola “femelle”. Ovvero “femmina”. Queste le parole di Michela Marzano a supporto della sua tesi. Ma torniamo al quesito iniziale. “Che cos’è una donna?”, la scrittrice dichiara: “Nella vita di tutti i giorni, quando mi sveglio, esco, prendo un caffè, chiacchiero con gli amici, non ho bisogno di sapere che significhi esattamente essere una donna. Mi sento donna e questo basta!”.
Dunque un modo per dirci che non bisogna necessariamente “definire l’essere donna”. Riconoscere il valore di una donna non significa paragonarla all’altro sesso. Pretendere di essere definite al maschile non significa affermarsi nel proprio ruolo. Questa è una polemica viva tuttora. “Fino a quando l’ unico modo per essere accettate e riconosciute uguali agli uomini sarà quello di negare la nostra differenza- l’autrice conclude-noi donne non avremo vinto la nostra battaglia per l’uguaglianza”.
Secondo la società, ogni donna è madre.
Uno dei temi caldi del libro è quello che tratta la maternità. Inutile girarci attorno, la società richiede alla donna di essere moglie e madre. Una richiesta non esplicita, ma palpabile. Il terzo capitolo del libro non a caso si intitola: “Ogni donna è madre”. L’analisi della scrittrice, pubblicata nel 2010, è ancora reale?. “Guardare con sospetto una donna senza figli e immaginare subito che si tratti una donna che ha problemi relazionali.
Oppure di una donna sterile che non può che essere compatita per il brutto scherzo che le ha giocato la natura”. Oggi essere madre è una scelta. In seguito alla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta e Settanta le donne hanno la possibilità di “fare l’amore” senza “fare figli”. Nonostante ciò, nella mente di qualcuno alberga ancora l’idea che una donna senza figli sia una fallita. Tuttavia ad oggi, le donne posso “scegliere”. “La maternità è stata un destino, ora è diventata una scelta”.
La fissazione per il corpo: il nuovo oppio dei popoli.
Nel capitolo “Bisturi, bisturi delle mie brame”, si tocca un tema quanto mai attuale. Marzano esordisce con “L’anima è morta, viva il corpo!”. L’affannosa ricerca della perfezione “esteriore” riguarda tutti, ma in particolar modo le donne. Corpi perfetti, in passato nelle immagini pubblicitarie e oggi sulle foto dei social network. Già nel 2010 si riscontrava un aumento esponenziale degli interventi di chirurgia estetica. Il controllo del corpo permette, almeno in apparenza, di combattere l’ansia e l’insicurezza. Un modo per accettarsi e farsi accettare. In questo capitolo la scrittrice si rifà alle parole della nota femminista Rosy Braidotti.
“Quando si decide di modificare il proprio corpo unicamente per non essere differenti dagli altri. Quando un tratto del proprio corpo non sembra corrispondere alle aspettative della società. E quando si pensa che l’unico modo per sedurre un uomo sia rifarsi la bocca o il seno – conclude la Braidotti – il rischio che si corre è che l’essere stesso di ognuno di noi svanisca in un apparire che non dice più nulla di ciò che siamo.” L’unica soluzione che abbiamo è cercare di imparare ad accettare il nostro corpo reale.
Sii bella e stai zitta.
Questo libro, tutto da leggere, descrive capitolo dopo capitolo i limiti di una società che si ferma all’apparenza e va oltre con molta difficoltà. Accettare le regole significa omologarsi senza opporsi al sistema. “Sii bella e stai zitta” è un invito a riflettere, ma anche a reagire. Le donne consapevoli sono donne libere. In conclusione, Michela Marzano, esorta tutte a non sacrificare il proprio io. Esorta le donne a non stare mai zitte!
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