Il 23 febbraio del 1821 John Keats si spense nella sua casa di Roma alla sola età di 25 anni dopo una lenta agonia causatagli dalla tubercolosi. Nonostante la sua prematura dipartita, egli fu capace di dare vita ad alcune delle opere più belle e affascinanti del Romanticismo inglese, influenzando alcuni tra i più grandi poeti e artisti del XIX secolo come Oscar Wilde – che lo considerava il più grande poeta del secolo – Charles Baudelaire e i Preraffaelliti per i quali le poesie di Keats rappresentavano una fonte di ispirazione enorme per i soggetti delle loro tele.

Il ‘900 fu il secolo che consacrò definitivamente e unanimemente Keats, insieme a Lord Byron e Percy Bysshe Shelley, come uno dei più significativi e importanti poeti romantici che la letteratura abbia mai avuto.

Nato a Londra nel 1795 da una famiglia di estrazione modesta, mostrò fin da subito un grandissimo interesse per la lettura e la scrittura, passioni incoraggiate dal reverendo Charles Cowden Clarke, maestro e mentore di Keats. A 15 anni, Keats aveva già capito quale era la sua vera strada: la poesia e, per realizzare questa sua vocazione, si mosse sulle orme di Shakespeare, Spenser e Milton, i grandi poeti della tradizione classica inglese.

Tuttavia, i sogni di gloria di Keats dovettero, fin dall’inizio, fare i conti con la tragicità della vita. Tra il 1804 e il 1810 si ritrovò orfano di entrambi i genitori: il padre morì a causa di un trauma cranico in seguito a una caduta da cavallo e la madre perì a causa della tubercolosi. La stessa identica fine toccò anche al fratello Tom, il quale morì nel 1818. Come si può immaginare, tutte queste perdite ebbero un grandissimo impatto su Keats e sulla sua poetica: l’idea della morte cominciò a impossessarsi di lui ed egli divenne fermamente convinto che il mostro della tubercolosi avrebbe raggiunto anche lui nel giro di poco tempo. Proprio per questa ragione egli si dedicò giorno e notte con un’urgenza quasi febbrile a scrivere poesie e il 1819 è universalmente riconosciuto dalla critica come l’annus mirabilis di Keats, nel quale compose i suoi lavori più emblematici: Hyperion, La Belle Dame Sans Merci, The Eve of St. Agnes, Ode a un usignolo, Ode su un’urna greca e Lamia.

Nonostante la sorte particolarmente avversa nei suoi confronti, Keats fu sempre attento a cogliere la bellezza che si nascondeva in tutte le cose, anche in quelle più “insignificanti”: i suoi conoscenti ammisero, infatti, che «nulla gli sfuggiva. Il ronzio di un’ape, la vista d’un fiore, lo splendore del sole sembravano far vacillare la sua stessa vita: l’occhio gli si accendeva, gli si colorivano le guance, le labbra gli tremavano».

Oltre alle varie poesie, un’altra fonte altrettanto importante dalla quale attingere per comprendere l’uomo dietro al poeta e la grandezza di Keats è il suo epistolario. Quest’ultimo può essere considerato come una sorta di diario nel quale egli riversava e rivelava le sue passioni e i suoi sentimenti a tutti coloro ai quali concesse la sua amicizia. Dalle varie lettere emerge, infatti, il ritratto di un uomo dal cuore sensibile, di grande coraggio e di una natura fortemente emotiva e generosa.

L’importanza dell’epistolario di Keats fu sottolineata particolarmente dal critico e studioso britannico Ernest de Sélincourt, il quale sosteneva che la poetica di Keats altro non era che un riflesso della sua sensibilità e del suo sentimento d’amicizia:

Ma la caratteristica che in Keats colpisce forse di più, è la sua straordinaria capacità di provare e ispirare affetto. […] Per quanto diversi fossero gli amici che ebbe, a ognuno egli diede qualcosa di sé stesso e ne ricevette in cambio un affetto raro per profondità di sentimento. Si può dire che la bellezza delle sue poesie è un riflesso della bellezza della sua vita.

Oltre alle lettere indirizzate ai suoi amici, troviamo la corrispondenza che John aveva intrattenuto con Fanny Brawne, l’amore della sua vita. Queste lettere sono intrise di un furore d’amore e di una sensualità che il poeta non si preoccupava di celare e, infatti, quando vennero alla luce per la prima volta nel 1878, suscitarono l’indignazione della società vittoriana. La storia d’amore tra John e Fanny, sfortunatamente, non ebbe il lieto fine sperato: a causa delle condizioni economiche poco agiate di Keats e del suo precario stato di salute egli dovette trasferirsi a Roma dove, però, morì senza fare più ritorno in Inghilterra dalla sua amata Fanny, la quale conservò per tutta la vita quelle lettere, tenendo per sé quell’amore intenso ma brevissimo come il battito d’ali di una farfalla. La storia tra Keats e Fanny è stata meravigliosamente raccontata nel film del 2009 Bright Star diretto da Jane Campion con Ben Whishaw e Abbie Cornish nei rispettivi ruoli di Keats e Fanny. Inoltre, il titolo del film è tratto dal sonetto Bright star, would I were steadfast as thou art (“Fulgente stella, foss’io sì fermo come te”) che il poeta scrisse durante la sua relazione con Fanny.

John Keats venne sepolto nel cimitero acattolico di Roma tre giorni dopo la sua morte. Sulla sua tomba non volle scritti né il nome, né la data di morte, ma semplicemente un breve epitaffio, che recita:

Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”

Oggi martedì 23 febbraio 2021 per ricordare e celebrare il bicentenario della morte di Keats sono state messe in piazza una serie di iniziative per rendere omaggio al grande poeta la cui fama, ancora oggi, non smette mai di crescere e di affascinare intere generazioni. In particolare, la Keats-Shelley Memorial House di Roma ha annunciato delle iniziative digitali per permettere a chiunque di poter scoprire la figura di Keats, tra le quali troviamo: un tour digitale con guida dal vivo della Keats-Shelley House, un video immersivo dal titolo “La morte di Keats” narrato da Bob Geldof nel quale verrà raccontato il viaggio di Keats in Italia e il suo soggiorno nella casa di Roma dove morì e la lettura della poesia “Bright Star” recitata da un “Keats virtuale”. Se desiderate avere maggiori informazioni su come poter prendere parte a queste iniziative, cliccate qui.