C’è un piccolo, piccolissimo negozietto a Parma, a pochi passi dal Palazzo del Comune, di fronte ai Portici del grano, una profumeria dalle atmosfere un po’ vintage, dove l’aria al suo interno è pregna della fragranza di violetta. È la Profumeria Color Viola Borsari. La storia di un profumo.

La Violetta di Parma. Storia di un profumo. Aperta all’inizio del Novecento la profumeria Borsari è rimasta quasi immutata, immobile in quel tempo. Ha visto la sua vetrina affacciarsi per la prima volta su Strada Repubblica, ricolma di flaconcini, saponette, boccette di fragranze alla viola e deliziose violette glassate. E proprio dalla violetta di Parma, il botanico Ludovico Borsari nel 1870 ricavò quel delicato e intenso profumo. Riscosse grande successo tra le signore della città. Il merito maggiore però non è da attribuirsi al maestro profumiere Borsari, bensì a una nobildonna. Una forestiere che amò Parma e seppe farsi amare dai suoi cittadini.

La violetta odorosa di fatto è il fiore diventato un simbolo della città emiliana.

Ma soprattutto di una donna che ha lasciato un ricordo indelebile nella memoria e nel cuore dei parmigiani. La “Buona Duchessa”, Maria Luigia (o Luisa) d’Austria, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, che resse il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1816 al 1847. Il suo fu un ducato felice. La nobile austriaca seppe conquistare l’amore e la fiducia dei suoi sudditi governando per un lungo periodo in pace e prosperità.

Qual è il legame della Duchessa con la violetta?


Maria Luigia aveva un’accesa passione per la botanica e in particolare un vivo interesse per le violette di Parma che appunto, non a caso, diventano il suo “marchio di fabbrica”. Pare che la violetta abbia avuto in principio a che vedere pure con Napoleone, che veniva anche chiamato “Caporal Violet“. Talvolta rappresentato sotto forma di violette nelle stampe, dove mazzetti di questo fiore veniva appuntati sul petto e utilizzati dai bonapartisti come segno distintivo durante gli anni del suo primo esilio. Ma Maria Luigia, distante dal marito, affranca il fiore da ogni significato politico e lo adotta come emblema di purezza e umiltà.

Ebbe una speciale predilezione per questo “leggiadro piccolo fiore” per il suo color viola acceso. E per il profumo intenso, e spesso nella sua corrispondenza sostituiva la propria firma con il disegno di una violetta. Allo stesso modo era usata ricamandola sui suoi abiti, e dipinta sugli oggetti di uso quotidiano come piatti o vettovaglie. Inoltre, viola volle che fossero le divise dei suoi valletti, gli abiti dei cortigiani, i propri mantelli. La Duchessa in persona si dedicava a coltivare le violette nella sua residenza di Colorno dove si fece costruire un apposito orto botanico.

Fu sempre Maria Luigia a incoraggiare e sostenere le ricerche dei frati del Convento dell’Annunciata, i quali, in seguito a un lungo e paziente lavoro, riuscirono a estrarre dalla violetta e dalle sue foglie un’essenza del tutto uguale a quella del fiore. I primi flaconi di Violetta di Parma, prodotti grazie alla abilità alchemica dei frati, erano però destinati all’uso personale ed esclusivo della Buona Duchessa. La ricetta, gelosamente custodita dai frati, sarebbe di fatto rimasta segreta fino al 1870, quando Ludovico Borsari riuscì a metterci le mani sopra, ed ebbe il coraggioso proposito di riprodurlo per un pubblico più vasto, e non solo per i ricchi.

Iniziò così la carriera del futuro cavaliere Ludovico Borsari, che trasformerà la sua iniziativa nella prima grande industria italiana di profumi, conoscendo fama internazionale. Intanto, abili creativi si adoperarono nella realizzazione di scatole e confezioni preziose e soprattutto bellissimi vetri lavorati, che hanno caratterizzerato ulteriormente la produzione Borsari 1870 per più di un secolo.

In primavera il profumo di violetta invade il Giardino Ducale di Parma

E a fine marzo viene aperta al pubblico la serra storica dove le piantine di violetta di Parma sono rimaste a dimora per tutto l’inverno, riportando con la loro fragranza delicata e intensa il ricordo della Duchessa Maria Luigia. A lei molto devono, anche per il suo impegno a favore delle arti. Ha fatto restituire a Parma diverse opere sottratte durante le guerre, ha migliorato la viabilità favorendo la costruzione di ponti e strade. Ha dato un forte impulso alla cultura musicale, istituendo l’attuale Conservatorio e facendo costruire il Teatro Regio. E per ringraziarla, ogni anno un gruppo di parmigiani porta un mazzolino di violette sulla sua tomba a Vienna.

Sara Foti Sciavaliere