Il Carnevale è oggi considerata la festa per eccellenza dei travestimenti e degli scherzi. Ma quali sono le origini di questa celebrazione che da secoli oscilla tra il Sacro e il Profano? Qual è il suo simbolico e profondo significato?
Il Carnevale si celebra in tutti i Paesi di tradizione cristiana e, in particolare, in quelli di rito cattolico. I grandi festeggiamenti hanno luogo, generalmente, il giovedì grasso e il martedì grasso, ossia l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima.
Le origini antiche del Carnevale
Tuttavia, le peculiarità della celebrazione del Carnevale trovano le loro origini in festività molto antiche precedenti la nascita del Cristianesimo.
Per esempio, la componente dello scherzo era già presente nelle dionisiache greche e nei saturnali romani. Queste celebrazioni erano caratterizzate da un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine che si esprimeva, appunto, tramite gli scherzi ma anche la dissolutezza.
Il Carnevale non rappresentava solamente un periodo di festa ma anche un periodo di rinnovamento simbolico. Il caos primordiale sostituiva l’ordine che, una volta terminati i festeggiamenti, riemergeva rinnovato. Si trattava, quindi, di una sorta di ri-creazione dell’universo.
Nel mondo romano possiamo riscontrare un’altra caratteristica del Carnevale: le maschere. Come attesta, infatti, Apuleio nelle Metamorfosi, la festa in onore della dea egizia Iside (importata anche nell’Impero Romano) comportava la presenza di gruppi mascherati.
Il binomio inscindibile tra Sacro e Profano è una prerogativa del Carnevale. Come scrive Mircea Eliade, storico delle religioni, nel saggio Il Mito dell’Eterno Ritorno:
“Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia“
“A Carnevale ogni scherzo vale”
Questo non è soltanto un modo di dire. Come detto poc’anzi, il ribaltamento dell’ordine e lo sconvolgimento delle condizioni sociali erano al centro di queste festività antiche.
Ad esempio, nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone e il padrone serve gli schiavi. In Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re e tutte le norme e i divieti venivano sospesi.
Il simbolismo del Carnevale
Il Carnevale possiede una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino.
Quando, in primavera, la terra comincia a risvegliarsi, il Carnevale apre un passaggio tra il mondo dei morti e quello dei vivi.
Il ruolo fondamentale delle maschere
Le anime dei morti, affinché non diventino pericolose, devono essere onorate e per questo vengono prestate loro dei corpi provvisori: le maschere.
Fin dalla notte dei tempi, le maschere hanno spesso posseduto un significato apotropaico, di protezione verso gli influssi maligni.
Il carattere infernale e diabolico delle maschere è riconoscibile, in particolare, in certe maschere come Arlecchino, Pulcinella e Zanni.
Tra le maschere regionali italiane che maggiormente testimoniano l’origine infero-demoniaca ci sono, soprattutto, i mamuthones e gli issohadores in Sardegna.
La “morte” del Carnevale
Abbiamo detto che il Carnevale si conclude con il ristabilimento rinnovato dell’ordine. Ma in che modo quest’ordine viene ristabilito? Attraverso un rituale di carattere purificatorio.
Questo rituale comprende un “processo”, una “condanna”, la lettura di un “testamento” e un “funerale” del Carnevale.
Quest’ultima tappa del rituale spesso comporta il rogo, l’annegamento o la decapitazione del “Re Carnevale” rappresentato da un fantoccio.
Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee.
Per concludere
Abbiamo visto, dunque, come il Carnevale sia una festività imbevuta di un significato e di un simbolismo molto forte che va molto al di là del semplice scherzo o del mero travestimento. Una festa che dovrebbe riportarci alle nostre radici sia sacre che profane.
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