Oggi è san Valentino, la festa degli innamorati, e nessun cioccolatino la rappresenta meglio del famoso Bacio Perugina che quest’anno, tra l’altro, compie 100 anni.

Era infatti il 1922 quando, dal genio di Luisa Sargentini, meglio conosciuta come Luisa Spagnoli (con il cognome da sposata), nacque il famoso cioccolatino che rese la città di Perugia celebre nel mondo.

Luisa fu una delle pochissime donne italiane, nella prima metà del Novecento, esempio del women empowerment.

“L’empowerment non va confuso con la ricchezza, la fama o il potere: si parla di women empowerment quando una donna è consapevole delle proprie abilità e ha la possibilità di farle crescere, scegliendo liberamente il proprio futuro (Valentina Neri, “Cure-Naturali”)

LA STORIA DI LUISA

Classe 1877, Luisa era inizialmente una brava sarta. Fin da ragazza aveva dimostrato intraprendenza e curiosità. Queste doti, unite a voglia di imparare e ottimismo per l’arrivo del nuovo atteso secolo, il Novecento, la caratterizzarono sempre.

A tre anni dalle nozze con Annibale Spagnoli, nel 1902, la coppia decise di acquistare una drogheria in centro a Perugia che aveva già avviato la produzione di confetti.

Nel 1907, con la nascita della Società Perugina per la fabbricazione di Confetti, assieme ad altri tre industriali della città, tra i quali Francesco Buitoni, figlio di Giovanni Battista fondatore del famoso pastificio omonimo, Luisa decise di cimentarsi con la cioccolata.

All’inizio, nonostante gli sforzi grandissimi e le molte ore di lavoro, le cose non andarono bene. Addirittura a Perugia, per questo, l’avevano ribattezzata Società Perugina per la fabbricazione degli effetti (cambiari)!

Nel 1910, grazie all’intervento di Giovanni Buitoni, diciottenne terzogenito del socio Francesco, i conti smisero di essere in rosso.

La Perugina contava 50 lavoratori di cui 14 donne, incluse quattro ragazze minori di 14 anni. Lavoravano per 10 ore al giorno, con un salario oscillante tra i 75 centesimi e le 4 lire.

LA POLITICA AZIENDALE E L’ATTENZIONE PER I DIPENDENTI

Nell’anno successivo, il 1911, Luisa organizzò la prima gita aziendale sul lago Trasimeno, una vera novità per l’epoca, ben accolta dagli operai. Il giorno dopo, come notò infatti Luisa, essi lavorarono in maniera molto più produttiva, con errori quasi azzerati e materiale di scarto pressoché inesistente.

“Fu l’inizio della politica dedicata a migliorare le condizioni lavorative e a tutelare gli operai, soprattutto le donne, che trovò ampia applicazione negli anni a venire in tutte le realtà aziendali in cui Luisa si trovò a operare”

(dal libro di Maria Letizia Putti e Roberta Ricca, “La signora dei Baci”, Graphofeel edizioni, gennaio 2016).

Fu durante la Prima Guerra Mondiale che Luisa ebbe un’altra brillante e assolutamente innovativa idea: la creazione del primo nido aziendale per i figli delle operaie. Esse avevano delle pause dedicate all’allattamento.

La Perugina fu una delle poche aziende italiane che durante la guerra prosperò sotto la guida attenta e lungimirante di Luisa che decise di assumere le donne e puntò tutto su di loro.

Nel 1920 il nome della società fu cambiato in “La Perugina – cioccolato e caramelle”.

L’AMORE PER GIOVANNI BUITONI E LA NASCITA DEL BACIO PERUGINA

Due anni più tardi, quando i tre figli maschi di Luisa erano già grandi, iniziò la storia d’amore – tenuta il più nascosta possibile – tra Luisa e Giovanni Buitoni, di quattordici anni più giovane di lei.

Non a caso, probabilmente, fu quello l’anno di nascita del famosissimo Bacio Perugina.

Questo cioccolatino nacque dopo vari tentativi di Luisa di riutilizzare gli scarti del cioccolato e della granella di nocciola di altre produzioni. La forma che ne scaturì somigliava a quella di un pugno chiuso e fu così che, inizialmente, gli fu dato il nome di “cazzotto”. Fu Giovanni Buitoni, poco tempo dopo, a consigliare il cambio di nome in “Bacio Perugina”, ragionando sul fatto che in negozio i clienti dovevano chiedere alle commesse: “Un cazzotto, per favore” e facendo invece del vero e proprio marketing sul cambio di nome.

