Se andate in Veneto, un’esperienza che sicuramente consiglierei è la navigazione del Brenta al bordo del Burchiello. Un viaggio che con il lento scorrere dell’antico fiume accompagna alla scoperta della natura lussureggiante che dalle acque fluviali risale lunghe le rive, abbracciando i piccoli borghi e le ville che sfilano lungo il Brenta.
Il Brenta che collegava, insieme ad altri corsi, Venezia con Padova era il canale alla moda, luogo di delizia e prolungamento ideale del Canale di Venezia, dove fiorirono più di una quarantina di lussuose ville. Qui, non lontani dalla città, i nobili più facoltosi trascorrevano le loro vacanze, partendo da Venezia con una comoda imbarcazione chiamata Burchiello che risaliva il canale navigabile del Brenta. Questa imbarcazione era spinta a forza di remi da piazza San Marco, attraverso la laguna veneta sino a Lizza Fusina, da dove veniva trainata da cavalli, risalendo il “Naviglio Brenta” fino a Stra, e da lì, percorrendo il canale Piovego, si raggiungeva Padova. Il viaggio sul Burchiello era affascinante e divertente: nel lento procedere tra le ville e i salici piangenti, dame e cicisbei, nobili e avventurieri, commedianti e artisti animavano la vita di bordo rendendo piacevole e pittoresco il tragitto fluviale. Anche Goldoni fece uso di questo servizio che descrive in suo poemetto intitolato “Il burchiello”, ma numerosi personaggi impiegarono questo mezzo di trasporto: Michel de Montaigne, Giacomo Casanova, il poeta Giorgio Baffo, Lord Byron, Wolfgang Goethe e Gabriele D’Annunzio, solo per citarne alcuni nomi.
Sul finire del Settecento, con la caduta della Repubblica di Venezia per mano di Napoleone, il servizio fu interrotto, per poi riprendere solo negli anni Sessanta del XX secolo. Così ancora oggi il Burchiello, moderna e confortevole imbarcazione con un ampio spazio cabinato e uno superiore aperto e panoramico, solca le acque della Riviera del Brenta da Padova a Venezia, e viceversa, portando migliaia di turista in visita alle ville venete, sostando per visitare gli interni delle più belle e famose legate a nomi illustri quali il Palladio e il Tiepolo. Un viaggio suggestivo che, attraversando nove ponti girevoli – alcune dei quali ancora azionati manualmente – e cinque Chiuse – veri e propri ascensori d’acqua –, permette al turista di risalire (o scendere) un dislivello altitudinale di ben dieci metri esistente tra Venezia e Padova.
Partiti dal pontile del Portello, l’antico porto fluviale di Padova, il Borchiello scivola nel silenzio del mattino lungo il Piovego, increspando le acque tranquille tra le due verdi sponde. La navigazione procede nella meraviglia del paesaggio nella luce dorata del sole che si alza quieto dopo un inizio incerto, sbiadito da una leggera mattutina. Attraversate le chiuse di Noventa Padovana e Stra, qui si sosta per una visita guidata all’interno di Villa Pisani, il famoso Palazzo Ducale di terraferma: una sontuosa villa ornata in facciata da poderose sculture e decorate all’interno dai più celebri artisti del Settecento veneto. È definita la “Regina delle ville del Brenta”, la più spettacolare e imponente, con un corpo di fabbrica che si sviluppa intorno a un doppio cortile e su tre piani d’altezza, nella parte centrale, e due sulle ali laterali, per un’estensione pari a 114 locali. La facciata posteriore richiama quella principale con il coronamento di statue che segue la cornice superiore: quella centrale rappresenta Almorò Pisani ritratto come Capitano generale da Mar, uomo ambizioso e influentissimo che insieme al fratello Alvise, Procuratore della Repubblica di Venezia nel 1720, fece demolire la più modesta villa qui esistente già nel XVII secolo, per far costruire una dimora più consona alla loro potenza.
Analoga magnificenza rispecchia il parco, il più vasto e celebre della Riviera: un’evoluzione del giardino all’italiana seicentesco che si sviluppa con lunghe prospettive, boschetti dai sentieri intricati e irregolari, la coniugazione della spettacolarità con la praticità dell’uso, come testimonia il grande complesso delle scuderie che, a prima vista, pare un vero e proprio palazzo posto a rivaleggiare in splendore con la villa stessa. Non appena si varca la soglia dell’ingresso posteriore, subito si ha infatti un’impressione di grandezza, con lunghissima prospettiva della vasca che conduce verso le scuderie: il paragone con i giardini di Versailles viene spontaneo ma, in questo caso, tale impressione è solo in parte vera, poiché se in effetti il giardino è parzialmente ispirato al noto parco della reggia del Re Sole – essendo stato frequentato a suo tempo proprio da Alvise Pisani in veste di ambasciatore della Repubblica –, il parallelismo attribuibile alla lunga vasca che ricorda quella del Gran Canal è fuorviante, in quanto fu realizzata solo ai primi del Novecento quando la Villa era sede dell’Istituto per le ricerche idrotecniche dell’Università di Padova.
Procedendo si arriva a Mira, dove si trova la maggiore concentrazione di ville. Qui si possono ammirare i celebri prospetti che si affacciano sul Canale, le anse verdeggianti, gli angoli incontaminati dove i salici piangenti accarezzano con le loro fronde sinuose le acque del canale. Alla Riscossa di Mira un’altra sosta permette di visitare gli interni di Villa Widmann Rezzonico Foscari, tipica residenza estiva del XVIII secolo, è uno dei gioielli del tardo Barocco veneziano con importanti affreschi nelle sale e il suo delizioso parco. Costruita agli inizi del Settecento per volontà dei Serimann, nobili veneziani di origine persiana, la villa ottenne l’attuale aspetto solo nella metà dello stesso secolo, quando i Widmann, dopo aver acquistato l’immobile, lo rimodernarono adeguandolo al gusto rococò francese. Il corpo centrale divenne così un’accogliente dimora per feste e ricevimenti. Impreziosirono il salone principale, che si eleva su due piani inframmezzati da un suggestivo ballatoio, gli affreschi dai colori tenui di Giuseppe Angeli e di Gerolamo Mengozzi Colonna, collaboratore prediletto del Tiepolo. A nord della villa si estende un rigoglioso parco: tigli, cipressi e ippocastani fanno da sfondo a numerose statue in pietra tenera di divinità, ninfe e amorini, muti protagonisti di un mondo arcaico. Sul lato destro, dietro la barchessa, si apre un ampio spazio affiancato dalle serre e un romantico laghetto di creazione tardo-ottocentesca con numerosi cipressi di palude. Nelle vicinanze un gazebo in pietra e ferro battuto, circondato da ippocastani, per secoli probabile complice di incontri galanti.
La via d’acqua che collega Venezia a Padova si è trasformata nel corso dei secoli in una suggestiva passerella di ville, in principio poco più che case coloniche, poi vere e proprie dimore signorili di villeggiatura. E ancora oggi navigando sul Burchiello per quelle pigre correnti, fiancheggiando la riviera rigogliosa per natura e arte, si può immaginare di percorrere lo stesso piacevole viaggio degli abitanti della Repubblica nel XVIII secolo svelando scorci pittoreschi a ogni curva con le sue antiche dimore cariche di fascino antico, dalle quale la fantasia riesce a suggerire le balze variopinte degli abiti delle dame, le parrucche incipriate e i tricorni degli uomini. Luoghi dove il tempo sembra essersi davvero cristallizzato nel lento scorrere delle acque del Brenta.
Sara Foti Sciavaliere
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lo terrò presente grazie, è bellissimo!
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