Nella silloge poetica Semiotica notturna di Cristina Eléni Kontoglu si analizza il rapporto tra l’essere umano e la città, descritta con stranianti connotati postmoderni, in una corrispondenza tra materiali sintetici e altri naturali, in uno scambio in cui le sostanze si mescolano, le essenze si compenetrano, i significati si ribaltano.
Semiotica notturna è un’opera simbolica ed evocativa in cui si partecipa a un viaggio come ha come meta il ritorno all’essenza, spogliandosi del superfluo e abbandonando l’ossessione per le apparenze, per abbracciare una verità più intima.
La silloge poetica.
Semiotica notturna (peQuod Editore, 2024) è la nuova raccolta di poesie della scrittrice e fotografa italogreca Cristina Eléni Kontoglou, dopo Volturno Arcano (Eretica Edizioni, 2023). L’autrice è nipote di uno dei maggiori pittori e scrittori greci, Photis Kontoglou, e del marchese italiano Savini; vive a Firenze dove ha conseguito la laurea in Lingue e Traduzione e specializzandosi in letteratura e lingua francese. Attualmente si divide tra l’insegnamento della lingua francese e la scrittura; oltre alle due sillogi poetiche, ha pubblicato nel 2023 Agrimonia, un libro di racconti autobiografici edito da Fallone Editore.
Incontriamo liriche intense e sibilline, i cui versi sono un misto di raffinatezza e di volontà trasgressiva; la poetessa ci conduce in spazi dominati da abbaglianti luci al neon, in una metropoli cyberpunk abitata da viaggiatori solitari: ci perdiamo in strade labirintiche e dobbiamo affidarci all’unica sicurezza che abbiamo – i nostri sensi. Niente è come sembra nei luoghi dipinti dall’autrice; la ricerca del significato ultimo comporta quindi sollevare veli, penetrare nei recessi della psiche, comprendere di quali materiali è composto ogni oggetto, ogni anima. L’enigma dell’essere umano si riflette in quello del contesto in cui si muove: per l’autrice si può svelare tale mistero solo sezionando, frammentando e contaminando, per poi ricomporre il tutto in nuove forme significanti.
I processi alchemici.
Semiotica notturna è ripartita in tre sezioni archetipiche – Materia, Sublimazione e Trasmutazione – le quali trovano corrispondenze nelle fasi alchemiche Nigredo, Albedo e Rubedo. La poetessa si affida al processo di trasformazione messo in atto in questo antichissimo sistema filosofico-esoterico, per parlare della necessità di compiere un’evoluzione che ci porti a trovare la verità su noi stessi.
Come in alchimia, quindi, la materia impura si corrompe e si degrada, per poi essere purificata e infine ricomposta: un percorso di trasformazione tanto fisica quanto spirituale:
Sceglimi disarmante disarmata come una richiesta. Vorresti dissipare per distinguermi nella folla sintetizzare, ricavare un’immagine di me che suoni essenziale, circoscritta naturale espressione delle strade senza nome senza ombre né invasioni, terre di nessuno e di alcuna inversione esitazione, che comprometta la purezza dell’essenza. La metropoli non asseconda i silenzi: neppure se sei tu a concederlo neppure se sono io, a desiderarlo.
Ritorno all’essenza.
C’è un detto alchemico che recita: Verso l’oscuro per mezzo del più oscuro, all’ignoto attraverso ciò che è ancora più ignoto. La ricerca della verità non può prescindere dall’inoltrarsi in strade mai battute: in questa intrigante silloge poetica veniamo posti davanti a uno specchio e ci viene chiesto di osservarci attentamente, togliendo ogni filtro, abbandonando la sicurezza della menzogna. È il ritorno a una dimensione ancestrale in cui rivelare finalmente la nostra essenza più autentica.
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Immagine di copertina di Nothing Ahead
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