Già dal primo giorno del nuovo nome, infatti, i clienti, recandosi nel più famoso negozio di cioccolatini di Perugia, giocavano maliziosamente con le commesse nel chiedere quella novità al bancone. Da allora il cioccolatino fu un successo indiscusso e intramontabile.

Sembra che sempre a Giovanni Buitoni si debba l’idea del famoso bigliettino con aforismi e frasi d’amore, anche se questo non è mai stato confermato dai due amanti. La leggenda narra che in azienda si scambiassero sottobanco bigliettini per dichiararsi continuamente il loro amore.

L’incarto (poi scelto argentato) e i cartelloni pubblicitari furono invece affidati al futurista Federico Seneca, gigante del disegno pubblicitario dell’epoca. Si rifece al dipinto degli innamorati di Hayez, riproducendone le silhouttes in nero a contrasto con lo sfondo azzurro. Ancora oggi questo disegno identifica il cioccolatino.

CRESCITA AZIENDALE

Nel 1924 Luisa divorziò dal primo marito Annibale, anche se non andò mai ufficialmente a vivere con Giovanni. Il loro amore restò discreto fino alla morte di lei, avvenuta a Parigi nel 1935 per un tumore alla gola.

Intanto, nel 1926 la Perugina contava cinquecento dipendenti ed era la fabbrica più meccanizzata d’Europa e la maggiore realtà industriale della città.

Il fascismo stava prendendo piede in Italia. Non è un caso che sempre di quell’anno sia la nascita di un altro grande prodotto: la caramella Rossana, che non richiedeva l’uso del cacao. Infatti le leggi autarchiche rendevano sempre più difficile l’approvvigionamento di materia prima per la cioccolata.

L’ANGORA SPAGNOLI, POI LUISA SPAGNOLI

Alla soglia dei cinquant’anni, dopo molte soddisfazioni professionali e sempre attenta ai bisogni dei suoi dipendenti che premiò con doni di ogni genere, feste, gare e balli (l’azienda aveva anche una piscina riservata ai dipendenti!), lasciò, almeno in buona parte, la guida dell’azienda ai figli e decise di occuparsi di… conigli!

Dopo aver visto a Parigi il primo coniglio d’angora, Luisa, incrociando varie razze, riuscì a crearne uno italiano. Da questo, pettinato amorevolmente (e non tosato), si ricavava un filato simile al cachemire.

In breve tempo nacque l’Angora Spagnoli, più tardi e tutt’oggi conosciuta semplicemente come Luisa Spagnoli, famosa catena di abbigliamento elegante e raffinato, arrivata oggi alla quarta generazione.

Luisa ebbe anche l’idea vincente, prima nella storia, di inserire le creazioni in lana di angora all’interno delle uova di cioccolata di Pasqua, ovviamente della Perugina!

IDEE INNOVATIVE PER LA CITTA’ DI PERUGIA

La vena creativa di Luisa fu ereditata anche dai figli, in particolare da Mario, che nella città di Perugia ideò la prima corsa automobilistica dell’epoca. Era un evento all’avanguardia che servì anche a pubblicizzare i prodotti della Perugina.

Fu il primo caso in assoluto in cui un’industria patrocinò un evento sportivo per diffondere il proprio marchio.

Sempre Mario ideò e costruì il primo parco divertimenti d’Italia che ha quasi sessant’anni. Fu infatti aperto definitivamente al pubblico nel 1963. Il parco è ancora oggi funzionante, ideale a famiglie con bambini piccoli e ha un fascino retrò: La città della Domenica.

OGGI

La Perugina è stata da tempo ceduta alla multinazionale Nestlé.

Oggi si possono visitare la Casa del Cioccolato della Perugina con annesso Museo storico, previa prenotazione qui.

In occasione dei 100 anni dalla nascita dei Baci Perugina, Dolce & Gabbana ha rivestito i famosi cioccolatini con un incarto blu intenso costellato di stelle dorate.

Per la giornata odierna l’incarto, sempre firmato dalla maison di moda, si è tinto di rosso, il colore della passione.

La stessa passione che ha sempre messo Luisa Spagnoli in tutto quello che ha fatto (e ha sapientemente trasformato!).

Per approfondimenti: