Marguerite Yourcenar, scrittrice e poetessa francese, è stata una delle personalità più importanti che hanno caratterizzato il panorama letterario del XX secolo. Nata a Bruxelles da una famiglia franco-belga nobile e aristocratica (il suo vero nome era Marguerite Cleenwerk de Crayancour), fu la prima donna a essere eletta all’Académie Française, una delle più antiche istituzioni di Francia tra i cui membri si annoverano coloro che in diversi campi hanno contribuito a dare lustro alla lingua francese. Autrice dell’intenso e indimenticabile romanzo Memorie di Adriano (“Mémoires d’Hadrien”), Marguerite Yourcenar ha da sempre manifestato un interesse particolare per le verità occulte che si celano tra le pieghe del mondo visibile: una fra queste è proprio l’alchimia, tema centrale dell’altro suo grande e celebre romanzo L’Opera al Nero (“L’Œuvre au Noir”).
Pubblicato nel 1968, L’Opera al Nero valse alla sua autrice il Prix Fémina, uno dei più prestigiosi premi letterari francesi. Come già anticipato sopra, l’alchimia è il perno attorno al quale ruota l’intero romanzo e rappresenta, di conseguenza, una delle chiavi di lettura più importanti da utilizzare per riuscire a comprenderlo e a decifrarlo. Perché sì, non si tratta per niente di un romanzo facile da capire in quanto, come Marguerite Yourcenar non si stanca mai di ripetere e di ricordarci, la realtà che noi vediamo e percepiamo non è altro che una piccolissima parte se paragonata a tutto il sapere che si nasconde sotto la superficie. Come dice – infatti – Zénon, il protagonista del romanzo: “Je mourrai un peu moins sot que je ne suis né” ovvero “Morirò un po’ meno sciocco di quando sono nato”.
Che il romanzo sia stato scritto all’insegna dell’alchimia si evince già dal titolo: l’Opera al Nero o nigredo è infatti la prima delle tre fasi del processo alchemico, caratterizzata dalla distruzione dell’esistenza profana dell’adepto. Questa prima fase è quella più pericolosa e difficile e può richiedere addirittura una vita intera. La seconda fase viene chiamata albedo ovvero Opera al Bianco in cui dalla distruzione della prima fase si passa alla ricomposizione del sé attraverso la luce, attraverso un ciclo di purificazione, rigenerazione e rinascita a un livello superiore dell’esistenza. L’apoteosi viene raggiunta nella terza e ultima fase la rubedo ossia l’Opera al Rosso, il trionfo dello spirito e dei sensi con magnificenza che apre la via alla dimensione eterna dell’esistenza, all’armonizzazione dei contrari e alla contiguità della vita e della morte rappresentata attraverso la bellissima immagine del sole di mezzanotte.
Il romanzo – diviso in tre parti – ripercorre la vita di Zénon, un medico, filosofo e alchimista della Bruges del XVI secolo. Attirato fin dalla gioventù dall’alchimia, da questo sapere all’epoca pericoloso e proibito rappresenta il prototipo del giovane adepto che arriverà, attraverso un percorso lacerante sia nel corpo che nello spirito, al compimento della Grande Opera (l’altro nome dell’alchimia). A questo proposito, la tripartizione del romanzo non è un dettaglio da trascurare: ogni parte del romanzo corrisponde, infatti, a una fase del processo alchemico: a La Vita Errante, La Vita Immobile e La Prigione corrispondono rispettivamente la nigredo, l’albedo e la rubedo.
Un’ultima cosa importante da tenere a mente riguardo l’alchimia, e che viene espressa magistralmente da Marguerite Yourcenar in questo romanzo, è che non si tratta soltanto del processo che permette di trasformare i metalli in oro attraverso la pietra filosofale: tutto questo va al di là di ogni possibile ricchezza materiale. La vera trasformazione avviene a livello esistenziale: l’alchimista rinasce in una nuova dimensione, una dimensione che supera le limitate categorie di passato, presente e futuro per accedere a un mondo rimasto tuttora ineffabile.
Marguerite Yourcenar in questo romanzo a dir poco straordinario utilizza la sua enorme e vasta conoscenza dell’alchimia per dirci una cosa importante: tutti noi siamo viaggiatori su questa Terra ma il viaggio più importante è quello all’interno di noi stessi. Il lungo viaggio di Zénon lo porterà alla fine alla ricerca e alla scoperta di se stesso.
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